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Domande a Ugo Volli. Che risponde 09/03/2012

Caro Prof. Volli

come sempre le sue cartoline sono spassose, la storia degli avvoltoi spia di israele e' davvero comica, ma anche questa volta ci sono alcuni punti che mi vedono perplesso. due domande in particolare:

1) lei dice che la maggior parte dei sedicenti palestinesi siano immigrati da iraq, siria, egitto etc...ora io non sono un professore universitario, ma nel mio piccolo qualcosa ho letto, ad esempio degli scontri, durante le crociate, tra islamici e cristiani per il possesso della terrasanta. Ora mi domando, che fine hanno fatto quegli arabi che 600 anni fa combattevano l'invasione cristiana e vinsero? sono scomparsi e poi, secoli dopo, tornati dall'iraq e dall'egitto avendo saputo che erano arrivati gli ebrei? ancora...ho letto attentamente le lettere che un rabino famoso scriveva ai suoi correligionari nell 800, prima del sionismo,in cui consigliava di stabilirsi in palestina, e descriveva la popolazione araba presente come amichevole e ospitale...anche quelli sono scomparsi misteriosamente?

2) lei dice, non senza ragione, che ritirarsi dalla cisgiordania e' rischioso militarmente, dannoso politicamente, e complicato geograficamente, vero, ma qual'e' l'alternativa? uno stato binazionale, una pulizia etnica, o un'apartheid? perche' in quelle zone cosi' importanti per israele vivono milioni di palestinesi, o li si include in uno stato unico, o li si ammazza/caccia via o li si mantiene in eterno in uno stato di "non cittadini" in un territorio di fatto israeliano.

qual'e' la sua soluzione?

ribelle/incazzato

risponde Ugo Volli:

Gentile lettore, grazie delle buone parole. Ma guardi che la mia fantasia è limitata, gli avvoltoi non me li sono inventati io, i sauditi hanno davvero tirato fuori questa bizzarria. Guardi per esempio qui: http://punto-informatico.it/3065230/PI/News/arabia-saudita-catturato-un-avvoltoio-spia.aspx.

Quanto alle sue domande:
1) Le crociate sono state guerre feudali combattute da un numero relativamente basso di professionisti della guerra, cavalieri pesantemente armati e tanto ricchi da pagare il viaggio per sé, cavalli e servitori. Gli Europei venivano soprattutto da Francia, Germania, Gran Bretagna, gli islamici dall'Arabia, dall'Egitto, dall'Irak. Il famoso Saladino che vinse le battaglie decisive era per esempio un curdo e finì la sua carriera come sovrano dell'Egitto. Insomma, la demografia della Terra di Israele non può essere determinata a partire da questo. Ma badi che io non ho mai negato che ci fossero degli arabi in quelle terre, sarebbe follia. Al tempo delle crociate erano ancora minoranza (veda per esempio i libri di Rodney Stark sul tema) e a Gerusalemme gli ebrei erano molto numerosi (e furono massacrati da entrambi i contendenti). Le crociate contribuirono a impoverire quelle terre, che nei secoli successive furono quasi abbandonate, con l'eccezione di poche città (si fa per dire, a Gerusalemme all'inizio dell'Ottocento c'erano alcune migliaia di persone in tutto, in maggioranza ebrei). Le terre erano abbandonate, proprietà di grandi latifondisti assenteisti, desertiche e paludose e malariche lungo il mare. Ci sono moltissime testimonianze su questo. La rinascita del paese iniziò centocinquanta anni fa con l'arrivo degli ebrei determinati a coltivare la terra, con tecniche un po' più moderne e un enorme spirito di sacrificio. Si creò una piccola ma costante crescita economica che portò anche a un'immigrazione araba. Dunque crescevano gli ebrei ma crescevano anche gli arabi, sono poche le famiglie ebree con radici locali più antiche di un secolo, ma poche anche quelle arabe. Gli arabi erano di più, ma pochi:  la maggior parte di quelli che dicono di essere palestinesi autoctoni sono discendenti di immigrati come gli ebrei. Il che non cambia nulla, sul piano dei diritti, ma smentisce una pretesa propagandistica falsa.

2) Che fare dei territori contesi al di là della linea verde? Non ho la bacchetta magica e non ho una risposta pronta. Mi sembra chiaro che una pace che funzioni raggrupperebbe il maggior numero degli ebrei in uno stato e il maggior numero di palestinesi nell'altro, con il minor numero di spostamenti di popolazione. Dunque i blocchi degli insediamenti oltre la linea verde a Israele, i villaggio arabi del "triangolo" a nord di Tel Aviv e alcune zone arabe della Galilea allo stato Palestinese, o magari il tutto alla Giordania, che è già uno stato a maggioranza palestinese ritagliato dagli inglesi sul territorio del Mandato, per puri interessi colonialistici. Alcuni aggiustamenti di sicurezza sarebbero necessari, per esempio il mantenimento di una sorveglianza israeliana sui colli di Samaria prospicienti la zona centrale e densamente popolata della piana centrale israeliana e sulla frontiera del Giordano. Se i palestinesi fossero affidabili sul piano del rispetto della sicurezza sarebbero inutili, ma non è così e le colline di Samaria distano 6 km dall'aeroporto internazionale e 15 dal centro di Tel Aviv: non è possibile lasciarli disponibili come piattaforme per il lancio di razzi secoindo il modello di Gaza. I due territori potrebbero essere una zona di libero scambio economico e di lavoro, sempre che reggesse la sicurezza, con un immenso vantaggio per la popolazione araba. Ma questo non accadrà, perché supporrebbe l'accettazione da parte araba dell'esistenza di uno Stato del popolo ebraico. E questo è esattamente quello che gli attuali dirigenti dell'Autorità Palestinese (non solo di Hamas) e della politica generale del mondo arabo combattono. Se vuole un esempio recente, fra le moltissime dichiarazioni in questo senso, guardi qua:
http://www.europe-israel.org/2012/03/video-les-dirigeants-palestiniens-nous-naccepterons-jamais-la-solution-de-2-etats-pour-2-peuples/

Cordialmente
ugo volli


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