Agricoltura: cooperazione fra Italia e Israele cronaca di Antonio Castro
Testata: Libero Data: 08 marzo 2012 Pagina: 25 Autore: Antonio Castro Titolo: «L’agricoltura israeliana si allea con le Pmi italiane»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 08/03/2012, a pag. 25, l'articolo di Antonio Castro dal titolo " L’agricoltura israeliana si allea con le Pmi italiane ".
Agritech
«Coltiviamo un terreno semiarido, abbiamo poca acqua e non c’è da noi gente che vuole lavorare la terra». La premessa - disarmante - del direttore generale del Centro di ricerca in agricoltura del ministero dell’Agricoltura e lo Sviluppo rurale (Aro) di Israele, Yoram Kapulnik forse, però, cela il segreto del “giardino nel deserto”. Assediato da un clima torrido - e con forti escursioni termiche - lo stato di Israele ha vinto la battaglia con il deserto, rendendo produttivi terreni di pietre. Oggi la produzione agroalimentare israeliana vale 1,2 miliardi di dollari l’anno ed «è cresciuta tanto dal 1950, più che quintuplicata», spiega fiero Kapulnik. Merito delle tecnologie applicate al settore agricolo che consentono lo sfruttamento migliore delle risorse disponibili: innaffiatura a goccia (né troppa né troppo poca»), sfruttamento del sistema satellitare di monitoraggio dei campi, realizzazione di macchinari per rendere competitive le produzioni locali e riversarle poi sui mercati esteri, visto che «ai nostri vicini non stiamo troppo simpatici», taglia corto il direttore dell’Aro. L’esperienza agricola israeliana - e tutta la ricerca che c’è dietro (del valore di circa 2 miliardi di dollari l’anno) - ha attratto l’interesse della Confagricoltura che ha invitato in Italia i “colleghi” dell’Aro. In Lombardia e Veneto gli esperti hanno già avuto i primi incontri. Infatti la presenza in Italia serve ad individuare partner e possibili occasioni di collaborazione. Non solo bilaterale. L’idea, spiega Yitzhak Kiriati, direttore per le agrotecnologie, l’acqua e l’ambiente dell’Istituto per l’export e la cooperazione internazionale, «è di strutturare triangolazioni funzionali, magari nei Paesi in via di sviluppo come Cina, India, Africa». E in Italia gli israeliani cercano produttori «anche e soprattutto piccoli» d’eccellenza. Il tema della qualità «la migliore delle qualità possibile», è quasi un’ossessio - ne. Per la ricerca di prodotti e produzioni d’eccellenza da implementare in collaborazione e cooperazione. Kiriat sottolinea la continua evoluzione dell’agri - coltura all’insegna della tecnologia che viene confezionata su misura per rispondere alle esigenze del mercato. Una collaborazione che troverà ospitalità nel corso della Agritech, la fiera internazionale dell’agricoltura che si terrà a Tel Aviv dal 15 al 17 maggio. Proprio in questo evento si parlerà anche della cooperazione che si può attivare tra i ricercatori israeliani e italiani, per razionalizzare l’apporto idrico delle coltivazioni, evitare l’erosione dei suoli, individuare tecniche produttive a basso consumo d’acqua con le coltivazioni senza terra e migliorare le rese. Tira le somme Giandomenico Consalvo, componente della giunta di Confagricoltura con delega all’internazio - nalizzazione: «In Israele sono stati capaci di trasformare ipunti deboli della loro agricoltura in punti di forza attraverso innovazioni e tecnologie, declinando l’importanza dell’agricoltura, non solo come fonte di nutrimento, ma come motore economico del Paese». Forse anche questa una lezione che l’Italia delle istituzioni dovrebbe apprendere.
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