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Gentile Annalisa, contravvenendo alla consuetudine, dato che sono molte le domande, le rispondiamo all'interno della sua e-mail, Gentilissima Redazione, chiedo scusa se torno ancora sul tema, ma è rimasto senza risposta l'interrogativo centrale della mia precedente lettera: perché il Vostro commento alla lettera del signor Mintz attribuisce ad "odio antico" la decisione del Custode di Terra Santa di scrivere al Presidente di Israele con riferimento alle scritte anticristiane? Con 'odio antico' si intende l'atteggiamento storico della chiesa contro gli ebrei. Quel periodo, nella storia bimillenaria dell'anti-semitismo, va sotto il nome di anti-giudaismo. Due parole che definiscono bene la persecuzione degli ebrei. Perché ad odio anziché, poniamo (sempre in tema di possibili critiche), a suscettibilità od eccesso di preoccupazione? Più in generale, mi è sembrato di cogliere, ormai da parecchio tempo, una certa tendenza a interpretare in modo molto critico (mi verrebbe da dire, ostile) ogni gesto o parola di Padre Pizzaballa. Ha ragione, ma lo spiega lei stessa quando nota più avanti il cambiamento nei confronti di Israele da parte dello stesso Pizzaballa. Se lui ha cambiato linguaggio, le nostre critiche sono una logica conseguenza. Ad esempio, il commento odierno al convegno della Comunità di S. Egidio suggerisce ai lettori una simpatia, o almeno condiscendenza, di Padre Pizzaballa (e del Vaticano) per posizioni e sviluppi teocratici. Ha ragione anche su questo, ma come può pensare che noi si sia d'accordo per le posizioni teocratiche condivise dal Vaticano ? In realtà, le poche parole riportate nell'articolo di Caprara richiamano concetti ben diversi che il Custode ripete da anni, come si può vedere dagli archivi di vari siti informativi cattolici: - da un lato, il fatto che non si possono comprendere le società mediorientali senza tener conto della religione e del suo ruolo pubblico. E non solo con riferimento all'islam, ma a tutte le confessioni religiose esistenti nei vari Paesi: non ricordo chi abbia detto che, in Medio Oriente, anche gli atei dichiarati hanno un'affiliazione religiosa. Non ho mai avuto occasione di leggere o udire elogi di questo stato di cose da parte di Padre Pizzaballa, ma solo l'avvertenza sulla necessità di tenerne conto, se si vuol capire la realtà, anziché inventarsi un romanzo; Noi ragioniamo da laici, la religione va tenuta separata dallo Stato. Non è questo il pensiero di molte religioni, tra queste sicuramente l'islam, che si identifica addirittura con lo Stato, ma anche la chiesa cattolica ha mutato atteggiamento solo la sconfitta con la perdita del potere temporale. Una sconfitta che ogni tanto pesa e torna a galla. Israele è il solo paese nella regione che rispetta tutte le religioni e ne garantisce la pratica. Una affermazione che le autorità vaticane, tutte, non hanno mai fatto. - dall'altro, la difesa del diritto dei cristiani di essere (o diventare) cittadini a pieno titolo delle rispettive nazioni, su un piano di parità con i musulmani, e non dei 'protetti'. L'accento è, dunque, sulla prospettiva (lontana, ma per cui impegnarsi) della laicità dello Stato, non certo della teocrazia (che, aggiungo io, difficilmente potrebbe essere una tentazione per chi è in minoranza). Saremmo d'accordo con lei se Israele avesse per vicini la Svizzera o la Francia, mentre è circondata da paesi che più volte hanno cercato di cancellarla dalla carta geografica. E' quindi molto attenta a rimanere uno Stato ebraico, da qui la spiegazione sulla sacrosanta volontà a controllare che la percentuale dei cittadini ebrei resti come è oggi. Certo, negli ultimi anni, Padre Pizzaballa (di cui leggevo con interesse da quando era parroco della parrocchia cattolica di lingua ebraica a Gerusalemme) è divenuto più prudente e diplomatico, rispetto a quando, già Custode, denunciava (credo di averlo letto sul Corriere della Sera, ma non ho il tempo di fare ricerche) le violenze in danno dei cristiani nei Territori dell'Autonomia Palestinese e la connivenza dell'Autorità Nazionale Palestinese con i violenti. Però, per quello che ho potuto vedere dai siti della Custodia di Terra Santa o ad essa in qualche modo legati (www.custodia.org e www.terrasanta.net), ha impresso alla Custodia uno stile molto più equilibrato (gli avversari dicono 'filoisraeliano') della maggior parte delle istituzioni e organizzazioni cristiane della regione. Francamente, non gli invidio il ruolo, se si considera che la Custodia, per ragioni storiche, ha 'giurisdizione' su territori facenti capo a più Stati, inclusa, credo, la Siria. La chiesa è sempre molto cauta quando si tratta di paesi arabo-musulmani, da un punto di vista diplomatico si può capire, ma non ci chieda di essere d'accordo. Ha mai parlato con i cristiani che vivono in quei paesi? confronti le loro esperineze con quelle dei cristiani che vivono in Israele. So che fu dato per sottoscrittore del famigerato documento "Kairos Palestina" (di cui lessi con orrore qualche estratto credo un paio di anni fa), ma mi pare di ricordare che abbia smentito, con una conferenza stampa, di averlo fatto. Avete altre notizie in merito? Non aggiornate. Chiedo ancora scusa per essermi dilungata, ma i rapporti ebraico-cristiani e tra Israele e la Chiesa mi stanno a cuore (ho la debolezza di essere una cattolica che ama Israele, popolo e Stato, anche e soprattutto perché ama Cristo, mio Signore e Fratello: il che significa che per me è una questione di rapporti di famiglia) e credo, tra l'altro, che migliorare questi rapporti sia nell'interesse di tutte le persone civili e amanti della libertà. Condividiamo, ma ci farebbe piacere che l'attenzione che lei rivolge a Israele fosse accompagnata da una altrettanto decisa nei confronti della chiesa cattolica. E non solo sui problemi di oggi. Se legge la storia degli ultimi tre secoli dei rapporti ebrei-Vaticano non potrà che restarne inorridita. Il che non ha nulla a che vedere con la fede, ovviamente. Ma è il vaticano a rappresentarla, per questo non può non essere coivolto. Perciò Vi sarò gratissima di ogni chiarimento che potrete darmi e anche di ogni buona critica. Concludiamo con un augurio, che i rapporti migliorino, anche se i segnali non sono confortanti, e la situazione è resa ancora peggiore dalla sottovalutazione vaticana del pericolo rappresentato dall'islam. Con i più cordiali saluti e auguri al sito, Annalisa Ferramosca |
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