Sulla protesta di padre Pizzaballa (si veda la e-mail di Aaron Mintz) abbiamo ricevuto le seguenti e-mail:
Signor Mintz, quindi secondo lei è sciocco preoocuparsi di scritte offensive nei confronti di qualcuno, singolo o gruppo che sia, e in particolare offendere i soggetti e gli oggetti della loro fede religiosa, sugli stessi luoghi di preghiera?
Lei non si preoccupa delle scritte offensive nei confronti degli ebrei che appaiono su troppi muri? Io si
Cordialmente
S.Borgianni
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Spettabile Redazione,
sono a dir poco perplessa riguardo al senso del commento sull'"odio antico" che, se non ho frainteso il Vostro commento alla lettera di un lettore, sarebbe all'origine della lettera di Padre Pizzaballa, Custode di Terra Santa, al Presidente di Israele avente ad oggetto le odiose scritte lasciate da ignoti sui muri di varie chiese di Gerusalemme (oltre al danneggiamento di auto in sosta nei pressi).
Sono senz'altro d'accordo sul fatto che, tra rivolte arabe e minacce nucleari iraniane, sembri futile occuparsi di qualche atto vandalico più o meno economicamente riparabile.
Ma, avendo seguito la vicenda (almeno fino a qualche giorno fa) sui siti del Jerusalem Post e di Yediot Aharonot, ringrazio Padre Pizzaballa di aver espresso anche per mio conto il disagio di fronte agli insulti rivolti a Gesù tramite riferimento all'onore di Sua Madre (ho visto una foto e le parole erano inequivocabili).
Un cristiano può anche (e a volte è bene farlo, per evitar polemiche) sorvolare su simpatiche espressioni come "morte ai cristiani" e simili, specie se non vi siano indizi di pericolo per le persone, ma non può tacere di fronte alle ingiurie blasfeme verso il Signore e la Madonna, anche se provenienti (almeno spero, visto che gli autori sono ancora ignoti) da chi non creda che sia il Signore, ma che è verosimilmente in grado di rendersi conto che sta calpestando i sentimenti di altri esseri umani.
Perciò, mi chiedo perché supporre che l'odio, anziché l'amore verso Dio (e verso i fratelli della piccola minoranza cristiana di Israele e Territori adiacenti), sia all'origine di questa lettera (di cui si può leggere qualcosa di più sul sito del Vicariato per i cattolici di lingua ebraica dello stesso Patriarcato Latino di Gerusalemme: www.catholic.co.il).
Non so se il Presidente Peres potrà far qualcosa, più che altro sul fronte dell'educazione al rispetto e comprensione reciproci, ma spero tanto che non debbano passare secoli prima che tutti i cittadini israeliani si sentano e agiscano effettivamente come una sola comunità nazionale, al di là delle differenze di religione, lingua, cultura (più che le scritte sui muri, mi preoccupa la durezza, o addirittura il tono sprezzante e un atteggiamento di esclusione degli altri, di troppi commenti sull'altrui religione che leggo, da anni, sui siti in inglese dei maggiori giornali israeliani).
Ringraziando ancora per la preziosa opera di informazione, porgo i più cordiali saluti,
A.F.
Nella nostra risposta al lettore Mintz non elogiavamo affatto gli autori delle scritte sui muri, anzi. Ci limitavamo però a far presente la profonda, enorme differenza fra una scritta su un muro ed i crimini che molto spesso sterminano vite innocenti di ebrei in Israele ( vedi la famiglia Vogel), senza che padre Pizzaballa abbia mai sentito il dovere di intervenire. Ricordiamo anche che i cristiani, come i fedeli di ogni religione, godono nello Stato ebraico della più totale libertà ed eguaglianza. Esattamente l'opposto di quanto avviene nei paesi musulmani.
Se padre Pizzaballa ha detto qualcosa, per esempio, sulla mattanza dei cristiani copti in Egitto, saremo grati ai due nostri attenti lettori di farcelo sapere. Ma anche se avesse detto qualcosa, deve essersi espresso sottovoce, perche nessun giornale ne ha mai riportato nemmeno una riga.
E già che ci siamo facciamo la stessa domanda sulla famiglia Vogel, specialmente alla lettrice A.F. che segue la stampa israeliana, quindi è al corrente della tragica fine di quella famiglia. Pizzaballa ha fatto qualche commento ?
IC redazione