In qualita' di difensore "autorevole" dei cosiddetti no TAV, Il segretario del partito della rifondazione comunista Paolo Ferrero ha girato per tutto il 29 febbraio numerosi programmi televisivi. La fotografia lo mostra sulla 7 alle 21 durante il prigramma 8 e mezzo con Lilli Gruber. Ci ha colpito che sfoggiasse (per tutto il giorno) un distintivo palestinese in bella vista. Incurante ovviamente dell'autogol mediatico di veder associato quel simbolo alle devastazioni e ai comportamenti dei provocatori che stavano bloccando la Valle di Susa. La cosa che inquieta e' che la simbologia palestinese sia adottata dalla "sinistra" estrema, anche nelle sue figure piu' rappresentative, come emblema di "cosa per cui si deve combattere". Un po' assurdo pensare che le popolazioni palestinesi della Cisgiordania e di Gaza vivono un boom economico in piena controtendenza mondiale e quelle di arabi israeliani sono le sole popolazioni arabe che godano di pieni diritti civili. Mentre tutto questo avviene, chi vuole fermare gli orologi della storia in Valle di Susa, pare volerlo fare nel mondo intero. Dimenticandosi delle atomiche iraniane o delle stragi in Siria o Nigeria.
A quando gli slogan viva Mao, viva Lenin, viva Ho Chi Min?
Andrea Jarach
Paolo Ferrero, insieme agli avanzi del comunismo di casa nostra, è un cieco sostenire delle ideologie totalitarie, nessuna sorpresa che sia quindi contro Israele e con i violenti No Tav.
IC redazione