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L'islam e l'arma del voto 29/02/2012

Sia i paesi occidentali che lo Stato di Israele, considerando solo l'aspetto religioso dell'islam, stanno compiendo errori imperdonabili e molto pericolosi, perchè sotto il termine di religione, come sotto un ombrello protettivo, l'islam riesce a spacciare di tutto. Un eventuale dialogo tra religioni deve essere lasciato all'esclusivo ambito religioso. L'islam, oltre che un insieme di credenze superstiziose (aspetto comunque trascurabile) è un insieme di norme di comportamento, di leggi obbligatorie che tutti i musulmani considerano sacre, immutabili e insostituibili. La fedeltà nei confronti delle prescrizioni coraniche comporta la non osservanza (e quindi il tradimento) dei principi fondamentali di rispetto, libertà e dignità di ogni essere umano a cui si sono ispirate le leggi delle democrazie liberali occidentali. Chi segue l'islam non dovrebbe mai essere messo in grado di influire sulle decisioni politiche dei nostri paesi; non dovrebbe mai far parte di un governo o di un parlamento. Nessun equivoco, nessuna discriminazione religiosa: non è possibile essere fedeli a dei principi e al loro esatto contrario. I musulmani, nei paesi occidentali, devono essere posti di fronte ad una scelta ben precisa: o seguono l'islam o diventano cittadini con relativo diritto di voto. Fornendo loro l'arma del voto possiamo solo aspettarci che la usino contro di noi.
Giuliana Cenci

Tutte vere le premesse, un appunto però sull'ultimo paragrafo. Uno deve essere libero di essere musulmano, questo vale per qualunque fede religiosa. Il problema nasce dal fatto che l' islam è stato fino ad oggi una religione che è identificvata con lo Stato, dando origine a società repressive, dove non esiste alcuna libertà. Sul fatto che l'islam cambi, abbiamo forti dubbi, forse tra qualche millennio, nell'attesa salviamo i rapporti con i singoli musulmani, sono i benvenuti accanto a noi nella difesa della democrazia e dei valori che caratterizzano oggi le società occidentali.
IC redazione


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