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Il mondo rovesciato dell'apartheid
Cari amici, spesso quando si parla di Israele il mondo è rovesciato, come nei vecchi carnevali alla Rabelais in cui i servi diventavano re e viceversa. Pensate per esempio cosa accadrebbe in Spagna se un deputato alle Cortes andasse a una conferenza internazionale rappresentando lo stato di Bascogna (o come si dice) o se un senatore della Suedtiroler Volkspartei si facesse sistemare il badge a un congresso come rappresentante del Tirolo unificato, o qualche ministro della Lega fosse accettato al'Onu in qualità di ambasciatore della Padania. Sarebbe occasione di polemiche infinite e squalificherebbe del tutto i responsabili. Be', in Israele succede, e anche di peggio, perché c'è la guerra e il terrorismo, non il pacifico dibattito che abbiamo conquistato noi con le minoranze nazionali. Dovete sapere che a Doha, in Qatar (il piccolo emirato del Golfo che dopo aver dato vita ad Al Jazeera si è trasformato nel tumultuoso mercato centrale dell'islamismo militante, sia in versione propagandistica che in quella terrorista), si è svolta una conferenza per la “Difesa di Gerusalemme” - difesa dagli ebrei, naturalmente, e dal loro bizzarro tentativo di "giudeizzarla", non dai terroristi e da quelli che ne vorrebbero la pulizia etnica. E' la conferenza in cui anche Mahmoud Abbas ha fatto il negazionista su Gerusalemme, in maniera particolarmente grottesca e aggressiva (http://elderofziyon.blogspot.com/2012/02/abbas-inciting-arabs-in-doha-with-bald.html). A proposito, mi scuso con l'Arabia e l'Eurabia e l'Islam e la santa palestina per averla chiamato la loro città santa col nome con cui la chiamavano il re Davide e Isaia e Gesù e Alessandro Magno e Giulio Cesare e tutto il cristianesimo e l'ebraismo da millenni - avrei dovuto dire Al Quds come hanno iniziato a dire gli arabi dopo che la invasero, due o tremila anni dopo la sua fondazione. Ma naturalmente ora pretendono che sia sempre stata musulmana, anche prima di Maometto... Comunque sapete chi è andato al convegno di Doha sulla difesa di Al Quds contro Gerusalemme? Un tale che a Gerusalemme ci lavora, in qualità di deputato. Si chiama Ahmad Tibi, fa il medico, è stato per qualche tempo il portavoce di Arafat, e dato che Israele è uno stato di apartheid che reprime i poveri palestinesi come il regime sudafricano discriminava i neri, vi esercita il ruolo di presidente del "Partito arabo unito" ed è stato eletto deputato. Dunque è un rappresentante del popolo israeliano nel suo parlamento: straordinario esempio di apartheid. Ma Tibi non è andato a Doha nel nome dello stato di cui è parlamentare, no. Né come privato cittadino, che in quanto israeliano non sarebbe stato ammesso in Qatar (questo sì che non è apartheid). Sul suo badge e dovunque fosse nominato è definito rappresentante dello stato, peraltro inesistente, di Palestina. E al rientro in Israele, ci sono state delle polemiche, ma nessun provvedimento né giudiziario, né del comitato etico che si occupa dell'immunità parlamentare dei deputati della Knesset. Notate che lo stesso Tibi e i suoi colleghi rifiutano come "razzista" la proposta piuttosto ragionevole fatta dal ministro degli esteri israeliano Lieberman per cui una pace potrebbe comportare uno scambio di territori per cui quelli in cui gli arabi israeliani sono grande maggioranza potrebbero confluire nel futuro stato palestinese in cambio di quelli oltre la linea verde in cui la grande maggioranza è ebraica. Sarebbe pulizia etnica, dicono, una cosa fascista - anche se la pulizia etnica consiste nel spostare forzatamente le popolazioni, non nel cambiare l'appartenenza statale, e in questo caso nessuno dovrebbe muoversi da casa sua. No, Tibi e gli altri vogliono essere sia palestinesi che cittadini israeliani, anzi deputati, con tutti i privilegi del caso. E avere il diritto di diffamare lo stato di cui sono cittadini, di complottare contro di lui, di partecipare a manifestazioni illegali come la sua collega Hanin Zoabi che partecipò l'anno scorso all'avventura della flottiglia e della Mavi Marmara (e non fu nemmeno incriminata per aver violato gli ordini legittimi dell'autorità militare: http://www.haaretz.com/print-edition/news/mk-zuabi-red-carded-for-role-in-2010-gaza-flotilla-1.373944) o magari come quell'altro loro collega Azmi Bishara che durante la guerra del Libano passava le informazioni sulle truppe israeliane agli Hezbollah, è stato incriminato per spionaggio (http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3391929,00.html) e che invece è stato denunciato ma ora se ne sta uccel di Bosco in Siria, in Qatar o in posti del genere. L'ironia di questo mondo rovesciato, che piace moltissimo ai nostri "pacifisti" e progressisti, è che Israele, tollerando comportamenti che in qualunque altro posto al mondo porterebbero dritti dritti a un processo per alto tradimento, è l'unico posto al mondo accusato di essere uno "stato di apartheid", altro che l'Arabia Saudita (o se è per quello anche i territori controllati dall'Autorità Palestinese e un bel po' di altri stati arabi), dove se sei ebreo non puoi entrare... Ugo Volli |
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