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Rinascita, l'ignoranza dei neo-fascisti 23/02/2012

Spett.le Redazione, allego copia di una mia email inviata a Rinascita
Cordiali saluti
Daniele Coppin

 Il Direttore di Rinascita, Ugo Gaudenzi, oltre a dare spazio senza commento alle affermazioni negazioniste di Robert Faurisson, si è distinto (si fa per dire!) per alcune affermazioni che dimostrano come la cultura e la conoscenza della Storia non siano più necessarie per scrivere su di un giornale.
Infatti, leggendo l' intervista rilasciata dal Direttore Gaudenzi a Steno Lamonica, il 15 febbraio scorso
(http://pocobello.blogspot.com/2012/02/steno-lamonica-intervista-il-direttore.html)
si registrano affermazioni forti quanto non dimostrate quali: " il monoteismo orientale è fonte di pensiero unico e totalitario ". Si apprende che il suddetto Direttore nutre un profondo rispetto per Benito Mussolini, per le sue idee e realizzazioni socialiste, sociali. Per la sua geopolitica di liberazione nazionale, euro mediterranea, per l'universalità del suo messaggio  mutuato dal risorgimento e dal socialismo autentico  di riscatto dei popoli poveri, delle nazioni proletarie, contro le plutocrazie. Poco ci mancava che aggiungesse l'aggettivo "giudaiche". Ma l'affermazione che più di ogni altra la dice lunga sulla incompetenza di Gaudenzi a proposito di Medio Oriente (è alquanto presuntuoso ritenersi esperti di un argomento per il solo fatto di essere stato qualche volta in una regione per scrivere qualche articolo, magari intervistando soltanto chi la pensa come lui) la si riscontra quando il Direttore afferma "Oltre a conoscere la storia del Vicino Oriente, ho quindi anche visto con i miei occhi la vergognosa continua rapina di una terra altrui al popolo che vi abitava. Difendiamo l'identità ancestrale di una terra che si è sempre chiamata Palestina, la terra dei filistei, dei palestinesi, e che è stata regalata a Jalta, da Stalin, Roosevelt e Churchill, ad una etnia aliena, una comunità che su quella terra poteva soltanto vantare una "promessa del suo dio ".

E no, caro (si fa per dire) Gaudenzi. Il termine Palestina è un termine imposto dai Romani, ed esattamente dall' Imperatore Adriano nel 135 d.C., dopo l'ennesima rivolta degli Ebrei della provincia romana denominata, non a caso Iudea (a meno che ella non voglia contestare l'autenticità delle monete romane presenti nei principali musei archeologici del mondo unitamente ad altre prove archeologiche).
E questo non perchè quelle terre in principio si chiamassero Palestina (o, meglio, Phylastinia), visto che i Filistei abitavano alcune città -stato (Pentapoli filistea, quindi non una nazione) dislocate in una zona corrispondente, grosso modo, all'attuale striscia di Gaza ed ai suoi più immediati dintorni, bensì perchè in quel modo i Romani (che tolleravano gli altri popoli a patto che non gli si rivoltassero contro) intendevano umiliare gli Ebrei nel modo peggiore, cioè attribuendo le loro terre ai loro nemici.
Quanto ai Filistei, poi, se ella conoscesse veramente la Storia di quella regione, saprebbe che erano una popolazione di provenienza cretese, che nulla ha a che vedere con gli attuali Palestinesi discendenti in parte dalle tribù provenienti dalla penisola arabica tra VII e VIII secolo d.C., in parte dagli stessi Ebrei convertitisi prima al Cristianesimo e poi all'Islam.
Analogamente, se conoscesse la Storia recente di quella regione, saprebbe che la cosiddetta Palestina del mandato Britannico conseguente all'accordo  Sykes-Piquot del 1916 era una regione ben più estesa dell' attuale Israele, comprendente anche l'attuale Giordania, la Striscia di Gaza ed il West Bank (Giudea e Samaria). Un territorio esteso più di due volte la Lombardia con una popolazione complessiva di poco meno di 800.000 persone (meno degli abitanti della città di Napoli) distribuiti in quattro-cinque città (Gerusalemme, Hebron, Haifa, Safed, Betlemme, Giaffa) ed alcuni villaggi dell'attuale West Bank. E gli Ebrei, a parte Gerusalemme (a proposito della quale i censimenti turchi dimostrano la prevalenza della popolazione ebraica anche nel XVIII secolo), si insediarono in zona dove la popolazione araba era scarsa o assente dl tutto. Non a caso, il progetto di spartizione votato dall'ONU nel novembre del 1947, teneva conto della diversa distribuzione della popolazione araba ed ebraica nella regione. La questione israelo-palestinese è ben piùcomplessa di come personaggi ideologicamente orientati e condizionati come lei vorrebbero far credere e coinvolgono persone, di entrambi i popoli, che hanno entrambe diritto a vivere in pace su di una propria terra ed in un proprio stato libero e democratico, senza correre il rischio di persecuzioni e genocidi.
Ma da chi apprezza Mussolini evidentemente non ci si può aspettare di meglio. Daniele Coppin, Napoli


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