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Libero Rassegna Stampa
23.02.2012 Afghanistan: integralisti islamici in rivolta per alcune copie del Corano bruciate
Carlo Panella prende le loro difese, con un attacco sproporzionato all'esercito Usa

Testata: Libero
Data: 23 febbraio 2012
Pagina: 15
Autore: Carlo Panella
Titolo: «I marines bruciano il Corano, Kabul in rivolta»

Riportiamo da LIBERO di oggi, 23/02/2012, a pag. 15, l'articolo di Carlo Panella dal titolo "I marines bruciano il Corano, Kabul in rivolta".

a destra, Carlo Panella

Non comprendiamo il livore dimostrato da Panella contro i soldati Usa. Certo, bruciare delle copie del Corano non è una mossa nè intelligente nè rispettosa, ma si è trattato della mossa di un gruppo di militari, non dei 'marines' in generale. Nell'occhiello si legge che "Stavolta i soldati Usa non hanno scuse", un'esagerazione. Panella, nel suo articolo, rievoca vecchie storie sull'esercito americano in Afghanistan, come l'uccisione per errore di alcuni bambini, o l'episodio dei soldati che urinarono sui cadaveri di alcuni talebani. Tutti gesti deplorevoli e da condannare, ma non caratterizzanti dell'intero esercito.
Ma Panella ha montato un caso, sembra che le vittime siano i talebani che hanno visto bruciare delle copie del Corano. Da dove deriva il filoislamismo che dimostra ultimamente Panella? Prima articoli flautati sulla Turchia, descritta erroneamente come Stato islamico-democratico (come se un simile ossimoro potesse esistere al mondo), ora questo attacco ai militari Usa, con una difesa del punto di vista talebano, senza una parola sul perchè i libri siano stati bruciati.
Evidentemente dall'esperienza non si impara mai abbastanza, non è bastata, a Panella, la colossale cantonata presa nel '79 con l'ayatollah Khomeini. Ora è in arrivo quella con Recep Erdogan. E, non c'è due senza tre, pure un attacco a soldati occidentali in difesa di integralisti islamici.
Complimenti.
Rimangono i suoi libri sull'islam, tutti molto importanti, ma lontani ormai dalla sua pubblicistica quotidiana. Peccato.


quelli che minacciano    quelli che la difendono
la nostra libertà

Ecco l'articolo:

Ambasciata americana di Kabul chiusa, nell’imbarazzo, manifestazioni violente in tutto l’Afghanistan contro obiettivi americani, almeno otto morti e scuse del comandante della missione Nato in Afghanistan, generale John Allen, che ha chiesto perdono “al nobile popolo d'Afghanistan”: queste le prime conseguenze, dell’ennesima follia compiuta dalle truppe Usa. Ieri, infatti, nella base Usa di Bagram, un gruppo di militari Usa ha bruciato materiale religiosoedi propaganda trovato nelle basi dei Talebani. Nella loro burocratica, imperdonabile stupidità, i militari americani hanno anche bruciato quattro copie del Corano, perdi più in modo tale che personale civile afghano della basese ne è reso conto e ha diffuso la notizia. E’ questa un’offesa, uno sfregio, un gesto di scherno tra i più gravi per i musulmani, anche i più dialoganti, perché per loro il Libro Sacro è in qualche modo l’incarnazione della parola di Dio (una dinamica teologica che è simile al concetto di incarnazione di Dio nel Cristo). Un fatto noto e stranoto, anche perché nel 2010 uno sciagurato pastore protestante della Florida, Terry Jones, in cerca di pubblicità a buonmercato, organizzò un “rogo del Corano”, che innescò violente manifestazioni di protesta dei musulmani di tutto il mondoin cui morirono decine di dimostranti, un attacco contro la sede Onu di Mazar e Sharif e a Khanadar e 24 vittime nel solo Afghanistan. Questa idiozia dei militari Usa viene a pochi giorni dall’uccisione di 8 scolari afgani nella provincia di Kapisa dell’8 febbraio e a poche settimane dalla diffusione di un video che mostra quattro marines Usa che orinano sui corpi di quattro Talebani uccisi in combattimento (una scena talmente disgustosa che il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, dichiarò subito il suo “sgomento totale”). Una serie di errori militari, smargiassate, offese al contesto islamico, resa ancora più drammatica dalle conseguenze della strategia militare seguita da Barack Obama, che ha intensificato la guerra tecnologica con i droni Predator e Reapter, diminuendo l’esposizione diretta sul terreno dei militari Usa, col risultato di diminuire le perdite di soldati Usa, ma di aumentare esponenzialmenteil numerodi civili uccisi dai droni (a causa della distanza temporale che intercorre tra la segnalazione del target militare e l’effettivo intervento dei missili teleguidati da una lontanissima base operativa negli Usa). Nel solo 2011 la popolazione civile afghana, secondo l’Onu, ha così sofferto la morte di ben 3.021, di cui almeno il 15 % vittime del fuoco amico delle forze della coalizione occidentale. Un tale macello che il presidente afghano Hamid Karzai ha posto come una delle condizioni al raggiungimento di qualsiasi accordo con Washingtonper ildopo 2014(data del ritiro Usa dall’Afghanistan stabilita da Obama) la fine dei raid aerei notturni Per di più, a soffiare sul fuoco dell’insoffe - renza di parte della popolazione afghana nei confronti degli Usa, nelle ultime settimane sono divampate roventi polemiche tra il governo di Karzai e Washington sia a proposito delle complesse trattative con i “Talebani moderati”, che sul futuro della collaborazione delle truppe Usa nel paese, una volta compiuto il ritiro della quasi totalità del contingente nel 1914. Fortunatamente, non si è registrata nessuna manifestazione di protesta contro la base militare italiana di Herat, in cui però l’evoluzione degli umori della popolazione locale è “monitorata con la massima attenzione” dal nostro comando militare.

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