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Il Foglio Rassegna Stampa
22.02.2012 Iran, nel 2011 il boia ha ucciso 676 persone-Comunicato di Fiamma Nirenstein
dagli Usa informazioni su Israele all'Iran, cronaca di Pio Pompa

Testata: Il Foglio
Data: 22 febbraio 2012
Pagina: 1
Autore: Fiamma Nirenstein - Pio Pompa
Titolo: «Indispensabile azione politica per rispetto della vita e dei diritti umani in Iran - Esca di Israele per svelare la fuga di notizie tra Usa e Iran»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 22/02/2012, a pag. 3, l'articolo di Pio Pompa dal titolo " Esca di Israele per svelare la fuga di notizie tra Usa e Iran ".
Ecco il pezzo, preceduto dal comunicato di Fiamma Nirenstein dal titolo "Indispensabile azione politica per rispetto della vita e dei diritti umani in Iran".

Fiamma Nirenstein - " Indispensabile azione politica per rispetto della vita e dei diritti umani in Iran "


Fiamma Nirenstein

“ Il rapporto dell’Iran Human Rights presentato oggi in Senato desta la più intensa preoccupazione e suggerisce l’indispensabilità di un’azione politica che fronteggi con decisione l’atteggiamento della leadership iraniana nei confronti della vita e dei diritti umani.

Essi, violati ad ogni momento, subiscono il massimo spregio nelle esecuzioni che in Iran sono aumentate esponenzialmente: 95 nel 2005, ben 676 nel 2011. Fa orrore in particolare l’esecuzione di 4 minorenni, 16 donne e 3 giovani accusati di sodomia. Ma non dubitiamo che molte delle esecuzioni, tra cui quelle segrete e quindi fuori conteggio in almeno 15 carceri iraniane, riguardino “reati” di critica al regime degli Ayatollah.

Sono dati cui fa riscontro la politica sempre più aggressiva nelle parole e nei fatti di un Paese che prepara l’atomica con intenti genocidi e che usa, secondo le indagini delle polizie di diverse paesi, il terrorismo ad ogni latitudine.”
www.fiammanirenstein.com

Il FOGLIO - Pio Pompa : " Esca di Israele per svelare la fuga di notizie tra Usa e Iran "


Pio Pompa

Nel momento in cui alcune navi militari iraniane hanno attraversato il Canale di Suez dirette al porto siriano di Tartous, il governo di Gerusalemme ha avuto la prova definitiva che notizie riservate israeliane giungono a Teheran tramite Washington. “Qualche settimana fa – affermano al Foglio fonti d’intelligence – i servizi israeliani hanno immesso nei circuiti riservati informazioni capaci di dar adito ai sospetti di un imminente attacco contro i siti nucleari iraniani”. Si trattava però di un’esca, lanciata “allo scopo di verificare se le autorità di Teheran potessero trarre un vantaggio strategico dai contatti segreti in corso con gli Stati Uniti”, proseguono le nostre fonti. Il risultato dello stratagemma è che nel giro di pochi giorni le informazioni false fossero sul tavolo della Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, che, dopo una ponderata riflessione, ha inviato nel Mediterraneo il cacciatorpediniere Shahid Qandi e la nave appoggio Kharg. Il loro compito era di affiancarsi alla flotta russa (composta dalla portaerei Kuznetsov e due incrociatori) ancorata a Tartous per “dimostrare la potenza della Repubblica islamica”, come ha spiegato l’ammiraglio iraniano Habibollah Sayyari, e per ribadire le proprie prerogative su Damasco. La fuga di notizie riservate a favore di Teheran, scoperta dai servizi di Gerusalemme, ha rischiato di provocare un attacco preventivo dell’Iran contro Israele ancor prima del clamoroso atto di forza di Khamenei. Un riscontro sulla possibilità di una rapida azione di Teheran la si è avuta il 5 febbraio, quando Alireza Forghani, consigliere strategico della Guida Suprema, ha spiegato che la Repubblica islamica “potrebbe distruggere Israele in nove minuti”, un lasso di tempo possibile solamente con l’uso di testate nucleari. Questi sviluppi hanno causato il risentimento del premier Benjamin Netanyahu nei confronti di Washington al punto che, in conversazioni private, il primo ministro israeliano avrebbe parlato di “tradimento americano”, giudicando altresì ingiustificabile il tentativo dell’Amministrazione Obama di risolvere la questione del nucleare iraniano alternando la minaccia di sanzioni alle proposte di dialogo. Netanyahu contesta anche il modo spregiudicato con cui gli Stati Uniti si sono posti quale unico argine a un possibile conflitto tra Israele e Iran, dal momento che Teheran continua a raggirare la comunità internazionale. Temi che saranno probabilmente al centro dei colloqui tra il premier di Gerusalemme e il presidente americano, il 5 marzo.

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