Sono un cattolico praticante ma non leggo Avvenire. Se fossi incappato nell'articolo di Gallesi probabilmente l'avrei cestinato alle prime righe perché conosco sufficentemente a fondo la storia del popolo ebraico fino alla fine del XIX secolo e di Israele dall'anno successivo; pertanto oggi riesco a capire abbastanza chiaramente cosa c'è nel cuore di chi scrive, e valutare se tale scritto può arrichire il mio sapere e il mio senso critico. L'articolo di cui sopra e non solo quello non soddisfa alcuna delle mie necessità ma mi lascia soltanto l'amaro in bocca. Ho iniziato a diffidare e a documentarmi a modo mio quando ho visto che l'ebreo era sempre sporco, brutto e cattivo e ho constatato di avere fiutato giusto. Sono stato in Israele e ho visto veramente il deserto fiorito così come avevo letto. Santa Madre Chiesa mi insegna ad amare questo popolo perché è quello che diretta- mente e personalmente da Dio ha ricevuto la Promessa, cosa non da poco e con la quale dobbiamo fare i conti ogni volta che pensiamo di avere qualche motivo per essere critici verso esso (popolo). Il resto è politica, e quella è una brutta bestia.
Paolo M.
Grazie per la sua bella lettera, l'ha mandata anche a Avvenire ? E' il quotidiano della Confererazione Episcopale Italiana (CEI), qualcosa avrà a che fare con il Vaticano..
IC redazione