sono passati cinquecento cinquant'anni da quando Francois Villon, il primo poeta maledetto della letteratura occidentale, piangeva così la fine dell'amore: «mais où sont les neiges d’antan?» Certo, la neve torna, come abbiamo visto nei giorni scorsi, e continua a essere bianca, fredda e scivolosa. E anche l'amore non è del tutto scomparso dai nostri cuori. Ma “non ci sono più i terroristi di una volta”, giustamente si lamentava l'altro giorno un simpatico blog italiano. Il riferimento va agli iraniani, che nella serafica indifferenza generale, hanno cercato di organizzare un'attentato all'ambasciata israeliana in Thailandia dopo che altri lo avevano fatto in Georgia e in India e altri loro colleghi ancora avevano cercato il “bersaglio grosso” di Barak durante una visita a Singapore: una vera e propria persecuzione organizzata dall'Iran, che non ha scandalizzato particolarmente la comunità internazionale: Israele, si sa, è uno stato di apartheid, la fonte di tutti i mali del mondo contemporaneo, una realtà disgustosa, se volete altri dettagli chiedete a quell'associazione di benefattori che “con approvazione ecclesiastica” appoggia il terrorismo palestinese sotto il rassicurante nome di Pax Christi.
A Bangkok però i terroristi hanno mostrato per davvero di appartenere a una generazione diversa dagli eroi di una volta. Vi ricordate il “testamento” del capo degli attentatori delle Twin Towers, Muhammed Atta? Mistico, fanatico, attento a non versarsi addosso una goccia di profumo (perché essendo fabbricato con alcool, poteva rendergli difficile l'accesso al paradiso con le 72 vergini 72 che lo attendevano)? Il testo inglese è qui (http://www.abc.net.au/4corners/atta/resources/documents/will1.htm), un riassunto giornalistico lo trovate qui (http://archiviostorico.corriere.it/2001/settembre/29/testamento_del_pirata_Dio_aprimi_co_0_01092911144.shtml). Be', potete essere d'accordo con le fisime di Atta, ma dal punto di vistra strettamente funzionale dovete riconoscere che non si è fatto prendere e ha compiuto con freddezza ed efficacia il suo crimine orrendo. Gli iraniani a Bangkok si sono fatti esplodere in mano la bomba che dovevano destinare agli odiati sionisti (imitando in questo forse lodevolmente gli eroici combattenti di Hamas che a Gaza sono spesso vittime di “incidenti domestici”). Si sono fatti catturare, fornendo la “pistola fumante”, la prova diretta del coinvolgimento iraniano nell'attentato. E poi si sono fatti beccare anche certe fotografie, che mostrano come hanno trascorso la vigilia dell'attentato: non in preghiera e in digiuno, come Atta, ma nella simpatica compagnia di alcune prostitute thailandesi di bassa classe (le vedete nella fotografia del blog qui, a questo indirizzo:http://liberaliperisraele.ilcannocchiale.it/2012/02/20/non_ci_sono_piu_i_terroristi_d.html . Forse è per questo che la divinità del terrorismo, irata, li ha puniti con tutti i guai successivi... E' proprio vero caro Villon: ou sont le terroristes d'antan?
Ugo Volli
PS: Sarà che io all'idolo dei terroristi non credo proprio, o sarà per interesse personale, ma preferisco questa generazione fantozziana di terroristi a quelli d'antan. Se conoscete qualcuno che debba fare un attentato, consigliategli dei bar equivoci: chissà, magari si farà saltare anche lui la sua bomba dove si merita...