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Ugo Volli
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Notizie (non tanto sante) da Hamas 20/02/2012

Notizie (non tanto sante) da Hamas


Ismail Haniyeh, Khaled Meshaal

Bisogna guardare con attenzione a Hamas, che ha le mani in paste, o piuttosto il dito sul grilletto rispetto a molte delle questioni più importanti dell'attuale Medio Oriente: se di nuovo una guerra coinvolgerà Israele nei prossimi mesi, sarà probabilmente per mezzo suo e di Hezbollah. Come  certamente sapete, sono in corso trattative fra l'organizzazione e Fatah per costituire un governo unitario. Quel che è meno noto è che Hamas sulla cosa è profondamente spaccata, con il paradosso che i sostenitori della trattativa sono gli “estremisti” che fino a qualche tempo fa erano basati in Siria, ma hanno cambiato padrone dall'Iran alla Fratellanza musulmana egiziana, mentre i cosiddetti “moderati” di Gaza (che moderati non sono affatto se non nella fantasia di chi li appoggia e hanno mantenuto i legami con gli ayatollah) sono contrari. E' una situazione interessante, da seguire con cura, perché potrebbe frammentare ulteriormente la rappresentanza politica “palestinese”: http://www.gloria-center.org/2012/02/the-hamas-split-and-the-palestinian-political-mess/.

La ragione evidente per cui Hamas di Gaza non vuole l'accordo con Fatah è che dovrebbe cedere o almeno moderare il suo controllo su Gaza, dove regna incontrastata. Essere i padroni di uno staterello, sia pure limitati nelle loro ambizioni dalla sorveglianza israeliana, avere soldi, potere, udienza internazionale è certamente meglio che fare la ruota di scorta di un governo unitario, che sarebbe probabilmente controllato dai “fratelli” di Damasco (o piuttosto di Doha, Qatar, la seconda capitale dell'islamismo dopo Teheran, dove sembra Meshaal e soci si siano rifugiati). Ma come governa Hamas a Gaza? Sappiamo tutti della sua propaganda, della storie sulla mancanza di merci smentite dalle foto di residenze di lusso e di mercati lussuosi (per chi se li merita, ovviamente). Ma in genere si sostiene che i movimenti islamisti sarebbero amati dal popolo per la loro autentica vocazione popolare, per la loro capacità di assistenza e per la buona amministrazione. I sondaggi raccontano un'altra storia, parlano di una popolazione insofferente del loro autoritarismo, che non li rivoterebbe più, come fece invece sei anni fa. In effetti c'è qualche notizia sul loro stile di governo. Per esempio, sapete dove si possono abbattere delle case arabe che l'amministrazione considera abusive senza suscitare campagne internazionali di solidarietà e senza accuse al governo? Non a Gerusalemme, dove i “pacifisti” badano bene a garantire tutti gli abusi edilizi, non in Giudea e Samaria, dove gli ebrei (detti “coloni”) non devono assolutamente erigere un pollaio a pena di incidenti internazionali, ma l'attività edilizia araba ferve in un vero boom... proprio a Gaza, è successo nei giorni scorsi:
http://elderofziyon.blogspot.com/2012/02/sometimes-no-one-cares-when-palestinian.html

Un altro caso significativo è la gestione della centrale elettrica di Gaza, che come i giornali hanno riportato, ha recentemente finito il carburante ed è stata spenta. Gaza è comunque collegata alle reti elettriche egiziana e israeliana, ma il caso è stato drammatizzato, facendo apparire “al buio” la Striscia. Gli egiziani si sono allora offerti, secondo gli accordi internazionali, di fornire il gasolio necessario, ma sempre secondo gli accordi non possono farlo attraverso il valico di Rafah e hanno proposto di passare per i passaggi controllati da Israele, da dove viene tutta la merce per Gaza e anche quel che si produce nella striscia e va in esportazione. Hamas però ha rifiutato l'offerta e tiene chiusa la centrale. Perché? È facile dirlo: anche se gli ebrei per i musulmani osservanti sono impuri (come i cristiani, peraltro), questa impurità non si estende al carburante.  E' piuttosto una questione politico-propagandistica: è certamente una bella pubblicità poter raccontare di una centrale elettrica chiusa e mostrare qualche immagine di Gaza al buio (magari taroccate, come quelle di due anni fa, per esempio questa (http://www.infopal.it/chiusa-la-centrale-elettrica-gaza-al-buio/) diffusa dall'agenzia di propaganda palestinese in Italia: notate in primo piano le donne commoventi che si radunano per strada a lume di candela, atteggiamento del tutto spontaneo e usuale; ma guardate anche i lampioni accesi sullo sfondo e la pompa di benzina ben illuminata...):http://elderofziyon.blogspot.com/2012/02/hamas-endangers-gazans-rather-than.html? . E poi c'è una questione economica: Hamas pretende che il carburante passi attraverso i tunnel di cui ha il controllo e da cui estrae tangenti immense. Insomma, come dice l'adagio, il potere corrompe sempre, quello assoluto corrompe assolutamente. Oltre che il gruppo di terroristi più efficiente intorno a Israele, Hamas (versione Gaza) si è trasformato in una bella associazione mafiosa, che si mantiene al potere con la forza, magari fa ammazzare amici scomodi (vedi Arrigoni) e  usa la politica per arricchirsi. Sarà interessante seguirne gli sviluppi.

Ugo Volli


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