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Il Giornale Rassegna Stampa
20.02.2012 Libia, scomparsa Hala Misrati, giornalista pro Gheddafi
Perchè Amnesty non denuncia i crimini commessi dai ribelli libici ?

Testata: Il Giornale
Data: 20 febbraio 2012
Pagina: 12
Autore: Redazione del Giornale
Titolo: «Stuprata e uccisa la giornalista fan di Gheddafi»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 20/02/2012, l'articolo dal titolo " Stuprata e uccisa la giornalista fan di Gheddafi ".


Hala Misrati

Le notizie fornite dai media circa la sorte toccata ad Hala Misrati, la giornalista della tv libica pro Gheddafi, sono discordanti. L'unica cosa certa è che della giornalista si sono perse le tracce. Che cosa succede nelle carceri dei ribelli libici? Perchè Amnesty non apre un'indagine?
A nessuno interessano le violazioni dei diritti umani che vengono compiute in Libia?
Ecco l'articolo:

Si infittisce il mistero sulla sorte di Hala Mi­­srati, la nota giornalista della tv libica che lo scorso agosto si presentò in stu­dio tenendo in mano una pistola e minacciò i ribelli anti Gheddafi.
Secondo alcuni media arabi la donna sarebbe stata trovata mor­ta in una prigione di Tripoli, ma i familiari della giornalista smenti­scono pur precisando che Hala «può morire da un momento al­l’altro ».
Fedelissima del rais, dopo la ca­duta del regime, Hala Misrati era stata catturata e arrestata dai ri­belli, ai quali poi aveva chiesto uf­ficialmente scusa. Nella sua ulti­ma apparizione tv, lo scorso 30 dicembre, era apparsa seduta su una sedia, senza parlare. Mi­srati sventolava un foglio su cui erano annotati solamente il giorno,il mese,l’anno e riportava segni visibili di percosse sul volto.Secondo al­cuni c’era anche il sospetto che alla donna fos­se stata tagliata la lingua.
Il suo caso, seguito da numerose organizza­zioni in difesa dei diritti umani, ha suscitato in­dignazione e proteste sui social network. Tra i nume­rosi messaggi postati su Twitter anche quelli che hanno denunciato che la donna è «incinta dopo esse­re stata costretta a subire violenza per ben 17 volte». Poi la notizia della sua mor­te, riportata dalla tv al Arab­i­ya secondo la quale Misrati sarebbe stata ammazzata il 17 febbraio, in occasione delprimoanniversariodel­l’avvio della liberazione. Dalle autorità della capitale però non è arrivata nessuna presa di posizione ufficiale sulla morte, come anche dai genitori che al sito Albawaba hanno detto che la loro figlia «si trova in una situazione criti­ca » e che la «sua morte potrebbe avvenire da un momento all’altro». Una versione confer­mata anche dal canale Algeria Isp.
«Stando alle ultima notizie che abbiamo ri­cevuto dal medico Yousuf Shakir­
scrive il sito
Libya S.O.S .
che raggruppa varie ong in difesa dei diritti umani - non possiamo confermare se sia viva o morta. Sappiamo solo che Misrati si trova nella prigione di Jadida dove viene mal­­trattata dai ribelli. Contro di lei non ci sono ac­­cuse precise, non esiste un capo di imputazio­ne e nessun processo è previsto».
Insomma un vero e proprio giallo circonda quella che un tempo è stata una tra le voci più forti della propaganda del rais.Nell’agosto del 2011 era apparsa in video con una pistola in pu­gno e in diretta aveva minacciato di usarla per difendere il regime dai ribelli. «Ucciderò o mo­rirò con quest’arma - aveva detto - siamo di­sposti a diventare dei martiri».
Nella Libia del dopo Gheddafi, come denun­ciato recentemente da Amnesty Internatio­nal, diventa sempre più difficile indagare sui casi di abusi umani, che avvengono in partico­­lare nelle strutture detentive, oltre che assicu­rare alla giustizia i colpevoli delle numerose violazioni dei diritti umani.

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