Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Continua la diffamazione di Geert Wilders Nell'articolo di Luigi Offeddu
Testata: Corriere della Sera Data: 19 febbraio 2012 Pagina: 17 Autore: Luigi Offeddu Titolo: «'Denuncia il polacco', iniziativa choc in Olanda, la condanna europea»
Il CORRIERE della SERA di oggi, 19/02/2012, a pag.17, con il titolo "'Denuncia il polacco', iniziativa choc in Olanda, la condanna europea ", pubblica l'ennesimo articolo di Luigi Offeddu diffamatorio nei confronti di Geert Wilders, che sui giornali europei continua ad essere definito 'xenofobo'. La verità è un'altra, come sanno i lettori di IC. Wilders è semplicemente un politico che ha capito il pericolo per l'identità europea rappresentato dall'invasione islamica. Un fatto che non sta bene dirlo, sarà concesso soltanto quando sarà troppo tardi. Allora gli Offeddu - ma con lui gran parte dei corrispondenti da Bruxelles- si chiederà 'ma come abbiamo fatto a non accorgercene'. In questa cecità entra d'obbligo la sottovalutazione del problema degli immigrati clandestini, chi lo affronta può star sicuro che riceverà l'etichetta di 'xenofobo'. Ecco l'articolo:
Geert Wilders
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — All'inizio, due settimane fa, per alcuni era poco più di un pettegolezzo goliardico. Ora, per tutti, è diventato un brutto incidente diplomatico: con 10 ambasciatori di altrettanti Paesi Ue che protestano con il ministro degli Esteri olandese, e il Parlamento europeo che chiede a Mark Rutte, il premier dell'Aia, di venire a giustificarsi in seduta plenaria, già fissata per il 13 marzo. È chiamato a rompere il suo «silenzio assordante» (parole del Partito popolare europeo) su una sorta di caccia virtuale all'immigrato, lanciata proprio nel suo Paese. Da un «cacciatore», di nome Geert Wilders, che sostiene dall'esterno il governo. «Avete dei problemi con gente dell'Europa centrale e orientale? Il vostro posto di lavoro vi è stato portato via da un polacco, un bulgaro, un romeno o altri europei dell'Est? Noi vogliamo saperlo». Queste frasi campeggiavano (e campeggiano) nel questionario comparso a inizio febbraio sul sito Internet del Pvv, il «Partito della libertà» fondato dal deputato populista Wilders. Più sotto, garbati titoli di giornale: «Non sarebbe meglio se te ne tornassi a casa?», o «Europei dell'Est, sempre più criminali». Infine, domande centrate su tre temi principali — l'ubriachezza, la guida spericolata, il chiasso eccessivo — e più o meno di questo tenore: un romeno vi ha bloccato l'auto parcheggiando la sua in doppia fila? Quel polacco nel condominio fa troppo baccano alla sera? Ditelo a noi. Si accettano tutte le risposte, anche in forma anonima: ne sarebbero arrivate finora 40 mila. E tremila denunce, che parlano soprattutto di «xenofobia». Un altro deputato del Pvv, Ino van den Besselaar, si è preoccupato di spiegare meglio: lo scopo del sito è quello di analizzare a fondo «i problemi causati dai centro-europei ed est-europei in termini di crimine, alcolismo, droga, uso dei rifiuti domestici e prostituzione». La Commissione europea ha condannato il sito, precisando che spetta al Paese interessato decidere se intervenire o no, e che l'Olanda non ha violato le norme Ue. Il commissario Ue alla giustizia Viviane Reding ha detto qualcosa in più: «Ci appelliamo a tutti i cittadini dell'Olanda perché non seguano quest'intolleranza. Dovrebbero invece dichiarare chiaramente al sito del Pvv che l'Europa è un luogo di libertà». Uri Rosenthal, il ministro degli Esteri olandese, si è tenuto più o meno su questa linea nel ricevere i 10 ambasciatori dell'Est Europa venuti a protestare, e prima ancora firmatari di una lettera collettiva: il Pvv non è certo il governo e non rappresenta le sue posizioni, ha detto, quel sito è sua esclusiva responsabilità. C'è stato anche qualche tentativo di imitazione altrove: in Italia, viene preannunciato un sito simile a cura dei «volontari padani» della Lega Nord, «sui comportamenti degli extracomunitari». Fin qui, la cronaca. La chioma bionda di Geert Wilders non è certo nuova, in certe danze polemiche: pochi mesi orsono, il deputato predicava l'istituzione di villaggi separati per la «schiuma della società». E non è sempre il solo a manifestare certi umori dalle sue parti: non molto tempo fa il governo polacco definì «pericoloso» un progetto attribuito al ministro degli Affari sociali Henk Kamp, per la deportazione degli immigrati polacchi disoccupati che non parlano l'olandese. Ma questa volta non si tratta di un caso singolo. Perché Wilders, con i suoi 24 deputati sui 150 che siedono in Parlamento, non fa parte dell'attuale coalizione di governo, una minoranza di centrodestra, ma ne è un'importante stampella. Ecco il probabile perché del «silenzio assordante» del premier Mark Rutte. Il 69,6% dei cittadini, secondo un sondaggio, gli chiede ora di condannare apertamente Wilders. Una prima risposta netta — un «no», perché queste cose riguarderebbero i singoli partiti — è giunta da uno dei ministri: è quell'Henk Kamp che faceva progetti sui polacchi che parlano solo polacco. Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, cliccare suilla e-mail sottostante