L'Iran risponde alle sanzioni rafforzando il suo potenziale bellico
di Piera Prister
Piera Prister, Mahmoud Ahmadinejad
Le sanzioni sull’Iran non funzionano. “ Sanctions on Iran not Working”. Sono le testuali parole di Bibi Netayahu di oggi 16 febbraio 2012 da Cipro durante una conferenza stampa a Nicosia con il presidente cipriota Demetris Christofias. Aggiunge che “il tour ispettivo delle centrifughe e della stanza dei bottoni nucleari di ieri, fatto da parte di Ahmadinejad, e’ la sua risposta al mondo che si illude di poter trattare con un regime –ma guai a chiamarlo tale- che, forte del sequestro dell’ambasciata americana a Teheran sotto Carter, e’ andato avanti rompendo tutte le regole della convivenza tra le nazioni, di un regime che manda ragazzini nei campi minati, e li addestra a seminare la morte come torce umane. Un regime che lancia decine di migliaia di razzi nelle nostre citta’ grandi e piccole. La comunita’ internazionale dovrebbe impedirgli di raggiungere un potenziale nucleare che sarebbe una sciagura per tutti”. Queste sue parole fanno seguito a quelle pronunciate ieri, 15 febbraio: “Il mondo risponda con decisione agli attacchi iraniani contro le sedi diplomatiche israeliane in India, Georgia e Tailandia, che sono una minaccia alla pace mondiale”. Piu’ tardi nella stessa giornata, il ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Liberman in un incontro con il presidente croato, Ivo Josipovic e il suo omologo Vesna Pusic, ha detto testualmente: “Because just as we have seen in the past , the Jews are the convenient target for crazy dictatorships but not the last”. Ben detto! Perche’ il terrorismo islamico non e’ soltanto un problema di Israele, anche se gli ebrei in passato sono stati un comodo bersaglio di folli dittature, ma non l’ultimo e il solo bersaglio, perche’ poi il risultato fu che dalla guerra tutti fummo orrendamente travolti ebrei e non ebrei. Invece l’amministrazione Obama in tutta risposta ha appena richiesto di tagliare ad Israele i fondi per la difesa congiunta anti-missili - missile defense funding to Israel- da 106 a 99 milioni di dollari per il 2013 per cui i repubblicani, nella persona di Ileana Ros-Lehtinen, chair of the House of Foreign Affairs Commitee e Buck McKeon chair of the House Armed Services Commitee, hanno inviato una lettera di protesta perche’ cade in un un momento in cui -Israele che e’ un leale alleato degli Stati Uniti deve essere sostenuto in una battaglia, in cui sembra essere rimasto solo, in difesa della democrazia, delle liberta’ individuali e delle donne contro i regimi musulmani che rappresentano la negazione di tali principi. L’Iran e’ spaventoso e alle sanzioni risponde rafforzando i suoi ordigni di guerra e il suo potenziale bellico, inoltre possiede un grande deposito di mine. Jerusalem Post riporta un lancio dell’agenzia Reuters del 13/2/2012 secondo cui nel Golfo Persico la marina iraniana e’ pronta ad utilizzare agili imbarcazioni per attacchi suicidi e all’uopo ha dislocato un numero di piccoli sottomarini che si muovono velocemente. Tuttavia il comandante delle forze navali americane della regione, il vice ammiraglio Mark Fox che comanda la quinta flotta, intervistato in Bahrein ha detto che la marina americana e’ in grado di prevenire il blocco dello Stretto di Hormuz che e’ di grande importanza strategica per il traffico del petrolio. Gli Iraniani si stanno preparando ad attaccare, dotando piccole imbarcazioni di una grande testata di dinamite –warhead- che potrebbero essere usate come un ordigno esplosivo in attacchi suicidi. “Some of the small boats have been outfitted with a large warhead that could be used as a suicide explosive device. The Iranians have a large mine inventory”. Lo stesso ricorda l’attacco suicida di al Qaeda del 1996 che uccise 17 membri dell’equipaggio del destroyer americano USS Cole in Yemen. L’Iran e’ si’ una minaccia, dice Mark Fox, ma prima dell’opzione militare bisogna tentare altre vie. Quali? La risposta passaparola e’ “Diplomazia”, la usa sia il presidente americano e la usa Leon Panetta per dire che Israele attacchera’ in aprile o maggio mandando al paese messaggi contraddittori. Questa parola sembra essere la magica panacea di tutti i mali, dietro cui si nascondono i codardi, andare avanti, avanti con le sanzioni e la diplomazia e poi... E’ il dictatum del presidente, Chamberlain Obama che dimentica che c’e un tempo per la pace e un tempo per la guerra e che e’ ora di schierarsi con Israele che e’ rimasta sola a difendere i valori occidentali contro chi li nega al proprio popolo con brutalita’ e disumanita’. Nella rivolta popolare del 2009 contro il regime dei mullah, Obama mando’ un messaggio di adulazione a quei teocrati che insanguinavano le strade di tanto sangue di giovani inermi, donne e uomini, invece di indirizzare lo stesso messaggio agli Iraniani che contandosi, si chiedevano dove fossero finiti i loro voti, reclamavano pacificamente giustizia solo giustizia contro i brogli elettorali che avevano riconfermato Ahmadinejad alla presidenza. Ora Obama e’ troppo preso dalla campagna elettorale basata sugli slogan di tassare i piu’ ricchi e sulla ridistribuzione della ricchezza, nonche’ sui diritti delle donne a garantirsi gratuitamente gli anticoncezionali e in ultimo, mossa assai furba che gli portera’ ancor piu’ un torrente di voti, a farsi fotografare accanto a Lady Gaga, l’icona gay che fece mesi fa un discorso intelligente, condivisibile e molto popolare contro il “Don’t Ask, Don’t Tell” a favore dei soldati gay, sdoganati da Obama, costretti all’ipocrisia di nascondere la propria identita’. Di questo passo l’abile Obama mettera’ nel sacco tutti i suoi avversari repubblicani che stanno dietro fantasie bigotte e quisquilie varie. Si pensi piuttosto alla grave minaccia di un Iran nucleare -minaccia avvertita persino dai paesi arabi sunniti - di un Iran che mira al califfato e a cui le sanzioni economiche non fanno nemmeno un baffo, e che pur di avere la sua bomba e le sue testate nucleari farebbe morire di fame milioni di Iraniani, come fece il suo amichetto nordcoreano Kim Jong il. Cedendo terreno passo passo faremo il gioco del nemico, anche se ci sono tutte le avvisaglie presaghe di quello che si sta addensando sulle nostre teste. Per cui anche noi siamo presi da un attimo di sgomento: e se poi fosse troppo tardi, e se poi non facessimo a tempo a rimediare, e se poi Israele da solo non ce la facesse! - Ma poi ci conforta dare una rapida occhiata alla lista dei mezzi elettronici sofisticati ed inimmaginabili di warfare che Israele possiede, oltre ai droni telecomandati -capaci di volare per lunghissimi percorsi- nonche’ alla sua Intelligenza; ed e’ possibile anche che sia in possesso di bombe non nucleari, designate a colpire un obiettivo in profondita’, la piu’ grande delle quali ha una lunghezza di 6 m./ un diametro di 0,8 m. /un peso di 30.000 libbre, ossia 14 tonnellate/e testata di 2,4 tonnellate di esplosivo, con capacita’ di penetrazione di 61 metri (30,000 pound bunker-busting, known simply as the MOP -Massive Ordnance Penetrators). - Allora ci convinciamo che Israele e’ forte, vigile e invincibile, e ce la fara’ come il piccolo Davide contro il gigante Golia.