La divisione della Siria
Analisi di Mordechai Kedar
(esce oggi su Makor Rishon, Traduzione dall’ebraico di Sally Zahav, a cura di Yehudit Weisz)
Mordechai Kedar
La Siria comprende 14 distretti amministrativi che riflettono la distribuzione demografica della popolazione.
Vedere la mappa in alto a destra:
1) Alawiti a ovest: i distretti di Latakiya e Tartus, le montagne di Ansari, dove gli Alawiti hanno vissuto negli ultimi mille anni.
2) Curdi nel nord: nel distretto di Hasaka
3) Drusi nel sud: nel distretto di Suwayda, la montagna dei drusi (Jabal al-Duze)
4) Beduini a est: nel distretto di Deir ez-Zor
5) Il distretto di Aleppo nel nord
6) Il distretto di Damasco nel sud, compreso il distretto della città più i dintorni.
Dopo la caduta del governo centrale, la Siria sarà pronta per essere divisa in gruppi etnici, una divisione che rispecchierà la mappa dei sei grandi distretti amministrativi; il resto diventerà autonomo o indipendente oppure saranno possibili anche delle unificazioni fra gruppi.
Alcuni distretti si proclameranno indipendenti, altri potranno unirsi in una sorta di federazione.
I Drusi
Davanti alle alture del Golan c’è Kuneitra. Questo distretto potrà unirsi a quello di Dara’a e Damasco, quindi al confine con Israele ci sarà uno stato con al centro Damasco. Difficilmente aderirà il distretto di Suwayda, perché, come faranno i Drusi, si dichiarerà indipendente. Nel 1925, quando il Mandato francese lo unì alla Siria, scoppiò una rivolta durata parecchi mesi, sotto la guida di Sultan Basha-Atrash. Una sua statua, a cavallo mentre brandisce una spada, è stata eretta nelle piazze dei villaggi drusi, come il suo ritratto è appeso in tutte le loro case.
Gli Alawiti
In Siria vivono circa due milioni di Alawiti, che rappresentano il 10% della popolazione dello stato. L’area tradizionale di residenza sono le montagne di Ansari, la continuazione topografica della Galilea israeliana e delle montagne libanesi. In questi luoghi vivono minoranze etniche soprattutto religiose: Drusi, Cristiani, Alawiti e Shi’iti, minoranze perseguitate dalla maggioranza musulmana sunnita della regione. Queste montagne hanno sempre rappresentato un rifugio per diverse ragioni: nelle grotte dentro le montagne è possibile nascondersi, impedendo la libertà di movimento ai soldati nemici, prestandosi altresì le vie di comunicazione ad essere bloccate con mezzi naturali, come alberi e pietre.
Gli Alawiti, considerati eretici dall’islam, erano sempre stati perseguitati duramente fino a quando il Mandato francese ha posto fine alla loro deprecabile condizione, ponendo le basi per un esercito con soldati e ufficiali. Dopo la rivoluzione Ba’ath del 1963, e specialmente dopo che il potere venne preso da Salah Jadid nel 1966, molti alawiti si trasferirono nelle città. Ad Aleppo, Homs, Hama e,soprattutto, a Damasco, dove si sono stabiliti in quartieri abitati in maggioranza da loro.
I Curdi
I Curdi sono stanziati tradizionalmente nella regione di Hasaka, a nord della Siria, anche se molti sono andati a vivere nelle città, soprattutto Aleppo e Damasco. Le relazioni fra curdi e arabi si fondano sull’odio reciproco. I Curdi vivono in quattro stati: Turchia, Siria, Iraq e Iran. In Iraq sono quasi del tutto indipendenti, mentre in Siria sono perseguitati, specialmente da quando lo stato siriano venne proclamato nel 1943. Molti non hanno neppure la cittadinanza, per cui non possono lavorare in enti pubblici, non hanno assicurazione sanitaria né possono usufruire di servizi scolastici. Il regime non riconosce la loro lingua né la cultura, tutto ciò che sono riusciti ad avere nel corso degli anni è stato solo grazie a dimostrazioni e proteste, alcune anche violente, per ottenere qualcosa dal governo.
I Curdi in Siria respirano oggi il vento di libertà che li potrebbe liberare, e stanno stabilendo contatti con i fratelli in Iraq, per avere il loro sostegno nella lotta per l’indipendenza.
Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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