Come al solito, il Vaticano vuole trarre tutti i vantaggi possibili senza rimetterci la faccia. Sono anni che rivendica un'ingiustificata situazione di privilegio in Israele, ma non fa un passo concreto per contribuire efficacemente ad una pace stabile, duratura e, soprattutto sicura per Israele. Innanzi tutto, va detto a chiare lettere che i veri custodi dei luoghi santi cristiani sono i greco-ortodossi e gli armeni, in quanto popolazioni non autoctone di più antica presenza. Inoltre, sarebbe bene che si ponesse fine a quello scandalo di matrice crociata che è il Patriarcato di Gerusalemme dei Latini, ricostituito nel 1847 per motivi "concorrenziali". Si trattava di bilanciare l'episcopato anglicano appena formato edi rivaleggiare con i patriarcati orientali ivi da secoli radicati. Un patraircato latino evoca inevitabilmente una storia fatta di sangue e di conquiste. Se il Vaticano perseguisse davvero un sincero obiettivo di tutelare i propri seguaci in Terra Santa, dovrebbe porre fine a quell'odiosa istituzione e costituire tre diocesi con tre vescovi locali: una per Israele e Cipro, una per la Palestina e una per la Giordania. In tal modo si omolegherebbe la situazione dei cattolici in quelle terre a quelli di tutte le altre comunità cattoliche, sia pure minoritarie, sparse in giro per il mondo.