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Informazione Corretta Rassegna Stampa
09.02.2012 Israele non deve inchinarsi al Vaticano
commento di Giulio Meotti

Testata: Informazione Corretta
Data: 09 febbraio 2012
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Non ci si deve inchinare al Vaticano»

Non ci si deve inchinare al Vaticano
Commento di Giulio Meotti

Pubblicato su Ynet.com, Yedioth  online
(Traduzione dall'inglese di Yehudit Weisz)


Giulio Meotti  Israele

Lo Stato di Israele non deve cedere la sua sovranità sui luoghi sacri di Gerusalemme

Israele ha raggiunto un accordo con il Vaticano, secondo il quale rinuncerebbe a una parte della sua sovranità sulla “ Sala del Cenacolo ”, situata sul Monte Sion a Gerusalemme. Così il Vaticano ne avrà la proprietà assoluta: Israele è d’accordo a dare un trattamento preferenziale al Vaticano in materia finanziaria e diritto di accesso. E' stata la conclusione di una lunga trattativa da parte della Chiesa Cattolica Romana per  ricuperare la gestione religiosa sul luogo in cui Gesù spezzò il pane e bevve il vino con gli apostoli alla vigilia della sua crocifissione, e dove lo Spirito Santo discese sugli apostoli nel giorno di Pentecoste.

La Sala è il terzo dei luoghi più sacri per la Cristianità, dopo il Sepolcro a Gerusalemme, eretto sulla tomba di Cristo, e la Basilica della Natività a Betlemme, in cui nacque Gesù.

Qualche mese fa, il cardinale Jean-Louis Tauran, capo del Concilio Vaticano per il Dialogo Inter-religioso, avanzò la richiesta di porre il sacro sito israeliano sotto l’autorità del Vaticano. Il problema è che questo è anche il sito della Tomba di Davide, un complesso di edifici di 10.000  metri quadrati dove sono sepolti Davide e Salomone, e i Re ebrei di Giudea. Ecco perché l’accordo costituisce una triste resa da parte di Israele agli sforzi del Vaticano di “cristianizzare” il luogo sacro,  come quando fu costruito un convento cattolico  ad Auschwitz. Nel 1989 il rabbino americano Avi Weiss protestò contro la decisione del Vaticano di costruire il convento nel campo di sterminio, a pochi passi dalla recinzione di filo spinato e dalle torri di guardia dei nazisti, per di più al centro era prevista una croce di legno alta 7  metri. Weiss con altri dettero vita ad una protesta scavalcando i muri del convento e suonando lo shofar. Gli operai cattolici che lavoravano sul sito reagirono lanciando secchi di vernice e acqua contro i dimostranti e li spinsero fisicamente via. Succederà anche sul Monte Sion?

 Dite loro NO

La direzione della Yeshiva Diaspora, sul Monte Sion fin dal 1967, riferisce che il Vaticano vuole trasformare la Sala del Cenacolo in luogo di pellegrinaggio per centinaia di migliaia di cattolici e officiarvi messe. In effetti, già durante la sua visita in Israele nel 2000, Papa Giovanni Paolo II celebrò una messa nella Sala del Cenacolo. Il Papa sapeva che il sito ha una posizione strategica, essendo molto vicina al Monte del Tempio e adiacente alle mura della Città Vecchia.

Il Vaticano vuole che Israele rinunci anche alla sovranità sul Muro Occidentale  e sul Monte del Tempio. La Santa Sede usa l’espressione “ Conca Santa” riferendosi all’area del Monte del Tempio, del Monte degli Ulivi, del Monte Sion  e di una varietà di luoghi sacri al cattolicesimo. Anche diversi governi americani avevano proposto un’amministrazione a “regime speciale”.

Israele non deve inchinarsi al Vaticano, dato  che lo stato ebraico è già impegnato nel proteggere in modo eccellente i siti sacri di tutte le religioni, garantendo il diritto al culto di tutte le fedi. E invece di dire “giù le mani, Gerusalemme non è in vendita”, il governo israeliano ha accettato la richiesta di pagamento del Vaticano.

In futuro questo gesto potrebbe incrementare le tensioni tra ebrei  e l’immenso patrimonio del Vaticano. La Santa Sede da lungo tempo ha intessuto trame per ridurre i diritti ebraici, a Gerusalemme e nella Città Vecchia. Ora, dopo che l’autorità musulmana del Waqf ha espulso i cristiani dal sito e l’ha trasformato in moschea, è il turno  del Vaticano ad allungare le sue mani sulla Gerusalemme ebraica.

Lo scopo è assicurarsi che nessun ebreo metta più piede nel cuore di Gerusalemme, com’era  prima del 1967.

Israele, dì loro di no, con la N cubitale.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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