Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 08/02/2012, a pag. 43, la risposta di Pierluigi Battista a Moni Ovadia dal titolo "Quella vignetta di Vauro".
Moni Ovadia
Mi piacerebbe avviare un’aspra polemica con il dottor Pierluigi Battista, dopo le indignate e sardoniche espressioni nei miei confronti sul suo corsivo dello scorso 6 febbraio a proposito della famigerata vignetta di Vauro su Fiamma Nirenstein. Lo farei se fosse vero il presupposto della querelle, ovvero che Vauro nella sua vignetta abbia mostrificato il naso della giornalista ebrea con l’intento di farne una caricatura antisemita. Siccome a mio parere questa affermazione è totalmente falsa ed è vero invece che Vauro abbia voluto solo stigmatizzare l’imbarazzante disinvoltura con cui la Nirenstein riesce a far convivere la stella di Davide con simboli neofascisti e neonazisti pur di sostenere le ragioni del governo israeliano in carica, cosa questa sì raccapricciante per chiunque sappia cosa sia stata la persecuzione antisemita. A parte questo, tutto il resto è solo colore.
Moni Ovadia
Pierluigi Battista
Capisco l’imbarazzo per aver giustificato una vignetta in cui un’ebrea italiana è stata derisa con il naso adunco della tradizione antisemita, ma è molto puerile negare la realtà in modo così grossolano. E non ricordare nemmeno, per pura cecità ideologica, che un giornalista di sinistra, Peppino Caldarola, è stato condannato da un tribunale italiano solo per aver rudemente criticato una vignetta in cui veniva messa alla berlina la stella di David.
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