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Informazione Corretta Rassegna Stampa
04.02.2012 Una giustizia a doppio binario, quella italiana
Piera Prister difende Fiamma Nirenstein

Testata: Informazione Corretta
Data: 04 febbraio 2012
Pagina: 1
Autore: Piera Prister
Titolo: «Una giustizia a doppio binario, quella italiana»

Una giustizia a doppio binario, quella italiana
di Piera Prister

Piera Prister    Fiamma Nirenstein       La 'caricatura' di Vauro

E cosi’ il giornalista ed editorialista, Giuseppe Caldarola, e’ stato condannato da un tribunale italiano ad una pena pecuniaria spropositata e sproporzionata di 25.000 euro per aver difeso l’on. Fiamma Nirenstein, in un momento in cui sono state fatte delle minacce di lancio di bombe contro la sinagoga di Torino e minacce anche contro i collaboratori di Informazione Corretta su Internet, le cui fronti simbolicamente sono state marchiate con dei numeri, come facevano i nazisti con i loro ferri appuntiti, sui polsi dei deportati ebrei nei campi di sterminio.
E’ quella l’impressione che ho avuto, quando ci siamo visti noi tutti giornalisti di Informazione Corretta, cosi’ riprodotti su siti neonazisti.
Complimenti alla sig.ra giudice (strano non risulta il suo nome sui molti siti visitati, ma come si chiama? Forse “Nessuno”) che ha emesso una sentenza cosi’ insensata, irresponsabile e anche intimidatoria, come deterrente e monito per coloro che volessero riprovarci a difendere un’ebrea, tanto da voler indurre il condannato, il Caldarola per l’appunto, a mettere un’ipoteca sulla sua casa per pagare quell’ingente somma, che e’ una cosa quasi peggiore di una condanna a morte.
Per proteggere chi e da chi?
Dovremmo forse subire l’ennesimo “allegro assai” dell’antisemitismo senza protestare!
Chi dobbiamo proteggere invece e’ Fiamma Nirenstein che vive una vita blindata e si muove sotto scorta, e ovviamente difendere Giuseppe Caldarola che ha subito eclatantemente un’ingiusta condanna.
Eppoi, non ci si nasconda dietro il diritto alla liberta’ di parola, d’espressione e di satira che noi giornalisti di Informazione Corretta e Angelo Pezzana, suo editor in chief, abbiamo sempre con impegno difeso per primi, per esempio nel caso di Geert Wilders, come nel caso del vignettista olandese Gregorius Nekschot, ma che voi giudici non avete per niente e altrettanto difeso nel caso di Giuseppe Caldarola, che avete cercato di azzittire e di intimidire, condannandolo pesantemente e mettendogli un bavaglio sulla bocca, perche’ la Vostra giustizia e’ prepotente, unidirezionale e basata su due pesi e due misure, e per giunta scredita ingiustamente i giudici buoni ed onesti.
Cosi’ al vignettista Vauro Senesi e’ riconosciuto il diritto alla liberta’ d’espressione e al Caldarola invece no.
Doppio standard!
Ricordiamo il caso giudiziario di Oriana Fallaci, per entrambe le giornaliste italiane, Oriana e Fiamma, c’e’ stato un accanimento giudiziario persecutorio inspiegabile in un paese democratico e civile come ancora pensiamo sia l’Italia che permette che antisemiti e anti-italiani impunemente brucino le bandiere italiane al grido “di dieci, mille, cento Nassiriya” e le bandiere israeliane al grido di “ritornate ai forni” minacciando una nuova Shoah, e invece si accaniscano contro Caldarola, che a tutti gli effetti risulta essere il solo gentiluomo.
Stiamo attenti, la faccenda dei giudici politicizzati e le minacce antisemite sono una cosa grave da non prendersi sottogamba. Ci hanno gia’ provato con l’attacco assassino palestinese a colpi di bombe e proiettili di mitraglie, nel 1982 alla Sinagoga di Roma e con le sue relative connivenze da parte degli uomini di governo, nonche’ della Cgl che pochi giorni prima, durante un corteo aveva depositato una bara-minaccia proprio a Lungotevere Cenci di fronte al Tempio Maggiore, prima che fosse riempita del corpicino di Stefano Tache’.
Da quel lontano 1982, esattamente a trenta anni di distanza, non e’ stata fatta ancora giustizia. Come non e’ stata fatta giustizia alle centinaia di morti ammazzati ai treni, negli aeroporti e nei cieli. La giustizia italiana cosi’ risulta essere latitante con i terroristi ed e’ invece solerte e punitiva solo con Giuseppe Calderola colpevole del reato di diffamazione.
Dov’e’ andata a finire la responsabilita’ civile dei giudici? Ma che avvilimento la sentenza della giudice, altro che “La legge e’ uguale per tutti” che sono le parole scritte in alto, alle spalle dei giudici della Corte, in ogni aula di giustizia! Non voglio entrare poi nella polemica riguardo alla caricatura dell’on. Fiamma Nirenstein -che e’ poi alla base di questo caso giudiziario- la quale e’ una giornalista e deputata di cui apprezziamo il lavoro costante e coraggioso in favore di Israele e dell’ebraismo, svolto anche a livello internazionale sia con competenza e sia con molta grazia e gentilezza.
Mentre il caricaturista Vauro risulta a tutti gli effetti essere avvolto dal buio dell’ insignificanza, da cui il medesimo vorrebbe emergere non in base ai suoi meriti ma in base alla strumentalizzazione politica della vignetta stessa che e’ esteticamente e graficamente brutta, che non ha il tocco incisivo di un George Grosz -esponente dell’ ”arte degenerata” come la definiva Goebbels- che invece rischiava la vita quando con le sue caricature espressionistiche, esprimeva il dissenso in Germania contro il sorgente nazismo.
Ora e’ la stessa on. Nirenstein che rischia la vita, oggetto com’e’ di facili attacchi da destra e da sinistra e dal terrorismo che in Italia e’ di casa da molti decenni, senza che contro i suoi adepti che seminarono di stragi e bagnarono di sangue di tanti Italiani il nostro paese, ci sia stata una sola seria sentenza di condanna da parte dei giudici e dei politici, dato il vezzo di darne la responsabilita’ ai neri anche quando erano di matrice rossa o il vezzo di far scappare gli assassini o di graziarli per buona condotta.
E’ una vignetta che viene spacciata come arte dai “lobbisti rossi”, ma fa pena, e’ fatta male, misera nel tratto e senza inventiva, quello che risalta sono i fasci littori, e la stella gialla cucita sul vestito, simboli fascisti riesumati dagli anni ’30 e che sono simboli ora riproposti e rivisitati come strumenti di propaganda rossonera contro Israele e contro la nobilta’ del sionismo.

 Piera Prister Bracaglia Morante


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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