Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 03/02/2012, a pag. 44, l'articolo di Stefano Jesurum dal titolo "Dialogo tra Israele e Palestina: l'impegno dell'arte diventa decisivo".



Stefano Jesurum Janiki Cingoli
La buona notizia è che il Cipmo ha finito i fondi.
Quella cattiva è che molti artisti, probabilmente in buona fede, hanno donato le loro opere per denaro che finirà speso in propaganda contro Israele.
Per avere informazioni sul CIPMO andare in Home Page e, in alto a sinistra, scrivere cipmo nella finestra 'cerca nel sito'.
Ecco il pezzo:
Dunque non è vero che il conflitto israelo-palestinese provochi nell'opinione pubblica sempre e soltanto reazioni antagoniste, ideologiche, violente, ossessive, patologiche, tifoserie tutte prese a insultarsi e ferirsi offendendo insieme il buonsenso. Non è vero insomma che 22 anni di lavoro — tanto per fare un esempio — del Cipmo (Centro italiano per la pace in Medio Oriente, tra i fondatori Giorgio Napolitano, presidente onoraria Rita Levi Montalcini, instancabile tessitore Janiki Cingoli) non abbiano aiutato il dialogo. Tra israeliani e palestinesi, e anche tra chi quelle vicende ha a cuore e segue. Una tesi che mi sento di sostenere grazie a un episodio di queste ore.
Il Cipmo di Milano è in grave difficoltà, i contributi delle istituzioni locali sono diminuiti di oltre il 50%. Già, la «merce» prodotta e messa sul mercato è astratta: si chiama pace, sogno, sfida. Un'esperienza unica in Europa: le prime grandi conferenze internazionali tra israeliani e palestinesi, tra l'89 e il '93; i seminari riservati tra Likud e Fatah; decine di incontri anche segreti, convegni. Ora si rischia di chiudere, inizia una campagna (www.cipmo.org/sostienici.html), il nostro Sette se ne occupa con un articolo e qualcuno si muove, senza appiccicarsi etichette politiche, senza faziosità. Lo fa per primo Arturo Schwarz, critico d'arte, grande collezionista, mecenate e insieme — come ama definirsi — «anarchico che crede nel dialogo e nei compromessi anche dolorosi». Organizza in collaborazione con la Casa d'Aste Porro di Milano e Moretti & Vitali Editori, un evento benefico a favore della fatica e dell'impegno profusi da Cingoli & C. in questi lunghi anni.
Ma la cosa più sorprendente è la risposta di artisti e collezionisti che finora hanno donato oltre quaranta opere: le firme vanno da Alik Cavaliere a Man Ray, Arnaldo Pomodoro, Stefano Levi Della Torre, Renzo Margonari, Ugo Nespolo, Maria Mulas, Emilio Isgrò... Alla faccia delle bandiere israeliane bruciate, dell'islamofobia, di tutti i nostri militanti da curva sud.
Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sull'e-mail sottostante