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Ugo Volli
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Vedete bene che sono gli israeliani a non volere la pace e a boicottare le trattative 01/02/2012

Vedete bene che sono gli israeliani a non volere la pace e a boicottare le trattative


Yitzak Molcho, negoziatore israeliano, Saeb Erekat, negoziatore arabo
a destra, i negoziati secondo gli arabi

Cari amici,

a proposito delle trattative di pace fra Israele e "palestinesi", che mancano così tanto ai nostri politici e ai giornali, avete sentito quel che è successo ad Amman? No? Che strano, i giornali tengono tanto alle trattative ma non ne parlano molto...

Comunque in seguito alle "forti pressioni" (leggi minacce di tagliare i finanziamenti) del Quartetto (Usa, Urss, Onu, Unione Europea) incaricato di sovrintendere al processo di pace, i poveri non-negoziatori del'Autorità palestinese hanno dovuto rassegnarsi a entrare nella stessa stanza degli israeliani. Poverini, che esperienza traumatica dev'essere stata per loro, annusare il foetor judaicus (la puzza di ebreo, si diceva così nel Medioevo) che promanava da quei personaggi poco raccomandabili. Naturalmente, poverini, erano stanchi e stufi, tant'è vero che già dopo il quarto dei cinque incontri programmati, hanno annunciato che non ci venivano più a quelle trattative "inutili". Poi un piccolo tocco sul portafoglio li ha indotti a cambiare idea, ma sapete com'è, puoi obbligare uno a starsene in una stanza, puoi perfino lavargli le orecchie perché ci senta, e però non puoi costringerlo ad ascoltare. Mette su l'ipod, almeno idealmente, si gode la sua musica e chi s'è visto s'è visto, le parole scorrono come acqua sul vetro.

Fatto sta che gli israeliani hanno esposto come era stato richiesto le loro idee sulla possibile sistemazione dei confini fra i due stati, e i non negoziatori palestinesi hanno detto che non andava bene perché non c'era una mappa disegnata (l'avessero fatta, avrebbero notato che non andava bene e usata come base per le loro rivendicazioni). Hanno fatto arrivare un generale dell'esercito per spiegare come Israele intende i suoi bisogni di sicurezza (che non sono scherzi, da Gaza partono razzi tutti i giorni e gli attentati sul territorio israeliano si moltiplicano di nuovo in maniera preoccupante); i palestinesi si sono rifiutati di entrare nella stanza dove costui aspettava: degli ebrei si possono sopportare, con un po' di schifo; degli israeliani, che orrore; ma dei generali ebrei israeliani che parlano di sicurezza, cioè di come fermare gli eroici martiri, be' questo no, è un'insolenza... Netanyahu si è perfino offerto pubblicamente di andare lui a Ramallah, citando il gesto di Sadat quando venne a Gerusalemme a fare la pace. Non ci sono state reazioni ufficiali a questa proposta, ma qualcuno deve avergli fatto presente che i "palestinesi" non vogliono un solo ebreo sul loro territorio e magari fatto presente quel caso di dieci anni fa, circa, quando due riservisti israeliani entrarono per sbaglio a Ramallah, furono "arrestati" dalla "polizia palestinese" e direttamente linciati nella stazione di "polizia" e buttati a morire giù dalla finestra...

I palestinesi in cambio hanno ripetuto la solita canzone: queste non sono trattative, non è possibile trattare finché gli israeliani non bloccano le costruzioni nelle "colonie", inclusa Gerusalemme, non accettano "i confini del '67" come base per la pace, non accettano il "ritorno" dei "profughi". Cioè non è possibile iniziare a trattare fino a che Israele non firmi ufficialmente il proprio suicidio.

Conclusione: vedete bene che sono gli israeliani a non volere la pace, a boicottare le trattative, a essere occupanti, oppressivi, tenutari di prigioni a cielo aperto. E tutto ai danni dei poveri palestinesi, così pacifici e buoni. Chissà perché i giornali queste cose non le raccontano. Dev'essere la lobby sionista...

Ugo Volli


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