IC7 - Il commento di Alberto Cavaglion Dal 22/01/2012 al 28/01/2012
Testata: Informazione Corretta Data: 30 gennaio 2012 Pagina: 1 Autore: Alberto Cavaglion Titolo: «Il commento di Alberto Cavaglion»
Il commento di Alberto Cavaglion
Alberto Cavaglion
Mai come quest’anno la riflessione sulla Memoria, in occasione del 27 gennaio, avrebbe dovuto riguardare l’Europa: il suo passato, il presente e, soprattutto, il suo futuro. A quanto ho visto, ma posso sbagliare, quasi nessuno invece ne ha parlato. Napolitano ha opportunamente citato la frase di Angela Merkel: “Se non avessimo l’Europa forse anche la nostra generazione si farebbe la guerra”. Vero, ma a giudicare dalle recenti copertine di “Der Spiegel” e da talune scomposte reazioni italiane, ad esempio nell’editoriale di venerdì 27 sul “Giornale” (A noi Schettino, a voi Auschwitz), quella di Angela Merkel e di Giorgio Napoletano sembra ancora essere l’Europa dei sogni. Sulle responsabilità della politica europea nella tragedia mediorientale vi sarebbe da dire molto, proprio in circostanze come questa del 27 gennaio, ma la crisi economica assorbe ormai ogni nostra energia e finisce con il farci dimenticare che l’Europa avrà un futuro soltanto se si assumerà pienamente la responsabilità che ha avuto nello sterminio degli ebrei. Su quella responsabilità sorvolano gli attuali governi europei, ma anche gli intellettuali non sono stati da meno. Colpisce, in questi giorni, ad esempio, la lettura di un breve (e magnifico) testo di un grandissim studioso di cui ricorreva questa settimana il centenario della nascita, Gianfranco Contini. In un reportage del 1946, scritto a margine di un congresso svoltosi a Ginevra intorno allo “spirito europeo”, amareggia vedere che nessuno degli illustri relatori accenna alla politica razziale del nazismo. E’ triste dover constatare che lo stesso Contini prende le distanze dalla bella affermazione di Jaspers su Gerusalemme “città europea” (Dove va la cultura europea?, Quodlibet, 2012, p. 28).