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Antigiudaismo e terrore planetario 28/01/2012
La rozza e grossolana dicotomia destra/sinistra ha origini storiche. Dalla rivoluzione francese lungo tutto il secolo XIX e gran parte del successivo ha determinato la divisione degli umani fra "buoni" (progressisti volti all'emancipazione e alla liberazione da tutte le catene) e "cattivi" (controrivoluzionari, oscurantisti con cui non è lecito avere rapporti d'alcun genere). Va da sè che - come dice lo storico Reinhard Koselleck - la dicotomia è asimmetrica, perché i due termini non sono percepiti come paritari, bensì - l'abbiamo già detto - in guisa di contrapposizione fra tenebre e luce, bene e male: un po' come altre più antiche dicotomie quali pagano/cristiano (anch'essa asimmetrica, perché l'unica salvezza per il pagano è - secondo il significato della dicotomia stessa - la conversione al cristianesimo); anche un'altra coppia di opposti, quale greco/brabaro, aveva funzionato come discrimine fra una sorta di ragionevolezza escludente/esclusiva e il suo opposto. Ma se tale dicotomia presenta origini storiche, come possiamo tollerare che quanti hanno interesse a perpetuarla come valida sub specie aeternitatis la mantengano in vita anche quando essa ha di fatto perduto ogni ragion d'essere? Il 30% degli aventi diritto al voto oggi si astiene dall'esercitarlo: sono tutti dei qualunquisti nati, oppure tale fenomeno rimanda a qualcosa di più profondo, cioè all'assurdità del permanere - a livello esitenziale-semantico - di un'opposizione che non ha più senso? Ma perché non avrebbe più senso? Essenzialmente perché tutti i movimenti di liberazione sono stati - nel corso di due secoli - neutralizzati e svuotati internamente da una teleologia rivoluzionaria che di quella dicotomia si nutre, e che da ultimo sfocia nella planetarizzazione di un fenomeno che ha originariamente snaturato le rivoluzioni: il terrore. Dopo che l'habitus della divisione dicotomica fra gli umani aveva imposto anche alla rivoluzione conservatrice una natura similmente crollistica e catastrofica, la dicotomia stessa trapassò dall'ambito storico a quello mitologico. Entro quest'ambito il mostro dell'antisemitismo - che non era affatto limitato agli ambienti di estrema destra, come dimostrano con abbondanza di "materiali" Pierre Joseph Proudhon e Richard Wagner (il quale, ricordiamolo, non solo era stato quarantottardo ma non rinnegò mai le sue esperienze trascorse, riunendo nel personaggio di Siegfried gli estremi stessi della dicotomia in questione) - l'antisemitismo, stavamo dicendo, si manifestò come culmine, acme, apogeo, centro del ciclone infernale, nel nazionalsocialismo; ciò però non assolve quella parte d'Europa che non fu nazionalsocialista o anche nemmeno collaborazionista (sempre che ciò sia vero: docet il patto ribbentrop-vjaceslav molotov e i rapporti di jean paul sartre con la wehrmacht nel 1940), in quanto hitler non disdegnò d' "abbeverarsi" - al fine di dare consistenza alla nube di fetore del suo gigantismo antisemitico - ad alcuna fonte; anzi, si abbeverò a tutte - senza distinzione - le fonti che fossero contaminate dall'antisemitismo: dal cattolicesimo a martin lutero, sperando che i popoli d'Europa si adeguassero seguendo il loro odio antiebraico istintivo, e riservando a sè lo sporco rivoltante lavoro di esecutore al dettaglio. Il fetore immondo che trasuda dal suo infame "testamento", secondo il quale l'aver perso la guerra non lo defraudava dal "merito" di aver gasato 6 molioni di ebrei più 5 milioni di "razza-decaduta", di "asociali degenerati", si propaga ben oltre gli "eredi" veri e propri del nazismo (una minoranza ridicolmente esigua e irrilevante); attraverso Amin al Husseinì (amico personale di Hitler) si ricollega ad Arafat, attraverso Arafat all'Occidente imbelle che ad Arafat stesso s'inchinava ...........................
Ma CHI con più zelo si prosternava di fronte al signor Arafat????????? Tralasciamo la risposta, perché tutti la conoscono. Avvenne così una ri-normalizzazione nel funzionamento della dicotomia (virando nuovamente dalla mitologia alla "storia" divinizzata): il demonio-Israele ("imperialista", "colonialista" e tutto il rimanente armamentario d'improperi scaricato contro l'unico baluardo in grado di scongiurare una nuova shoa'h praticata come ottativo futuro dal trio Hamas-Hezbollah-Ahmadinejad, con la gran cassa di fatah che segue fungendo da tamburino), da una parte, mentre dall'altra gli angelici "palestinesi", con le angeliche pietre e le bombe umane e i razzi "artigianali".
Che importa se stiamo parlando di una piccola striscia di terra DA SEMPRE ABITATA DA EBREI, e da sempre richiamata nelle Sacre Scritture (quella stessa Gerusalemme che non viene mai citata nel Corano)????? NON C'E' SCELTA: SOSTENERE LA SOPRAVVIVENZA POST MORTEM DI QUESTO TRAN TRAN DETTATO DALLA DICOTOMIA DI CUI SOPRA EQUIVALE A PRECLUDERSI LA POSSIBILITA' DI FUORIUSCIRE DALL'IDEOLOGIA DEL TERRORE.
Quanto viene denunciato non è che un episodio della volgarità e del malcostume il cui terreno di crescita è appunto costituito da tale ideologia, e che consente a personaggi come Vauro di prosperare, di terrorizzare, di offendere, addirittura di navigare letteralmente nell'oro, visto che le sue offese devono essere sofferte senza reagire, se non si vuole - come il povero Caldarola - essere condannati al pagamento di cifre astronomiche impossibili. Le istituzioni italiane sono proprio ben incamminate "verso la giustizia": "tant'è - dice Manzoni - che un uomo sopraffatto dal dolore non sa più quel che si dica."

Antonio Ferrarese

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