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A proposito di vignette antisemite 24/01/2012

Immaginiamo che nel 1933, negli ultimi giorni della Repubblica di Weimar, un cittadino tedesco di origini ebraiche avesse denunciato l’antisemitismo delle vignette pubblicate su “Der Stürmer”, il famigerato settimanale fondato dal noto criminale nazista Julius Streicher (impiccato a Norimberga per crimini contro l’umanità) e che la magistratura tedesca avesse condannato … il denunciante per mancato rispetto del diritto di satira; una persona di normale buon senso non ottenebrata dal furore ideologico come avrebbe giudicato una simile sentenza?
Non posso non concordare pienamente con l’On. Fiamma Nirenstein e con il Prof. Ugo Volli riguardo il pericolo per la civile convivenza di una decisione come quella che qualifica la miserabile vignetta dell’innominabile vignettista quale “legittima espressione di satira politica”.
Se per “satira politica” si intende anche il diritto di raffigurare gli ebrei come mostri malvagi e perversi sottolineandone altresì i difetti fisici, allora stiamo freschi: la via verso la riabilitazione di “Der Stürmer” è ormai in pieno atto nel nostro Paese. Se poi per giustificare il non sullodato vignettista qualcuno vuole ricorrere alla solita trita scusa della solidarietà al popolo palestinese, andiamo anche peggio in quanto, una volta accettato il principio che la difesa di un popolo giustifica l’antisemitismo, si apre la strada anche alla piena riabilitazione di Adolf Hitler; l’imbianchino austriaco, per giustificare la "soluzione finale" contro gli ebrei, non diceva infatti di voler difendere i diritti del popolo tedesco contro il demoniaco pericolo giudaico?
E qualora per andare di bene in meglio qualche benpensante volesse sostenere che l’antisemitismo dei fondamentalisti palestinesi non può essere minimamente paragonato a quello dei nazisti perché giustificato dalla “disperazione conseguente all’occupazione sionista” (altro argomento trito e ritrito, usato nel 1972 per assolvere i terroristi che massacrarono crudelmente gli atleti della squadra olimpionica israeliana a Monaco, di null’altro colpevoli se non di essere ebrei!), allora si scivola verso l’idiozia ottusa in quanto lo capisce anche un bambino che un comportamento intrinsecamente esecrabile (l’odio contro gli ebrei in quanto ebrei, nel nostro caso) non può divenire virtuoso solo che convenga alla mia fazione di parte!
Occorre dunque che qualcuno in Italia si decida finalmente a scendere dal cavallo di Orlando; o si condanna l’antisemitismo in tutte le sue forme quale perniciosa malattia sociale dagli effetti esiziali per il tessuto sociale di un Paese civile, o si ritorna alla logica di potere dell’omino con i baffetti.
Che si usi la svastica o la mezzaluna, non fa nessuna differenza.
Cordiali saluti

Luigi Prato --------------------------------------------------------------------------------


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