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Fiammanirenstein.com - Libero Rassegna Stampa
24.01.2012 Fiamma Nirenstein: dolore e smarrimento per la sentenza contro Peppino Caldarola
Filippo Facci su Libero tenta, senza successo, una difesa di Vauro Senesi

Testata:Fiammanirenstein.com - Libero
Autore: Fiamma Nirenstein - Filippo Facci
Titolo: «A che punto è l'antisemitismo in Italia alla vigilia della Giornata della Memoria?»

Pubblichiamo il commento di Fiamma Nirenstein dal titolo " A che punto è l'antisemitismo in Italia alla vigilia della Giornata della Memoria?  ". Riportiamo da LIBERO di oggi, 24/01/2012, a pag. 14, l'articolo di Filippo Facci dal titolo " Quattro anni di delirio per una vignetta di Vauro ", preceduto dal nostro commento.

Sull'argomento, invitiamo a leggere la Cartolina da Eurabia di Ugo Volli di questa mattina
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=43115
Ecco i pezzi:

Fiamma Nirenstein : " A che punto è l'antisemitismo in Italia alla vigilia della Giornata della Memoria?  "


Fiamma Nirenstein

Cari amici,
provo dolore e senso di smarrimento vedendo la sentenza di pochi giorni fa che ribalta la realtà, colpevolizzando una persona come Peppino Caldarola, che ha cercato di difendere la verità, assolvendo invece l'autore di una vignetta antisemita come quella che mi ritraeva con sembianze mostruose e naso adunco tipico dell'iconografia antisemita, abbinando stella di davide e fascio littorio sul mio petto.

Mi riferisco alla vignetta di Vauro in prima pagina del Manifesto del 13 marzo 2008, durante la campagna elettorale. Peppino Caldarola scrisse in seguito un articolo stigmatizzando quella vignetta e ora è stato condannato a risarcire Vauro con 25000€ per diffamazione.

Parliamo di una vignetta che numerosi siti antisemiti e negazionisti hanno nel corso degli anni ripubblicato, e ora ricevono in sostanza un'autorizzazione giuridica a indicarmi con quelle sembianze e con quei simboli che ci riportano a tempi oscuri, esponendomi all'odio e alle più severe conseguenze personali.

Ditemi voi guardando questo link se questa non è una vignetta antisemita:
http://www.fiammanirenstein.com/articoli.asp?Categoria=6&Id=1927

Del resto molte personalità e istituzioni, a livello nazionale e internazionale, tra cui anche la Anti-Defamation League, si profusero allora in gesti di solidarietà e di affetto. Ma la sentenza adotta un doppio standard e stabilisce che la satira di Vauro è legittima, mentre la satira di Caldarola, che scrisse appunto un commento sarcastico per stigmatizzare quell'episodio, non lo è. E' estremanente preoccupante poichè ciò accada in questi giorni in cui si svolgono molte celebrazioni sull'antisemitsmo in vista del Giorno della Memoria.

Vi invito a leggere l'articolo di Pigi Battista oggi sul Corriere della Sera su questa vicenda (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=100&id=43096).
www.fiammanirenstein.com

LIBERO - Filippo Facci : " Quattro anni di delirio per una vignetta di Vauro "


Filippo Facci         Vauro Senesi

Per Facci questa è satira, non  diffamazione, ma se Caldarola protesta è diffamazione.

Filippo Facci tenta, senza riuscirci, un'assurda difesa di Vauro Senesi e della sua vignetta antisemita che "poteva anche far schifo - o essere spropositata - ma la reazione della Nirenstein e dei suoi amici, a parere di chi scrive, fu spropositata di sicuro. ". Quale reazione avrebbe dovuto avere Fiamma Nirenstein dopo aver visto la vignetta antisemita di Vauro? Avrebbe dovuto complimentarsi con l'autore per le sue doti 'artistiche'? Farsi una bella risata in nome del diritto di 'satira'?
Ma lo stesso diritto non vale anche per Peppino Caldarola che ha osato difendere Nirenstein? Secondo Facci no : "
Anche Peppino Caldarola, ben otto mesi dopo, scrisse un articolo contro Vauro - che pure era stato suo amico e frequentatore - e scrisse così: «Vauro disegna una vignetta su Fiamma Nirenstein dove la definisce “sporca ebrea”».". Che cosa c'entra la presunta amicizia Vauro-Caldarola? Ammesso che sia vera, gli amici non possono essere criticati? E per quale motivo?
Facci continua : "
se insisto sulla questione degli «amici» è perché certe mobilitazioni all’italiana funzionano rigorosamente così, per amicizia: mentre io di Vauro Senesi non ero amico per niente. Eppure lo difesi. La lezione delle vignette olandesi su Maometto, e sulla libertà d’espressione, doveva valere per tutti. ". Facci associa due cose che non c'entrano nulla, la vignetta antisemita di Vauro e le vignette olandesi su Maometto. Non c'entrano per diverse ragioni. La prima è che nessuno ha impedito a Vauro di fare la sua vignetta. Ma è chiaro che bisognerebbe prendersi la responsabilità delle proprie azioni. La vignetta era antisemita perchè era un ricalco di tutti gli stereotipi nazisti, se Facci non lo capisce è un problema suo, e ha scatenato una serie di reazioni, condanne e risposte. In un Paese democratico funziona così, c'è il diritto di critica. Vauro per la sua vignetta antisemita non vive sotto scorta, non ha subito attentati, non rischia la vita. Kurt Westergaard (autore delle vignette su Maometto), invece, sì, hanno cercato di ucciderlo diverse volte.  Inoltre le vignette su Maometto erano satira. La vignetta su Fiamma Nirenstein un mero attacco antisemita e dovuto alle sue scelte di schieramento politico.
Facci invoca il diritto alla libertà d'espressione che dovrebbe valere per tutti. Per Caldarola questo diritto non vale? Non era suo diritto esprimere un'opinione (per altro largamente condivisa) sulla vignetta di Vauro senza venir querelato ed essere condannato? Cos'è, libertà d'espressione a senso unico?
Facci continua : "
Tre mesi dopo disse cose orribili dopo che mi ero permesso di scrivere che da neo-deputata (lei che viveva in una colonia israeliana e anche in Parlamento si occupava per lo più di Israele) rappresentava più Israele che l’Italia". Fiamma Nirenstein non vive in una colonia israeliana, vive a Gilo, un quartiere di Gerusalemme. E non si capisce bene che attinenza abbia il fatto che Nirenstein possegga una casa a Gerusalemme con le accuse di Facci che continua : "Da qui il lungo commento di Battista sul Corriere di ieri, secondo il quale Caldarola è «reo di aver satiricamente criticato una vignetta satirica» che fu disegnata «secondo una tradizione iconografica antisemita... che risale alle copertine della “Difesa della Razza” e prima ancora dei “Protocolli dei Savi Anziani di Sion”». Nell’insieme, se posso dirlo, è un delirio in cui non si salva davvero nessuno: neppure Pierluigi Battista, e tutto sommato neppure io.". Sarà una sorpresa per Facci, ma ciò che per lui è delirio, non lo è per il resto del mondo. La vignetta di Vauro era antisemita. Ciò che è delirante è la sentenza contro Caldarola e il fatto che in un Paese democratico un giudice legittimi l'antisemitismo di Vauro.
Stupisce che sia Libero a pubblicare un articolo simile, parole del genere non hanno trovato spazio nemmeno sul quotidiano di Rocca Cannuccia che, per definirlo come piacerebbe a Facci, è di sicuro vicino e 'amico' di Vauro.
Ecco il pezzo:
 

Sentite questa storia assurda, sentitela «per sapere come vanno le cose nell’Italia del 2012, alla vigilia delle solenni celebrazioni della Giornata della Memoria». La frase è di Pierluigi Battista sul Corriere della Sera di ieri. Allora. Il noto disegnatore Vauro Senesi, il 13 febbraio 2008, fece una vignetta sul Manifesto in cui rappresentava la giornalista Fiamma Nirenstein nel seguente modo: il naso adunco, tre simboli sul petto (Pdl, la stella di David e il fascio littorio) e la scritta «Mostri elettorali: Fiamma Frankestein ». Questo perché lei aveva appena annunciato la candidatura al Parlamento nelle file berlusconiane. Detto questo, la vignetta poteva anche far schifo - o essere spropositata - ma la reazione della Nirenstein e dei suoi amici, a parere di chi scrive, fu spropositata di sicuro. Vauro fu accusato di antisemitismo senza mezze misure, e la sua vignetta fu additata come un’istigazione contro la candidata. Da New York intervenne l’Anti-Defamation League: «Vignetta indiscutibilmente antisemita». La Nirenstein organizzò un incontro stampa in cui fece intervenire un po’ di amici che le diedero manforte anche con articoli vari: l’editorialista Magdi Allam collegò la vignetta con certe acquiescenze che avevano riguardato Bin Laden; Riccardo Pacifici, portavoce degli ebrei romani, disse che una persona magari non antisemita come Vauro, ma che facesse vignette del genere, poteva essere peggiore di chi fosse intimamente antisemita. Anche Peppino Caldarola, ben otto mesi dopo, scrisse un articolo contro Vauro - che pure era stato suo amico e frequentatore - e scrisse così: «Vauro disegna una vignetta su Fiamma Nirenstein dove la definisce “sporca ebrea”». Sporca ebrea. Nota: se insisto sulla questione degli «amici» è perché certe mobilitazioni all’italiana funzionano rigorosamente così, per amicizia: mentre io di Vauro Senesi non ero amico per niente. Eppure lo difesi. La lezione delle vignette olandesi su Maometto, e sulla libertà d’espressione, doveva valere per tutti. La Nirenstein invece ci andava giù pesante. Tre mesi dopo disse cose orribili dopo che mi ero permesso di scrivere che da neo-deputata (lei che viveva in una colonia israeliana e anche in Parlamento si occupava perlopiù di Israele) rappresentava più Israele che l’Italia, per l’attività che svolgeva: tuttavia «sono gli argomenti», rispose lei, «che usavano i fascisti, è a causa di argomenti così che mi ritrovo a vivere sotto scorta ». Scrisse così. E Furio Colombo, sull’Unità, rincarò: «Facci è giunto a scrivere che Fiamma Nirenstein non può parlare a nome dell’Italia sulla questione di Israele perché è ebrea». No comment. Si perdoni la lunga introduzione, ma serve per meglio comprendere «come vanno le cose nell’Italia del 2012, alla vigilia delle solenni celebrazioni della Giornata della Memoria», come ha scritto Pierluigi Battista. Anche perché, nell’elenco delle assurdità, la notizia del giorno sarebbe un’altra: un giudice ha condannato Peppino Caldarola per l’articolo (citato) che scrisse contro la vignetta di Vauro: dovrà risarcirgli 25mila euro. In effetti, attribuendo al disegnatore d’aver definito «sporca ebrea» la Nirenstein, scrisse il falso. Da qui il lungo commento di Battista sul Corriere di ieri, secondo il quale Caldarola è «reo di aver satiricamente criticato una vignetta satirica» che fu disegnata «secondo una tradizione iconografica antisemita... che risale alle copertine della “Difesa della Razza” e prima ancora dei “Protocolli dei Savi Anziani di Sion”». Nell’insieme, se posso dirlo, è un delirio in cui non si salva davvero nessuno: neppure Pierluigi Battista, e tutto sommato neppure io. Questo per meglio comprendere «come vanno le cose nell’Italia del 2012, alla vigilia delle solenni celebrazioni della Giornata della Memoria».

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