Per mare e per terra Mitchell James Kaplan
Traduzione di Chiara Brovelli
Neri Pozza Euro 17
Romanzo storico intenso e raffinato, Per mare e per terra è l’opera prima di Mitchell James Kaplan, traduttore, sceneggiatore e consulente editoriale.
Considerato dal quotidiano Ha’aretz “tra i più importanti romanzi storici contemporanei di argomento ebraico”, l’opera di Kaplan inquadra avvalendosi di un’accurata ricostruzione il regno di Ferdinando e Isabella, il clima di odio religioso istigato dalla Nuova Inquisizione di padre Tomàs de Torquemada e la drammatica svolta segnata dall’editto di espulsione degli ebrei dalla Spagna nel 1492.
In questo scenario storico delineato con tocco magistrale prendono vita personaggi indimenticabili i cui destini si intrecciano con la Storia in un’epoca caratterizzata da lotte, intrighi e passioni violente: fra questi, Luis de Santàngel, un uomo di successo e cristiano solo da tre generazioni, adempie con impegno al compito di cancelliere presso la corte spagnola di Ferdinando e Isabella. Tuttavia, nonostante il ruolo prestigioso che ricopre, il suo status di converso lo rende ancor più visibile agli occhi della Nuova Inquisizione di Torquemada che nel 1481 ha messo in atto una persecuzione senza limiti nei confronti degli ebrei e dei conversos.
Promettendo ai delatori laute ricompense e istigando alla falsa testimonianza gli inquisitori gettano in carcere, torturano e processano chiunque sia sfiorato dal sospetto di continuare a praticare in segreto la fede dei padri.
Accompagnato da un coraggioso uomo di mare, Cristoforo Colombo, che coltiva il sogno ambizioso di raggiungere via mare le Indie, Luis de Santàgel si reca presso sua Santità il papa per convincerlo ad arginare le violenze perpetrate dalla Nuova Inquisizione.
Tornato a Saragozza senza aver raggiunto il suo obiettivo, il cancelliere entra in possesso di misteriosi testi ebraici appartenuti a un cartografo ebreo di Lisbona fra cui il toledot Yeshu (una misteriosa pergamena per la quale “…molti ebrei sono stati massacrati”) e cede alla tentazione di approfondire la fede dei suoi avi con l’aiuto dello scrivano ebreo Abram Serero. In questi incontri segreti, ai quali partecipano anche l’assistente di Luis e il sacerdote Diaz de Càceres, si dispiega il pensiero ebraico in una continua e stimolante dialettica che pur arricchendo i convenuti li espone al rischio di una morte atroce.
La situazione precipita all’improvviso con l’assassinio di Pedro de Arbués, canonico della cattedrale La Seo e inquisitore d’Aragona.
Il cerchio si stringe attorno a Luis: il fratello Estefan è imprigionato e sottoposto a torture mentre il figlioletto Gabriel viene rapito dalla Nuova Inquisizione.
Parallela alla vicenda di Luis si declina la storia della giovane e audace Judith che per mantenere il nipote e lo suocero del fratello impara il mestiere di argentiera, realizzando oggetti preziosi e di squisita fattura anche per i regnanti spagnoli.
Due vite, quella di Judith e Luis, destinate ad intrecciarsi sullo sfondo di una delicata storia d’amore che si incastona in quell’epoca di tumulti e violenze come un gioiello raro e prezioso.
Un sentimento dolcissimo che però non reggerà ai flutti della Storia: l’arresto di Luis e il tragico editto di espulsione di tutti gli ebrei dalla Spagna.
In quali terre lontane e sconosciute troveranno rifugio gli esuli?
L’autore con sapienza narrativa e sensibilità psicologica indaga i risvolti più profondi dell’anima dei personaggi facendo emergere le inquietudini dei potenti, le debolezze degli uomini di Chiesa, l’incertezza di chi non ha più un orizzonte cui volgere lo sguardo, ma anche le passioni e le lotte che si agitano nei loro cuori.
Il risultato è un romanzo raffinato e avvincente nel quale non si può fare a meno di ammirare l’abilità di Kaplan nello stendere la tela di fondo, mescolando ad arte Storia e finzione.
Giorgia Greco