Con il titolo " Da Entebbe a teheran, Israele prepara la mitica Unità 269 ", il FOGLIO di oggi, 21/01/2012, a pag.3, analizza i preparativi che Israele sta mettendo in cantiere nel caso in cui fosse indispensabile un attacco alle basi atomiche iraniane.
nella foto, a destra, Shai Avital
Ecco il pezzo:
Roma. Shai Avital avrà il compito più difficile nel caso in cui Israele muovesse guerra ai siti nucleari di Teheran. Sarà lui a guidare il “commando Iran”, come è stato ribattezzato dalla stampa israeliana. Sono le teste di cuoio che dovranno penetrare in territorio nemico per accertarsi che i siti atomici siano stati effettivamente distrutti. Avital ha fatto tutte le guerre d’Israele. Ha iniziato nel 1973 durante la guerra del Kippur, poi è entrato a Beirut fino alle due Intifade. E lo ha fatto da testa di cuoio della Sayeret Maktal, l’unità 269 detta “la miracolosa”. Con la nomina di Avital, l’intera leadership israeliana che ha in carico il dossier Teheran ha servito nella brigata che ha compiuto le più spettacolari azioni nella storia dello stato ebraico. L’ultima a noi nota è del 2007, quando gli incursori sono entrati in Siria per prelevare i campioni di terreno che provavano i progetti nucleari e che portarono, giorni dopo, al bombardamento di un reattore al plutonio fornito dalla Corea del nord. All’Unità li chiamavano “Bibì”, “Napoleone” e “Boogie”. Bibì era Benjamin Netanyahu, attuale primo ministro e fratello di Yoni, caduto a Entebbe. Napoleone era Ehud Barak, attuale ministro della Difesa, capace di presentarsi a Beirut in tacchi e gonnella per far fuori i capi di Settembre Nero. Boogie era Moshe Yaalon, attuale vice primo ministro e il più giovane dei tre nella “forza anonima per la sicurezza di Israele”, famosa anche per il motto “Chi osa vince”, mutuato dalle Sas inglesi. E proprio ai vecchi nemici britannici pensava Avraham Arnan, l’ex guerrigliero dell’Haganah che nel 1957 fondò e comandò il corpo d’élite, pur restando segreto per quasi un ventennio. I membri della squadra sono noti come “sciusciuisti”, sono quelli che fanno “sh”, per invitare al silenzio. Non parlano di ciò che fanno. Neanche a casa. Nel giugno 1972 “Napoleone” Barak, vestito in tuta bianca da tecnico aeroportuale, guidò i sottoposti Bibì e Avital all’assalto di un aereo della Sabena dirottato all’aeroporto di Tel Aviv da un commando palestinese. Ma la vera leggenda è l’Operazione Entebbe. Pianificata da Barak e affidata a Yonatan, il fratello anziano di Netanyahu, che poi cadrà nel blitz, la missione ugandese diventa il simbolo della capacità d’Israele di superare ogni limite pur di salvare i propri concittadini. In Uganda c’era anche l’attuale capo del Mossad, Tamir Pardo. E con lui Avital, che vide morire a pochi metri il fratello di Netanyahu. Avital è molto legato anche ai luoghi i cui nomi sono parte della leggenda violenta del Libano, come Baalbek e Nabatyeh. Il curriculum di Avital è un susseguirsi di blitz, azioni audaci e qualche brutto rovescio, come nella scuola di Maalot, dove nell’assalto morirono 25 studenti ebrei tenuti in ostaggio. Ci sono i “lavori sporchi”, come quando nell’aprile 1988 la Sayeret uccise il braccio destro di Yasser Arafat, Abu Jihad. Anche questa volta si tratta di una missione a lungo raggio. I commandos di Avital raggiunsero a bordo di motovedette la spiaggia di Ras Cartagine, a Tunisi, per fare irruzione nella villetta di Abu Jihad e freddarlo prima che potesse reagire. Non ha avuto scampo neppure Abbas Mussawi, leader dell’Hezbollah. Il convoglio dello sceicco, di ritorno da una visita a Jibchit, viene seccato dai commandos israeliani. Per gli obiettivi iraniani, Avital dovrà avvalersi dell’unità 5707, che esamina l’area intorno al bersaglio, prima e dopo il bombardamento. Un’altra unità, la 669, avrà il compito di recuperare i caduti in territorio nemico. Ci saranno gli uomini della Shaldag. Parteciparono anche alla distruzione del reattore nucleare in costruzione vicino a Baghdad, nel giugno 1981, quando puntarono un raggio laser sulla cupola del reattore in modo da segnalare con precisione il bersaglio agli aerei F16 israeliani. Si dice che Israele possa ripetere lo stesso in Iran.
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