Riportiamo dal CORRIERE della SERA del 18/01/2012, a pag. 29, l'articolo di Sergio Bocconi dal titolo " Offerte per l'israeliana Migdal, Generali ci pensa".


MILANO — Le Generali hanno negoziati in corso per la vendita della compagnia israeliana Migdal? Le voci sulla stampa di Tel Aviv si rincorrono da qualche giorno e la stessa società ha comunicato alla Borsa israeliana che il gruppo del Leone ha ricevuto offerte per la quota detenuta, di poco inferiore al 70%, senza però aver fornito ancora alcuna risposta.
Da Trieste (che ieri con altri assicuratori europei è stata declassata da S&P di un «gradino», da A+ ad AA-, come effetto automatico della revisione dei rating sovrani) arriva solo un «no comment». È possibile siano in corso riflessioni sulla cessione della partecipazione della seconda compagnia assicurativa israeliana, nel cui capitale è presente anche la più grande banca del Paese, la Leumi, ma nessuna decisione sembra sia stata ancora presa. Migdal nel 2010 ha raccolto premi per 1,6 miliardi, con una quota di mercato nel ramo vita del 30%, e nel terzo trimestre 2011 ha registrato una crescita della raccolta pari all'8% pur chiudendo con una perdita di 1,5 milioni principalmente dovuta ai mercati finanziari.
Le Generali hanno partecipato nel 1934 alla fondazione della compagnia, con una quota del 27%, insieme ad alcune famiglie locali. Negli anni Quaranta il controllo passa alla Leumi bank che lo detiene fino al '97. In quell'anno Migdal viene quotata e la maggioranza del capitale è rilevata dal Leone, allora presieduto da Antoine Bernheim, per una cifra che sulla stampa è stata stimata intorno ai 300 milioni di dollari. L'eventuale vendita sarebbe dunque un fatto «storico» visti i legami fra le due compagnie, ma si inserirebbe nella geografia degli affari del gruppo triestino che all'estero punta, oltre che sull'Europa dell'Est, sui mercati in crescita come, anzitutto, Cina, India e Brasile. Interesse per la Migdal sarebbe stato espresso da uomini d'affari e società israeliane. Il titolo della compagnia, che ieri sul listino di Tel Aviv ha perso circa l'1,2%, ha guadagnato dalla fine dell'anno circa il 15% anche sulla scia delle voci di una possibile cessione.
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