Il commento di Carlo Benigni
Carlo Benigni, presidente della Federazione delle Associazioni Italia-Israele
Questo inizio del 2012 presenta forti motivi di preoccupazione, sia per l’evoluzione degli scenari strategici nel Medio Oriente, sia per i segnali, ormai non più deboli, di insorgente antisemitismo in Italia.
Hamas ha confermato nei giorni scorsi, se ancora non fosse stato chiaro, che il suo obiettivo è la distruzione di Israele, ed a questo ha subordinato la possibilità di una convergenza con Fatah. L’Iran sviluppa il suo programma nucleare; la situazione in Siria appare vicina a un punto di rottura. L’influenza degli Stati Uniti nella regione è diminuita, anche a causa delle premature aperture di credito dell’amministrazione Obama alle primavere arabe. E prosegue l’attività di delegittimazione di Israele sul piano delle istituzioni internazionali e del boicottaggio economico. Complessivamente, da questo quadro emerge un forte rilancio dell’integralismo islamico, che rifiuta di accettare l’esistenza dello Stato ebraico.
Una volta di più, Israele si confronta con il cambiamento. Tra i temi più recenti di dibattito, si è affacciata l’ipotesi di rinunciare alla prospettiva dei due Stati, per puntare alla costituzione di uno Stato unico, ma non sembra raccogliere molti consensi; come ha provato Sergio Della Pergola, la conseguenza, per Israele, sarebbe di dover scegliere se essere uno Stato ebraico o accettare la propria eutanasia. Israele è come un caleidoscopio: ogni giorno corrisponde ad un giro di un grado, e presenta composizioni differenti. Un esempio recente: la nuova aggressività di una minoranza di religiosi integralisti e antisionisti, rispetto alla quale il presidente Shimon Peres ha espresso esplicita condanna. Sarà un anno elettorale, con tutte le fibrillazioni del microcosmo della politica; sono convinto che, come sempre di fronte alle minacce, Israele troverà la compattezza per rispondere alle sfide.
Purtroppo, ma non è motivo di sorpresa, si conferma quanto emerso dal Rapporto sull’antisemitismo in Italia, approvato dal Parlamento e frutto di due anni di lavoro della Commissione bicamerale presieduta da Fiamma Nirenstein. Mi hanno colpito le riflessioni di Claudia Debenedetti, su IC7, sulla sensazione di insicurezza che tornano a provare gli ebrei italiani, da ultimo in seguito a minacce e liste di proscrizione diffuse sul web. Per non parlare di quel “professore” che per anni ha potuto predicare l’antisemitismo nei due migliori licei classici di Torino. Parlare ai giovani è un obiettivo fondamentale, e questa è tra le prospettive di lavoro delle Associazioni Italia-Israele.
E’ nelle difficoltà che emergono il coraggio, l’intelligenza, la consapevolezza dei valori. Sarà così anche questa volta.