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Ugo Volli
Cartoline
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Sono ebreo ma... 15/01/2012

Sono ebreo ma...
Cartolina da Eurabia, di Ugo Volli


Ezra Pound            Lawrence Ferlinghetti

Cari amici,

c'è una regola che vale quasi sempre nella complessità della comunicazione contemporanea. Se qualcuno in una discussione politica afferma di parlare "in quanto ebreo", o vanta ascendenze ebraiche, è bene diffidarne. C'è il forte rischio che assomigli a quelli, più numerosi naturalmente, che dicono di avere amici ebrei e magari scrivono loro delle lettere. Facilmente saranno lettere o discorsi contro Israele o altrimenti ambigue. E' il caso di un poeta americano molto noto, Lawrence Ferlinghetti, che in un trafiletto su Repubblica di oggi esprime il sostegno alla causa che la figlia di Pound ha fatto contro i neofascisti di "CasaPound" per uso abusivo del nome del padre. E' un sostegno condiviso da molti intellettuali spesso di estrema sinistra e somigliante a quello dei filosofi (ancora spesso di estrema sinistra, come Vattimo) che cercano di cancellare l'impegno nazista di Heidegger o di Carl Schmitt, degli scrittori che giustificano le "Bagattelle per un massacro" di Céline perché sono ben scritte e così via.
Su questo tema Pierluigi Battista scrive perfettamente oggi in un articolo sul Corriere, intitolato "Falsificare Pound per antifascismo": si dà il caso che molti grandi intellettuali e artisti del Novecento siano stati effettivamente nazisti (come molti altri siano stati comunisti e stalinisti): la loro arte non può assolvere né cancellare il loro impegno totalitario.

Ma a me interessa il ragionamento di Ferlinghetti, perché dice qualcosa di più della solita voglia assolutoria degli intellettuali sui loro predecessori (e sotto a cui tutto sommato c'è l'idea che se sei un poeta, un filosofo, un artista, hai diritto di schierarti con chi ti pare, perché devi pur mangiare....). Mi interessa il ragionamento che fa, per le ragioni che ho appena detto. Ferlinghetti infatti premette che "essendo Ebreo Sefardita (per parte materna) condanno naturalmente Ezra Pound per il suo violento e deprecabile antisemitismo."
Non c'entra niente con l'argomento, anzi, è una classica excusatio non petita, indizio di cattiva coscienza per ciò che si sta per dire. E poi continua: "Sebbene Pound trasmettesse dalla stazione fascista Radio Roma durante la Seconda Guerra Mondiale, egli era dopo tutto un attivista contrario alla guerra che condannava Wall Street per usura— elemento che riteneva essere causa diretta della guerra. Per questa ragione, Pound avrebbe condiviso la causa del movimento odierno Occupy Wall Street (sebbene il Movimento avrebbe potuto non accettarlo)."

Un capolavoro di ipocrisia: Pound durante la guerra non era colpevole di trasmettere da un'emittente fascista, come un qualunque annunciatore o cantante: faceva propaganda di guerra per i nazisfascisti. E la faceva sostenendo che la colpa del conflitto era tutta sì degli "usurai" di "Wall Street", ma per la ragione che questi "usurai" erano ebrei e che dunque la guerra non dipendeva dalle aggressioni tedesche, ma dagli interessi "giudaici". Bisognava sconfiggere gli ebrei, dunque e trattarli come facevano i tedeschi. Gli americani dovevano ribellarsi al dominio ebraico, uscire dalla guerra e imparare da Hitler come risolvere il problema di "Wall Street".
Per questo Pound, americano, fu considerato un nemico e un  traditore. Vi sembra adeguata la definizione di questa propaganda razzista e antisemita come "attivismo contro la guerra"? Se è così, lo erano anche Goebbels e perché no, Mussolini e Hitler. In fondo anche loro sostenevano di essere stati costretti alla guerrfa dalle mene dell'imperialismo americano, guidato dai perfidi giudei.

Su una cosa però devo dare ragione a Ferlinghetti. Se non proprio le affermazioni di Pound, alcune delle sue convinzioni profonde somigliano a quelle degli "indignados". Non solo l'idea piuttosto delirante che il mondo sia governato e rovinato da una congiura capitalistica, ma che la congiura sia fondamentalmente ebraica, per cui bisogna opporsi agli ebrei e naturalmente a Israele. Molti sintomi di antisemitismo sono emersi negli accampamenti degli indignados e l'odio per Israele è uno dei tratti del movimento. Anche se chi lo appoggia o lo ispira è di origine ebraica, come Ferelinghetti o Hessel. Perché fanno parte di quella categoria di persone che usano premettere ai loro discorsi "sono ebreo, ma..." 


Ugo Volli


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