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Utile a chi volesse farsi, in breve, un'idea su che cosa fosse la Russia di lenin. Non dimentichiamo che lenin fu non solo colui che distrusse la Russia e le nazioni di questa satelliti, ma anche colui che infettò con l'idea del terrore praticamente tutto il pianeta, l'antenato laico e "progressista" (e "illuminista", aggiungerei io stesso, seguendo Richard Pipes) degli attuali kamikaze islamisti. (A proposito di "cum ira et studio" e di "sine ira et studio", questione di recente sollevata [da un tipo che conosco] in riferimento agli eventi storici).
Come si dice più in là, il campione in moderazione Aristotele riteneva che chi non va in collera quando si deve rischia di passare per demente. "La rivoluzione [specie a partire dal golpe d'ottobre e dalle sue incalcolabili conseguenze] inflisse alla Russia perdite umane incredibili [notate che qui ancora stalin "non c'entra" nella pienezza dei suoi crimini, dato che ci occupiamo degli anni 1917-1922]. Le statistiche erano così sconvolgenti che inevitabilmente diedero adito a dubbi .......". Abitanti dell'ex impero russo, in cifre ASSOLUTE, entro i confini del 1926: autunno 1917 .......................... milioni 147,6 inizio anno 1920 ........................... milioni 140,6 (meno 7 milioni tondi, in cifra assoluta) inizio anno 1921 ........................... milioni 136,8 (meno circa 4 milioni in un solo anno, sempre ovviamente in cifra assoluta) inizio anno 1922 ............................. milioni 134,9 In meno di 5 anni una diminuzione demografica in cifra assoluta di circa 13 milioni. Occorre considerare che fino all'anno 1917 l'impero russo era il paese europeo con il più alto incremento demografico. "Le proiezioni degli statistici russi indicano che nel 1922 la popolazione avrebbe dovuto contare oltre 160 milioni di persone anziché 135 milioni. Se si tiene conto di questa cifra, e si deduce il numero degli emigrati [e non dei fucilati, e nemmeno dei figli futuri di questi ultimi, rimasti nel mondo del nulla], le perdite umane della rivoluzione in Russia, fra quelle effettive e quelle dovute al calo di natalità, salgono a oltre 23 milioni, una cifra che è pari a due volte e mezzo le perdite subite in totale da tutti i paesi belligeranti della prima guerra mondiale, e quasi uguale a quella della popolazione complessiva dei quattro paesi scandinavi dell'epoca, più il Belgio e l'Olanda." (...) "Da un medico pretendiamo giustamente che sappia diagnosticare le malattie e suggerire i rimedi in modo sereno e spassionato. Un contabile che esamina la situazione finanziaria di una compagnia, un ingegnere che verifica la sicurezza dell'attrezzatura, un ufficiale del controspionaggio che valuta le forze del nemico, ovviamente non devono lasciarsi coinvolgere sul piano emotivo. E questo perché le loro ricerche hanno lo scopo di servire da base per decisioni ponderate. Ma per lo storico le decisioni sono già state prese da altri, e il distacco non aumenta affatto la possibilità di comprendere. Anzi, la diminuisce: infatti come si possono comprendere in modo spassionato eventi che si sono prodotti nel vortice della passione? "Historiam puto scribendam esse et cum ira et cum studio", "Ritengo che la storia vada scritta con ira e con passione" affermò uno storico tedesco del XIX secolo. Aristotele, che predicava la moderazione in tutti i campi, diceva che esistono situazioni in cui LA MANCANZA DI COLLERA E' INACCETTABILE: "CHE' COLORO CHE NON MONTANO IN COLLERA PER LE COSE PER LE QUALI SI DEVE PASSANO PER ESSERE DEGLI STOLTI." (Da RICHARD PIPES, Russia Under the Bolshevik Regime: 1919-1924, Alfred A. Knopf, Inc. 1994, trad. it. di Luisa Agnese Dalla Fontana: R. PIPES, Il regime bolscevico. Dal terrore rosse alla morte di lenin, ed. Mondadori, Milano 2000, pp. 581-582). Ibidem, pp. 584-585: "Il fallimento era inevitabile e già insito nelle premesse del regime comunista. Il bolscevismo fu il tentativo più audace della storia di assoggettare tutta la vita di un paese a un piano generale, di organizzare razionalmente tutti e tutto. Cercò di liquidare come robaccia inutile la saggezza accumulata nei millenni dal genere umano. (...) IL COMUNISMO FALLI' PERCHE' SI FONDAVA SU UN ASSUNTO ERRONEO DELL'ILLUMINISMO, FORSE L'IDEA PIU' PERNICIOSA DELLA STORIA DEL PENSIERO: L'UOMO SAREBBE SOLO UNA SOSTANZA MATERIALE, PRIVA DI ANIMA O DI IDEE INNATE, E IN QUANTO TALE RAPPRESENTEREBBE IL PRODOTTO PASSIVO DI UN AMBIENTE SOCIALE MALLEABILE ALL'INFINITO. Questa dottrina consentì a persone che avevano frustrazioni personali di proiettarle sulla società e cercare di risolverle in essa anziché in se stessi. Come l'esperienza ha confermato diverse volte, l'uomo non è un oggetto inanimato, ma una creatura con aspirazioni e volontà proprie, un'entità non meccanica ma biologica. Anche se sottoposto al più feroce addestramento, non può trasmettere ai suoi figli le lezioni che è stato costretto a imparare: essi vengono al mondo sempre nuovi, ponendo quelle stesse domande cui si suppone di aver risposto una volta per tutte." lettera firmata |
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