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Informazione Corretta Rassegna Stampa
11.01.2012 Udine, un convegno contro Israele. Ecco come reagire
di Michael Sfaradi

Testata: Informazione Corretta
Data: 11 gennaio 2012
Pagina: 1
Autore: Michael Sfaradi
Titolo: «Udine, un convegno contro Israele. Ecco come reagire»

Udine, un convegno contro Israele. Ecco come reagire
di Michael Sfaradi


Michael Sfaradi, la locandina del convegno

Essere dalla parte dei palestinesi, e non di quella della pace, è per certa gente, da molti anni, un impiego a tempo pieno. I lettori di I.C. sanno perfettamente a cosa mi riferisco ma in ogni modo vale la pena di ricordare il modus operandi di chi ha fatto della demonizzazione di Israele il suo unico scopo di vita. Basta prendere un tema qualsiasi di attrito fra israeliani e palestinesi, presentarlo come neutro, invitare esponenti palestinesi o di organizzazioni ad essi legate e, una volta cominciata la fiera, spostare il tutto sul politico… e il gioco è fatto. Con questo sistema, ormai collaudato da anni di esperienza sui palcoscenici di tutto il mondo, si è riuscito a dire tutto e il contrario di tutto con la costante dello Stato ebraico sul banco degli imputati e con una scontata sentenza di condanna che scaturisce alla fine della farsa. Sì, perché sempre di farsa si tratta quando si affrontano argomenti che sono il motivo del contendere e si invita solo una delle due parti a dire la sua, il risultato è assicurato e non si corrono rischi. Io, che da anni difendo le ragioni della pace, credo che questo modo di porre le cose sia quanto di più dannoso si possa fare. Chi ha a cuore le ragioni della pace dovrebbe sentire il bisogno di mettersi in mezzo e cercare di unire le parti per fare in modo che incomprensioni ed ingiustizie, sia da una parte che dall’altra, siano appianate. Ha il dovere morale, se lo sente dentro sé, di essere l’anello di unione di una catena che da troppo tempo è spezzata, che da troppo tempo è una frattura che ha portato lutti e dolore a tutti: arabi ed israeliani. Accusare una delle parti e schierarsi palesemente con l’altra è quanto di più sbagliato si possa fare perché si perde di credibilità e a quel punto non solo si diventa inutili alla causa della pace ma si assume il ruolo del nemico di qualcuno e così facendo anziché servire le ragioni dell’accordo si diventa parte in un conflitto. Quando ci sono contrasti fra due parti in causa il torto e le ragioni sono sempre ben distribuiti, a questa regola generale non esistono eccezioni, ma ciò nonostante le persone e le organizzazioni cui accennavo prima insieme ai molti giornali e diverse reti televisive, continuano imperterriti a delegittimare e demonizzare lo Stato di Israele con frequenza mai registrata prima per nessun altro conflitto al mondo. L’ultimo esempio, solo in ordine di tempo, si sta svolgendo ad Udine. Si tratta di un convegno organizzato dai soliti noti e cioè: Cevi, ISM Italia, Rete Radiè Resh, Cas’Apua e Donne in nero, dove dovrebbe essere trattato il tema dell’acqua negata da Israele ai palestinesi. Tutti noi sappiamo che il tema dell’acqua, come quello delle olive, dei campi separati dal muro di difesa e chi più ne ha più ne metta è uno dei temi ricorrenti della propaganda che più che essere pro Palestina è contro Israele, non è la prima volta che la sentiamo e purtroppo non sarà l’ultima. Anche questa volta, e con il patrocinio del comune del capoluogo friulano, si è organizzato un convegno dove, come sempre, non è stata prevista la presenza del contraddittorio. Quale può essere allora una via per poter far sentire le ragioni di Israele? Innanzitutto costringere chi oltre a non voler ascoltare le nostre ragioni vorrebbe addirittura impedirci di parlare. La prima battaglia per la giusta informazione sul conflitto arabo israeliano è, a mio avviso, proprio questa: far arrivare la nostra voce e rivendicare il diritto di dire quello che pensiamo e che sappiamo, un diritto che dobbiamo pretendere e non elemosinare. Ho allora scritto, e con me hanno firmato la mia lettera molti membri delle associazioni Italia Israele del territorio, amici, conoscenti e amanti della libertà di espressione, ai due dei giornali più importanti della provincia di Udine: Il Messaggero Veneto e il Gazzettino. La Dottoressa Ceschia per il Messaggero Veneto e la dottoressa De Mori per il Gazzettino, alle quali va il plauso per aver messo in rilievo le nostre rimostranze dimostrando una professionalità unica, cosa rara di questi tempi, hanno, sulle pagine dei giornali per i quali lavorano, messo in luce questa grave mancanza da parte degli organizzatori.
La lettera da me spedita è la seguente:   

Udine 8/1/2012
A Messaggero Veneto Udine alla cortese attenzione della Dottoressa Ceschia.
A Il Gazzettino alla gentile attenzione dilla Dottoressa Camilla De Mori
Nei giorni 10- 12 e 14 gennaio è prevista ad Udine, con il patrocinio del comune, un convegno organizzato dal Cevi, ISM Italia, Rete Radiè Resh, Cas’Apua e Donne in nero, su vari temi di scottante attualità mediorientale. Il convegno, se fosse organizzato in modo da dare un’idea a 360 gradi sulla situazione sarebbe molto utile a far sì che ci si possa fare un’idea sui motivi di attrito e sulle eventuali soluzioni adottabili. La grossa pecca però è che mentre nella lista degli invitati abbondano le organizzazioni pro-Palestina, gli organizzatori non hanno pensato, e questo è grave, di invitare delle personalità che potessero dare il loro contributo alla discussione mettendo sul tavolo anche il punto di vista israeliano nei motivi del contendere. Già nella presentazione ci sono delle prese di posizione granitiche e di parte come ad esempio: “Palestina liberata dall’occupazione e dall’apartheid imposto da Israele” dove già si delinea chi è il ‘buono’ e chi il ‘cattivo’ prima ancora che si possano esporre le ragioni delle parti in causa. Questo, purtroppo, è un copione che da diversi anni si ripete in tutto il mondo quando si tratta di Israele, copione che ha trasformato utili occasioni di confronto in inutile, dannosa e pericolosa propaganda. Inutile perché non porta a risultati, dannosa perché aumenta acredine fra le parti in causa e pericolosa perché accende gli animi dei più esagitati. La domanda è: era così difficile invitare una qualsiasi delle organizzazioni di amicizia Italia Israele? Oppure telefonare all’ambasciata di Israele a Roma in modo da poter contattare degli esperti israeliani? No, non era difficile, eppure non si è pensato a farlo o non si è voluto fare. Da una parte verranno raccontate le esperienze vissute dai palestinesi, e dall’altra verrà negato il diritto di sapere come si vive la stessa situazione dall’altra parte del confine. Tutto ciò non è irrispettoso nei confronti di chi vorrebbe sapere come stanno realmente le cose in un angolo di mondo dove ancora si muore con troppa facilità? Non è irrispettoso della verità stessa? Si parla di apartheid nei confronti degli arabi facendo passare come vero uno dei falsi più clamorosi, una fantasia che si può materializzare solo nella mente di chi vive a senso unico. Gli esempi più lampanti, non possiamo elencarli tutti per motivi di spazio, sono le decine di persone della striscia di Gaza e della Cisgiordania che ogni giorno vengono curate negli ospedali israeliani e che l’unica stampa in lingua araba al mondo non sottoposta a censura governativa è proprio quella israeliana. Questo però non si racconta nelle conferenze a senso unico e ci si guarda bene dall’invitare chi potrebbe raccontarlo perché potrebbe rompere le verità preconfezionate dove c’è un ‘buono’ da difendere e una democrazia da delegittimare.

Michael Sfaradi - Tel Aviv Journalist Association, Prof. Elio Cabib Università di Udine, Prof. Marco Orioles Università di Udine, Dott. Giorgio Linda Presidente Associazione Italia Israele Udine, Roberto Gentilli direttivo Italia Israle di Udine,Dott.ssa Rosj Domini Direttivo Associazione Italia Israele Udine, Francesca Filaferro Associazione Italia Israele Udine, Dott. Enrico Valoppi presidente associazione Italia Israele terre di mezzo e collinari del Friuli, Graziano Vatri vice presidente Associazione Italia Israele terre di mezzo e collinari del Friuli,Dott. Ilan Brauner associazione Italia Israele terre di mezzo e collinari del Friuli consulente cultura israeliana, Donata Perosa segretario/ tesoriere associazione Italia Israele delle terre di mezzo e collinari del Friuli, Prof Luisa Fazzini   presidente Associazione Italia Israele di Trieste, Dott.ssa Luisa Baruzzo, Ambra Valentinuzzi – Insegnante, Silvia Gvili, Mauro Chaim Pace, Prof. Massimo Persic, Dott. Tonino Menis, Dott. Amleto Sandrini, Dott. Gaetano Gerratana, Prof. Carmela Barbetta, Michele Florit, Ilaria Ferraguti, Giorgio Bressan, Gino Messina, Generale Fulvio Tabacco, Mathew Diamond, Stefano Tomat,Maria Bruna Pustetto, Elena Halavs,  Renate Schuler-Olivo, lettrice di tedesco dell'università' di Udine, Gabriella Nilgessi, Conte Francesco Beretta di Porcia e Brugnera, Luisa Braidotti, Paola Bianchi, Christiano Sacha Fornaciari, Serena Mendes, Fausto Tomat, Giulia Linussio


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