Giornalisti, ovvero come nascondere la testa sotto la sabbia di fronte alle brutte notizie 10/01/2012
Giornalisti, ovvero come nascondere la testa sotto la sabbia di fronte alle brutte notizie
Fratelli Musulmani
Cari amici,
secondo voi come si chiamano quegli animali che di fronte alle cose sgradevoli mettono la testa sotto la sabbia, con l'idea che se non le vedi non ti possano fare nulla di male? Tacchini? Galline faraone? Nooo. Struzzi? Alcuni dicono che sia così, ma io personalmente ne dubito. A me sembra piuttosto che si tratti di giornalisti, in particolare di quelli delle redazioni esteri dei giornali italiani. Che, quando accade qualcosa che contraddice le loro posizioni ideologiche, non cambiano l'ideologia, ma la cosa. O almeno fanno in modo di non parlarne.
Per esempio, sapete che nei giorni scorsi si è svolto il terzo turno delle elezioni in Egitto? Non ne hanno tanto parlato, no? E sapete che ormai è chiara la composizione del nuovo parlamento? Eccoli: "Il partito della Fratellanza Islamica ha detto sul suo sito web di aver vinto il 41 per cento dei seggi del nuovo parlamento. I salafiti di Al-Nour sono risultati secondi, vincendo quasi il 27 per cento dei seggi. I due partiti islamisti insieme hanno ottenuto quasi il 65 per cento dei seggi nel nuovo parlamento. Il blocco liberale egiziano Al-Wafd ha ottenuto il 9 per cento dei seggi, mentre i fedelissimi di Mubarak hanno preso quasi il 4 per cento, secondo i risultati pubblicati sul sito web della FJP. La rivoluzione continua, una coalizione di giovani attivisti, ha preso solo il 2 per cento dei seggi e l'islamico moderato di Al Wasat vinto 2 per cento, mentre il resto è stato ottenuto da indipendenti." Resta un dieci per cento di posti da attribuire a candidati individuali, ma ormai la tendenza è chiaramente quella: due terzi di voti agli islamisti (http://www.onislam.net/english/news/africa/455299-islamists-win-final-round-of-elections.html).
A questo punto, a parte non parlarne ed occuparsi d'altro, la tattica più utile per salvare l'illusione della bella primavera araba in cui fiorisce la democrazia, sarebbe quella di spiegare che in fondo i Fratelli musulmani non sono tanto male, che si può vivere con loro, che rispetteranno i trattati e si comporteranno bene, magari dimenticando che sono il movimento centrale da cui Hamas è la filiale palestinese. Ma vi è una giustizia anche per gli struzzi, e in questo caso la rappresenta il bravo leader della Confraternita, Rashad Bayoumy, in un’intervista al quotidiano pan-arabo al-Hayat. ”Riconoscere Israele e’ una precondizione per governare? – chiede Bayoumy -. Questo non è possibile, le circostanze non hanno importanza. Non riconosciamo Israele per niente. E’ un nemico criminale occupante”. Bayoumy, numero due dei Fratelli Musulmani, ha quindi sottolineato che nessuno esponente della Confraternita si siedera’ mai allo stesso tavolo con un israeliano. ”Non permettero’ a me stesso di sedermi con un criminale. Non faremo mai accordi con loro”, ha detto Bayoumy riferendosi agli israeliani. (http://www.focusonisrael.org/2012/01/03/egitto-fratelli-musulmani-israele/).
La notizia è del 2 gennaio, e magari vi può sembrare un po' vecchiotta, ma le conferme più recenti non mancano: "In un'intervista durante il fine settimana con il quotidiano londinese Al-Hayat, il vice capo del partito Libertà e Giustizia dei Fratelli Musulmani, Essam Arian, ha dichiarato "Non abbiamo mai promesso che avremmo onorato il trattato di pace con Israele. Il trattato è non è sacro: possiamo e dobbiamo modificarlo" Un altro membro autorevole del partito ha dichiarato al quotidiano di Londra Asharq Alawsat, "La posizione del movimento è quella di non riconoscere l'entità sionista e gli accordi di pace con tale entità ostile, e questa posizione non cambierà mai." (http://www.israelhayom.com/site/newsletter_article.php?id=2556).
Tanto buoni e pacifici, i detentori della maggioranza nel nuovo parlamento egiziano non sono, dunque. E le loro intenzioni non sono proprio tranquillizzanti per chi pensa alla pace in Medio Oriente. C'è da preoccuparsi, bisognerebbe riflettere e capire che cosa si può fare per contenerli, magari puntando sui militari, che non sono certo più simpatici, ma magari più realisti sì. Ma che volete, tutta l'ideologia obamiana e il politically correct in Europa insieme ad essa, va nel senso di pensare che nel mondo arabo "tutto va ben, madama la marchesa". E allora queste cose non si dicono, o si lasciano dire ai paranoici sostenitori di Israele come noi. Finché ci troveremo tutta la sponda sud del Mediterraneo pronta alla guerra santa contro i nemici dell'Islam, che non sono solo Israele, ma anche l'Europa e l'America, per "ragionevoli" e simpatetici che provino ad essere.