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La Stampa - Ansa Rassegna Stampa
10.01.2012 La massima sanzione per le dichiarazioni antisemite sarebbe il prepensionamento?
Il prof. Pallavidini per ora sfugge a qualunque provvedimento, com'è possibile?

Testata:La Stampa - Ansa
Autore: Maria Teresa Martinengo - Redazione di Ansa
Titolo: «Il professore antisemita non tornerà in cattedra - Ebrei, prof minaccia strage. Il liceo: nessun provvedimento. Scuola attende la valutazione sulla richiesta di prepensionamento»

In attesa degli sviluppi che consentiranno di conoscere il verdetto sulle dichiarazioni antisemite/negazioniste/criminali (vado in sinagoga e ammazzo un po' di ebrei) del prof. Pallavidini, riportiamo dalla cronaca cittadina della STAMPA, a pag. 56, l'articolo di Maria Teresa Martinengo dal titolo " Il professore antisemita non tornerà in cattedra " e il lancio ANSA dal titolo " Ebrei, prof minaccia strage. Il liceo: nessun provvedimento. Scuola attende la valutazione sulla richiesta di prepensionamento".
L'unica cosa che si evince dai due articoli è che finora le autorità scolastiche locali e nazionali non hanno emesso nessun tipo di sentenza sulle gravissime dichiarazioni espresse da un professore di ruolo, accogliendo invece la richiesta di prepensionamento che sembrerebbe essere partita da Pallavidini stesso.
Il che non ci pare propriamente una sanzione.
Ecco i pezzi:

La STAMPA - Maria Teresa Martinengo : " Il professore antisemita non tornerà in cattedra "


Renato Pallavidini

Per il liceo D’Azeglio, quella del professor Renato Pallavidini, il docente che nega l’olocausto e minaccia stragi in sinagoga via Facebook, è una faccenda dolorosa comunque. Si inquadra senza esitazioni tra ideologia antisemita e malattia, certo. Ma tutta la comunità educante della scuola dove studiarono Pavese e Primo Levi ne è scossa. E lo dimostra lo slittamento ad oggi della presa di posizione dei docenti, che ieri hanno discusso «il caso». Non una parola può essere sbagliata. Ieri, intanto, alla riapertura dopo le vacanze, il preside Salvatore Iuvara ha pubblicato nel sito del liceo una serie di considerazioni, chiuse con parole rassicuranti: «Alla luce di quanto è accaduto, non si vedono i presupposti per un rientro del docente nel mondo della scuola».

Il dirigente ribadisce che «il D’Azeglio non si riconosce nelle farneticazioni del professor Pallavidini, bensì in quelle virtù laiche, "il rigore critico, il dubbio metodico, la moderazione, il non prevaricare, la tolleranza, il rispetto delle idee altrui", predicate da uno dei suoi più illustri allievi, Norberto Bobbio». Iuvara ricorda poi che «è per sottolineare ancora una volta questa identità che recentemente si è deliberato di intitolare la biblioteca dell’istituto a Leone Ginzburg, allievo della scuola, ebreo, che visse, lottò e morì per la libertà da ogni dittatura e per l’affermazione dei valori della democrazia». Una scelta che è la risposta più ferma ai deliri antisemiti di Pallavidini.

«Il Liceo D’Azeglio - prosegue il dirigente - stigmatizza affermazioni gravissime, pensieri deliranti che, se espressi in un’aula, non si potrebbero mascherare sotto l’alibi della libertà d’insegnamento, costituzionalmente sancita ad esclusiva tutela della libera formazione degli studenti». Ancora: «È doveroso precisare che nella sua breve permanenza al D’Azeglio, l’attività didattica del professor Pallavidini - forse perché tenuta sotto "discreta" vigilanza per i provvedimenti disciplinari già avviati dal Liceo Cavour - non ha assunto (o almeno, non sono state mai denunciate) prese di posizione radicali sul piano ideologico e culturale che potessero presupporre comportamenti o scelte sanzionabili. Il professor Pallavidini è oggi in "malattia d'ufficio", vale a dire sospeso dal servizio per motivi di salute dalla Commissione medica di verifica fino al 31 marzo. La stessa Commissione riesaminerà il caso per decretare l’eventuale prepensionamento da lui richiesto. Alla luce di quanto accaduto, comunque, non si vedono i presupposti per un suo rientro nel mondo della scuola».

Un commento sulla vicenda arriva dal direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, Francesco De Sanctis: «Il D’Azeglio osserva - è una scuola di grande pregio e non merita certo di trovarsi in questa situazione. Noi abbiamo chiesto gli atti per una eventuale azione disciplinare, che però deve essere avviata dal capo d’istituto. Bisogna tenere presente, però, che questo signore non insegna e quindi danni non ne può fare. Non è a scuola. E per quanto mi riguarda non credo che ci tornerà».

ANSA - "Ebrei, prof minaccia strage. Il liceo: nessun provvedimento. Scuola attende la valutazione sulla richiesta di prepensionamento"


Salvatore Iuvara, preside del liceo classico 'Massimo D'Azeglio'

 Il liceo classico 'Massimo D'Azegliò di Torino non adotterà provvedimenti ufficiali nei riguardi di Renato Pallavidini, l'insegnante che nei giorni
scorsi, sul suo profilo Facebook, aveva minacciato di fare una
strage di ebrei in una sinagoga.
Nessun provvedimento - ha comunicato il preside
dell'istituto, Salvatore Iuvara - sarà adottato almeno fino a
quando non sarà valutata la richiesta di prepensionamento
presentata dal docente.
«Alla luce di quanto accaduto - ha detto Iuvara - comunque,
non si vedono i presupposti per un rientro di Pallavidini nel
mondo della scuola». Al momento il docente è casa in quanto in
malattia fino al prossimo 31 marzo.
Iuvara ha ribadito che l'istituto che dirige «non si
riconosce nelle farneticazioni del professor Pallavidini, bensì
in quelle virtù laiche predicate da uno dei suoi più illustri
allievi, Norberto Bobbio» e ricorda che recentemente è stato
deciso di intitolare la biblioteca del liceo a Leone Ginzburg,
ebreo.
Secondo il preside, quelli di Pallavidini sono «affermazioni
gravissime che nulla hanno a che vedere con la libertà di
espressione e pensieri deliranti che, se espressi in un'aula,
non si potrebbero strumentalmente mascherare sotto l'alibi della
libertà d'insegnamento».

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