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Il Foglio Rassegna Stampa
07.01.2012 Turchia: ecco come si comporta il regime di Erdogan
Qualcuno dirà ancora che è islam-moderato ?

Testata: Il Foglio
Data: 07 gennaio 2012
Pagina: 3
Autore: La Redazione del Foglio
Titolo: «Erdogan fa arrestare anche il suo ex generale più alto in grado»

"Erdogan fa arrestare anche il suo ex generale più alto in grado ", è il titolo sul FOGLIO di oggi, 07/01/2012, a pag.3, nel quale si dimostra chiaramente la conduzione 'islamico-moderata' che qualche analista, anche sul FOGLIO, si ostina a proporre in difesa del governo Erdogan.
Ecco il pezzo:


Il gen. Ilker Basbug con Erdogan

Roma. L’ultimo a finire in una cella di prigione è Ilker Basbug, 69 anni passati quasi per intero con l’uniforme dell’esercito e le mostrine lucide sulla tasca della giacca. La polizia turca lo ha portato in carcere giovedì sera, dopo sette ore d’interrogatorio con un procuratore della giustizia civile, Cihan Kansiz. L’accusa è di aver formato un’organizzazione clandestina che aveva il compito di rovesciare il primo ministro, Recep Tayyip Erdogan, e il suo potente partito, Giustizia e Sviluppo, o Akp. L’arresto ha scosso il paese per un particolare decisivo: Basbug è stato il comandante in capo dell’esercito turco sino alla scorsa estate, ha guidato per tre anni esatti una delle macchine militari meglio preparate d’Europa e per molti in patria è impensabile che avesse in mente un golpe contro il governo e contro un partito popolare come l’Akp, capace di vincere ogni voto per dieci anni consecutivi. Sempre che le accuse siano fondate. Da tempo Erdogan è impegnato in una battaglia interna e poco democratica contro magistrati, insegnanti universitari e generali, quelli che si proclamano i custodi del kemalismo, ovvero le colonne del vecchio ordine che i filoislamici dell’Akp hanno lentamente indebolito, anno dopo anno, elezione dopo elezione. I conteggi ufficiali parlano di 300 persone in carcere per alto tradimento: fra loro ci sono 97 giornalisti e nessuno ha ancora ricevuto un giudizio definitivo. La stagione di Erdogan è segnata dalle inchieste giudiziarie contro i rivali politici. Prima c’è stato il caso Ergenekon, il gruppo di illuminati che prendeva il nome da una vetta mistica nel cuore dell’Altai e avrebbe avuto il compito di togliere il potere ai filoislamici per restituirlo ai conservatori; poi è stata la volta di Balyoz, il golpe del martello, che ha coinvolto decine di ufficiali dell’esercito con grado intermedio. Basbug è incriminato per una nuova cospirazione: avrebbe avviato una campagna contro il governo attraverso un sito internet e le prove sarebbero in certi carteggi trovati a casa di un vecchio collega. Questo dicono gli inquirenti di Istanbul. Il suo è il nome più autorevole tra le vittime di questa battaglia e agita anche gli alleati della Nato. Perché Basbug ha servito a lungo come ufficiale di collegamento fra l’esercito turco e l’Alleanza atlantica, è stato per anni l’uomo di Ankara nel quartier generale di Bruxelles e ha partecipato a tutte le grandi operazioni degli ultimi vent’anni. Nel 2008 è stato promosso dai generali turchi al grado di capo di stato maggiore dopo le trattive con il governo, che avrebbe voluto discutere la nomina. In quelle settimane era considerato una figura di mediazione, in grado di dialogare anche con l’Akp. Ma la sensazione che i due blocchi di potere potessero trovare un equilibrio è durata pochi mesi: ad agosto del 2010 Basbug ha lasciato l’incarico insieme agli altri generali del gabinetto di guerra, una decisione senza precedenti. “Respingo tutte le accuse – ha detto l’ex generale giovedì sera, appena prima di essere caricato su un’auto diretta alla prigione Silivri – Sono il ventiseiesimo capo di stato maggiore dell’esercito turco e credo che questo sia un dettaglio importante per la storia. Le nostre forze armate sono fra le più rispettate al mondo: accusare l’uomo che le ha guidate di essere il capo di un’organizzazione terroristica è semplicemente tragicomico”. Il presidente della Repubblica, Abdullah Gul, è intervenuto per dire che la legge è uguale per tutti e nessuno può essere dichiarato colpevole senza un processo. In Turchia i militari hanno da sempre un ruolo fondamentale (hanno portato a termine tre colpi di stato negli ultimi 50 anni). Ora le parti si sono rovesciate: dopo gli anni di clandestinità, i filoislamici di Erdogan sono forti al punto da rincorrere i vecchi avversari. Persino quando si allontanano dai posti di comando. Persino se si chiamano Basbug.

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