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Divagazioni filosofiche sulla democrazia 06/01/2012

All'epoca dell'operazione piombo fuso (allusione alle armi dei terroristi finalmente fuse e mandate presso il luogo che meritano) ebbi occasione di udire una "meritevole" commiserazione del Popolo Israeliano da chi APPARENTEMENTE sembra schierato dalla sua "parte" ma in realtà coltiva dentro di sé un'infedeltà (tanto più odiosa quanto più dissimulata) degna di chi nel momento del pericolo si tira indietro "pragmaticamente" giacché .......bisogna pur vivere, sarebbe presunzione mettersi contro tutto e contro tutti, e prima o poi occorre "rimettersi il cuore in pace", o evitare il pericolo d'essere sempre con la spada in mano. Discorsi che tentano, discorsi che adescano, discorsi che umiliano, discorsi che ti fanno sorgere dentro una specie di rabbia impotente, discorsi che ti rinchiudono nell'apologia della paura come dentro un'orrenda prigione. Ebbene, così blaterava l'imprevisto e malsicuro alleato: ".......certo non vorrei mai trovarmi nelle condizioni degli israeliani ora, con  la guerra, non vorrei, non resisterei ..................". Qui fa capolino la paura intesa come dovere sociale. Se non accetti sei un irresponsabile ...................altrimenti si muore. Direi, al contrario: se rifiuto sono un ................ ELETTO. Rifiutare la follia comune: non è forse questo un segno d'elezione?
Ma non basta. Occorre cioè chiedersi perché l'occidente (anche negli aspetti "migliori" della sua casistica) trasudi d'una tale minimalità inconscia e banalmente diffusa. Non sarà un difetto della stessa democrazia, non sarà la protesta di un'idea rispetto alle sue pallide realizzazioni, - protesta che non ha mai voce? Non sarà forse la riduzione illuministica dell'uomo a pura meccanicità?  -   Lo dico (e lo ribadisco) anche ascoltando l'indignazione che cresce dentro il mio spirito contro un certo quale "laicismo" con incorporata autosufficienza che si manifesta tanto più caparbia quanto più dimentica proprio appunto di se stessa?

                                                                                                                                                                  Antonio Ferrarese

Mai dimenticare, però, quello che diceva Winston Churchill: " la democrazia è un pessimo sistema di governo, ma finora è ancora il meno peggio".
IC redazione


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