Algeria: in arrivo anche qui l'inverno islamista cronaca di Maurizio Stefanini
Testata: Libero Data: 04 gennaio 2012 Pagina: 17 Autore: Maurizio Stefanini Titolo: «Islam via dal governo. Anche in Algeria c’è aria di Primavera»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 04/01/2012, a pag. 17, l'articolo di Maurizio Stefanini dal titolo "Islam via dal governo. Anche in Algeria c’è aria di Primavera".
Algeria Bouguerra Soltani, capo del partito islamista algerino Msp
Il titolo del pezzo è scorretto e, soprattutto, impedisce al lettore di conoscere che cosa sta succedendo in Algeria, mentre nell'articolo è spiegato molto bene. I ministri del partito islamista algerino Msp hanno dato le dimissioni per uuscire dal governo e iniziare una svolta in senso radicale. Perciò è sbagliato scrivere 'islam via dal governo'. Nessuna primavera, solo una radicalizzarsi dell'ala islamica del governo. L'Algeria non sta trasformandosi in una democrazia, sta solo seguendo l'esempio dei Paesi limitrofi, sprofondando nel fondamentalismo islamico. Ecco il pezzo:
Anche il partito islamista che faceva parte della coalizione al potere in Algeria è tentato di radicalizzarsi e ha lasciato il governo, per rastrellare un possibile voto di protesta alle elezioni in agenda per aprile. Nella vicina Tunisia, gli islamisti locali del partito Ennahda al voto del 23 ottobrehannoavuto la maggioranza relativa, e il 24 dicembre il loro segretario Hamadi Jebali è diventato primo ministro. In Marocco, che si trova dall’altra parte, gli islamisti locali del Partito della Giustizia e dello Sviluppo hannoottenuto a loro voltala maggioranzarelativa al voto del 25 novembre, e anche il loro leader Abdelilah Benkirane è diventato ieri primo ministro. In Egitto il complicatissimo processo elettorale è ancora in corso (ieri è iniziato il terzo turno), ma tra i 298 deputati su 498 che i primi due turni hanno assegnato 144 sono andati ai Fratelli Musulmani e altri 101 ai salafiti. Anche il Movimento per la Società e la Pace (Msp) spera ormai in un risultato del genere, e domenica i suoi ministri hanno dato le dimissioni. Vent’anni fa l’Algeria era stata l’antesignana dell’ondata islamista, quando con l’apertura pluralista il Fronte Islamico di Salvezza aveva vinto sia le amministrative che il primo turno delle politiche. Ma l’11 gennaio del 1992 era intervenuto l’esercito ad annullare il voto. Gli islamisti reagirono con una rivolta armata che provocò tra i 150.000 e i 200.000 morti, e che con il suo estremismo contribuì in maniera potente a screditarli. Per questo, quando i militari pilotarono un ritorno al pluralismo si creò anche un movimento islamista moderato che fu imbarcato nel potere. Ma il controllo dei militari sulla situazione è rimasto sempre forte, e l’affidabilità delle elezioni dubbia - anche se senza mai arrivare agli eccessi di manipolazione di Egitto e Tunisia. Al momento della rivolta araba, l’Algeria fu anzi il primo Paese a prendere fuoco dopo la Tunisia. Ma proprio per paura di dare spazio libero ai jihadisti l’opposizione procedette col freno, e dallo scorso maggio sostanzialmente il movimento si era arrestato. «Rimanere al governo significherebbe rimanere nella mediocrità politica», dice il leader dell’Msp Bouguerra Soltani. Per ora, chiede però «un regime parlamentare plurale e trasparente », piuttosto che la Sharia. Se siespone troppo in un senso soffre la concorrenza di altri due partiti islamisti, ma nell’altro può incorrere nei rigori delle leggi in tutela della laicità. Comunque, le stime sono che a aprile i tre partiti islamisti assieme potrebbero prendere il 35- 40% dei voti, contro il 9,64% cui l’Msp si fermò nel 2007.
Per inviare la propria opinione a Libero, cliccare sull'e-mail sottostante