Lettera per un amico cristiano Fulvio Giannetti
Sovera edizioni Euro 7,50
Una fotografia del campo di concentramento nazista di Terezin nei pressi di Praga accoglie il lettore del breve ma intenso saggio di Fulvio Giannetti; medico chirurgo proveniente da una famiglia di origini spagnole è autore di testi sull’occupazione nazista in Italia e attualmente vive a Gerusalemme.
Un’immagine quella di copertina che richiama subito l’attenzione del lettore sul concetto di martirio di cui gli ebrei sono stati vittima nel corso dei secoli: un popolo che, a differenza di altri, ancora oggi nel proprio Stato democraticamente costituito deve affrontare pregiudizi e difendersi da coloro che spargendo odio ne vorrebbero la cancellazione.
“L’odio antisemita che ha invaso tutta l’Europa dall’800 in poi, non avrebbe avuto terreno tanto fertile senza l’antigiudaismo che fu propedeutico e trasformò l’odio contro gli ebrei, intesi come praticanti una religione demoniaca, in odio contro gli ebrei intesi come popolo…” così scrive la corrispondente da Israele di Informazione corretta, Debora Fait, nell’accurata prefazione al saggio di Giannetti.
Nemmeno la Shoah con il suo carico di sei milioni di innocenti sterminati ha fatto cessare questa distorsione morale, un odio camuffato da antisionismo radicale che ora è rivolto allo Stato degli ebrei, demonizzato e a rischio di sopravvivenza ogni giorno.
L’autore nella sua “lettera” a un amico cristiano analizza con rigore storico avvalendosi di dati documentali puntuali la versione riportata nei Vangeli per quanto attiene al ruolo di Ponzio Pilato. Se la narrazione dei Vangeli descrive la figura di Pilato come un uomo esitante e debole, opportunista sotto il profilo politico, Giannetti riporta invece l’immagine di un uomo spietato, responsabile della morte del fratellastro, e di numerosi crimini compiuti come governatore della Giudea.
Lo scrittore si sofferma in particolar modo sul processo subito da Gesù a Gerusalemme nel Praetorium romano, dinanzi a Pilato. Argomentando sulla base di fonti storiche accurate Giannetti invita a prendere con cautela le narrazioni evangeliche che indicano negli ebrei i principali responsabili della passione di Cristo, scagionando il governatore da qualsivoglia responsabilità: quanto sopra in virtù del fatto che non si possiede una testimonianza diretta del processo essendosi svolto a porte chiuse.
Le affermazioni poco veritiere degli evangelisti sarebbero dunque da ascriversi al timore che la loro fede venisse annientata dalla repressione del potere romano e dunque al tentativo di ingraziarsi Roma.
Nel breve saggio Giannetti affronta con accuratezza storica anche l’argomento dell’arresto di Gesù (evidenziando le contraddizioni presenti nella narrazione evangelica), della situazione socio-politica nella quale il Cristo ha vissuto e dell’influenza che gli ambienti farisaici vicini agli zelati ebbero nella sua formazione spirituale.
La lettura di questo libro offre in poche pagine un’occasione imperdibile per i cristiani di riflettere sui fatti storici narrati dagli evangelisti in modo non sempre corretto e le cui conseguenze si sono riverberate per secoli sul popolo ebraico, generando quel tessuto nel quale si è innestato un radicato antigiudaismo che è arrivato fino ai giorni nostri.
Da questa “Lettera” si può imparare molto e l’auspicio di chi scrive è che rimanga nel cuore del lettore per aiutarlo a mutare atteggiamento verso il popolo ebraico sgombrandogli la mente dai pregiudizi, dall’odio e dall’intolleranza che impediscono di guardare allo Stato di Israele con il rispetto e la considerazione dovuti a qualsiasi nazione legittimamente e democraticamente costituita.
Giorgia Greco