Vorrei precisare che Gamla non sta di fronte a Nazaret, bensi nel Golan, pochi chilometri ad est del Lago di Tiberiade. Che la città di Gesù non sia Nazaret è certo perché al suo tempo non esisteva. Il centro più vicino era Yaphah di cui la località nota oggi con il nome di Nazaret era, almeno per una piccola parte della sua attuale estensione, il cimitero. Oggi Yaphah è praticamente inglobata in Nazaret, città sconosciuta pure a Giuseppe Flavio, che pure ci dà preziosi resoconti su una quantita enorme di città e villaggi della Galilea (fra cui la stessa Yaphah). Basta leggere i vangeli con occhio attento e mente sveglia per capire che non era Nazaret la città di Gesù. In particolare, leggasi il Vangelo secondo Matteo, che ci dà conto di quale direzione ha preso Gesù per andare a casa sua...
Sì, la speranza è una vortù ebraica! Io, non ebreo, lo riconosco senza tentennamenti. Le parole dell'inno nazionale (che è un inno sinagogale che ogni anno viene cantato a conclusione della splendida festa di Simchàt Torà che significa Gioia della Torà) stanno lì a dimostrarlo. Ogni volta che vado sul lago di Tiberiade, chiedo che, oltre al Canto degli Italiani, venga eseguita la Tiqva. A dispetto delle falsità che dai pulpiti delle chiese cristiane, di qualsivolgia denominazione, vengono propalate a persone ignoranti. Guide cieche di ciechi. Sono convinto che, sotto sotto, ci sia una incofessabile paura che il cristianesimo (come del resto l'Islàm) sia messo a confronto con l'ebraismo. Un confronto dal quale, conoscendo la teologia cristiana, conoscendo l'Islàm e conoscendo l'ebraismo, io ritengo che entrambe le religioni assolute ne uscirebbero perdenti.
Maurizio Del Maschio
Grazie per leggerci con grande attenzione,
un saluto cordiale,
IC redazione