Un convegno antisemita organizzato dall'UCOII. Fra gli ospiti Tariq Ramadan A Bellaria, in Emilia Romagna. Nessuno trova niente da ridire ?
Testata: Libero Data: 02 gennaio 2012 Pagina: 14 Autore: Andrea Morigi Titolo: «L’Italia offre un palco al predicatore antisemita»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 02/01/2012, a pag. 14, l'articolo di Andrea Morigi dal titolo " L’Italia offre un palco al predicatore antisemita ".
Sawfat Hijazi Tariq Ramadan Rachid Ghannouchi
Benvenuti all’Epifania antiebraica. La Befana, trasformata in festività islamica al palazzo dei congressi di Bellaria, non si limiterà a portare carbone. La platea che si radunerà nella località turistica romagnola fra il 6 e il 8 gennaio potrà abbeverarsi alle parole di Sawfat Hijazi, telepredicatore egiziano che si dichiara apertamente «nemico degli ebrei» e invita le madri musulmane a educare i propri figli alla guerra santa. A causa della sua «inaccettabile glorificazione della violenza terroristica», due anni fa il ministero dell’Interno britannico lo aveva collocato nella propria lista nera, fra le 22 personalità indesiderate sul territorio del Regno Unito. Qui in Italia, dev’essere attesissimo se chi partecipa all’evento “Musulmani in Italia. Essere per testimoniare” sborsa 110 euro. Organizza l’Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia, pescando dal serbatoio dei Fratelli Musulmani qualche star internazionale, fra tutti Tariq Ramadan e Rachid Ghannouchi. Il primo è il più noto intellettuale del neofondamentalismo mentre il secondo è il vincitore delle elezioni tunisine. La locandina pubblicitaria del resto annuncia anche l’esibizione di un noto «cantante islamico» e promette risultati come «rinsaldare la nostra fede», ma soprattutto «ripartire migliori». Cene sarebbe bisogno. Manon si registra un sensibile miglioramento, perlomeno nonrispetto al 19 agosto del 2006, quando l’Ucoii pubblicò su alcuni quotidianiuna pagina a pagamento titolata «Ieri stragi naziste-oggi stragi israeliane ». Secondo l’allora presidente dell’Ucoii, Mohamed Nour Dachan, «voleva essere di critica ad Israele e non antiebraica». Ingaggiare uno del calibro di Hijazi, tuttavia, sembra indicare una battuta d’arresto nel percorso dell’Ucoii in doppiopetto, inaugurata dalla presidenza del palestinese Izzedin Elzir, più aperto al dialogo con le istituzioni e la società civile. Tanto che la parlamentare del Pdl Souad Sbai annuncia un’interrogazione al ministro dell’Interno per capire come mai si sia creato, sul territorio nazionale, uno spazio di apparente impunità per l’odio antisemita: «Perché l’Italia è il loro obiettivo?», chiede nel tentativo di smascherare «chi li aiuta a organizzarsi nel nostro Paese». Nell’occasione si potrà anche consigliare prudenza al predicatore egiziano. Non servirà a cancellare i suoi attacchi - documentati dal Middle East Media Research Institute - contro gli ebrei e coloro che negano la Sunna, giudicati pazzi e infedeli, cioè meritevoli di essere uccisi. Tanto più che a Hijazi non importa granché essere politicamente corretto. Proprio rivolto a Memri, replicava: «Sì, odio il sionismo. Sì, il giorno del giudizio non arriverà prima che avremo combattuto gli ebrei. Sono le parole del nostro profeta, piacciano o no». È una minaccia datata 2009, quando ancora non si avvertivano gli squilli di rivolta dalla sponda meridionale del Mediterraneo. L’ostacolo era costituito dai regimi arabi, caduti due anni dopo. Hijazi scalpitava: «Per Allah, se ci lasceranno fare vi divoreremo completamente e vi morderemo con i nostri denti. Non aspetteremmo di avere armi, lanciarazzi o proiettili. Se i nostri governanti ce lo consentissero, vi daremmo la caccia per le strade e vi divoreremmo con i nostri denti». Ora c’è il via libera delle nuove leadership dei FratelliMusulmani e, sorprendentemente, anche dell’Italia.
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