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Il Foglio Rassegna Stampa
31.12.2011 Egitto: dopo il rogo dei libri arriverà quello degli 'infedeli'
Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 31 dicembre 2011
Pagina: 2
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Duecentomila libri in fumo al Cairo. E' l'Egitto in mano ai militari»

Sul FOGLIO di oggi, 31/12/2011, a pag.2, con il titolo " Duecentomila libri in fumo al Cairo. E' l'Egitto in mano ai militari ", Giulio Meotti racconta con abbondanza di particolari una notizia che è stata invece trascurata dai giornaloni. Evidentemente un regime che brucia i libri non ricorda nulla ai cronisti di casa nostra, non gli fa venire in mente la Germania degli anni '30, quando al rogo dei libri 'scritti da ebrei' sono poi seguiti i roghi degli esseri umani. In Egitto, seguendo le regole della sharia, c'è un solo libro, quello sacro, il Corano, il resto si deve eliminare. Meotti ha colto questo aspetto terrificante della teocrazia islamica e ne fatto un commento degno di plauso.
Ecco l'articolo:


Libri in fiamme                    Giulio Meotti

Roma. I manoscritti andati perduti nel rogo all’Istituto d’Egitto del Cairo ammonterebbero a 192 mila. Un patrimonio mondiale bruciato a seguito degli scontri, dieci giorni fa, fra l’esercito e i manifestanti. Si tratta di testi e manoscritti antichissimi, lascito della spedizione napoleonica del 1798 nel paese delle Piramidi. Circa 40 mila testi sono stati recuperati, ma gran parte è andata persa per sempre. Nulla è stato salvato della grande opera “Description de l’Egypte”, curata dai duecento studiosi guidati dal creatore del Louvre, Vivant Denon, e che l’imperatore francese Napoleone portò al suo seguito per sviluppare la conoscenza della storia di questo paese. Il Cairo perde così l’enciclopedia – pubblicata nel 1802 – che venne vantata come più importante di quella di Diderot e di D’Alembert. Fra i testi andati a fuoco negli scontri con l’esercito anche disegni archeologici, di templi, sculture e geroglifici immortalati da Jean-Baptiste Lepère. E ancora appunti di matematici, storici, chimici, architetti, astronomi, musicisti, linotipisti e litografi. Non resta traccia di quell’“esercito di geni” che condusse la più straordinaria inchiesta scientifica mai realizzata. Fu grazie a questa “Description” ora perduta che Jean-François Champollion nel 1822 svelerà l’enigma dei geroglifici. Il sogno di Napoleone era quello di conquistare il paese dei faraoni e da “generale sapiente” si circondò di uomini di scienza. Voleva che l’Egitto e la sua civiltà fossero trasmessi ai posteri. La pubblicazione della “Description de l’Egypte” fu il risultato più straordinario di quella missione scientifica. C’erano due noti scienziati amici di Napoleone, il fisico Gaspard Monge, e il chimico Claude Berthollet (l’inventore della candeggina),a cui Bonaparte chiese di setacciare e reclutare fra le più prestigiose Università di Parigi. Fra i tesori bruciati “memorie scritte a mano, libri di viaggio, testi medici, corrispondenze”. Ci sono gli studi dello zoologo Geoffroy Saint-Hilaire, che analizzò i pesci del mar Rosso; gli appunti dell’ornitologo Savigny, che descrisse per la prima volta la ninfea blu; le descrizioni dei geologi Dolomieu e Cordier, che studiarono il delta del Nilo; gli studi del botanico Raffeneau-Delile, che descrisse le piante; il diario dell’etnologo Villoteau, che collezionò gli strumenti musicali arabi. L’Istituto d’Egitto divenne il quartier generale della loro spedizione scientifica. L’edificio era “l’amante preferita del generale”, secondo i beffardi commenti dei militari francesi. La “Description” in venti volumi, bruciata nell’incendio, fu il loro testamento storico. L’Istituto simboleggiava il legame dell’Egitto con l’occidente e la modernità e si trovava nell’epicentro degli scontri di strada, a lato di piazza Tahrir. Un portavoce dell’Associazione per la conservazione dei beni culturali, Hagag Ibrahim, ha detto ad Al Arabiya che l’istituto è stato sottoposto a una seconda “invasione tartara”, paragonando i vandali ai mongoli che bruciarono la biblioteca di Baghdad nel 1258. Di “disastro” ha parlato l’ex ambasciatore egiziano negli Stati Uniti, Raouf el Reedy. Il giornale israeliano Yedioth Ahronoth ha paragonato il rogo del Cairo alla distruzione da parte dei talebani dei due grandi Buddha di Bamiyan. Altri ancora all’incendio alla biblioteca di Alessandria. Della piu grande conquista culturale della storia non resta dunque traccia. Divorata dalle fiamme degli inquisitori islamici.

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