Gli amici cristiani e i nemici di Israele
Manfred Gerstenfeld intervista David R. Parsons
(traduzione di Angelo Pezzana)
David Parsons Manfred Gerstenfeld
La Shoah ha significato un grande cambiamento nel modo di pensare il popolo ebraico in molti ambienti cristiani. È stato un tremendo shock morale che nell’Europa cristiana ci sia stato un genocidio che si proponeva la distruzione degli ebrei. Molti ritengono chiaramente che il terreno sia stato preparato a causa dell’antisemitismo cristiano, che ha portato agli stermini di massa dei nazisti e dei loro complici. Questi crimini non sarebbero stati possibili in una dimensione così vasta senza un sostegno da parte di molti cristiani. Anche se poi molti detto che la Shoah era un ulteriore esempio di come gli ebrei fossero stati maledetti per sempre”.
David R. Parsons dirige il dipartimento media della Ambasciata Cristiana di Gerusalemme, cura la rassegna radio settimanale Front Page Jerusalem e collabora alla edizione cristiana del Jerusalem Post. Dal 1991 al 1995 è stato consigliere generale di CIPAC, una lobby cristiana all’interno del Congresso amricano per rafforzare le relazioni Usa-Israele.
“ E’ stato lo shock teologico della creazione dello Stato di Israele nel 1948 che ha sfidato gli insegnamenti e le dottrine fondamentaliste della chiesa riguardo al popolo ebraico. Per centinaia di anni, le posizione ufficiale della Chiesa verso gli ebrei, ai quali si imputava l’uccisione di Cristo, era la condanna ad essere raminghi per l’eternità. Sarebbero quindi stati dispersi nel mondo , senza mai più tornare in Terra d’Israele o essere protagonisti nel progetto divino di redenzione dell’umanità. Con la nascita del cristianesimo gli ebrei avevano esaurito la loro funzione per sempre.
“ Poi, dopo la seconda guerra mondiale, rinacque lo Stato di Israele. Questo cambiamento non modificò l’atteggiamento delle fedi cristiane più importanti, anche se subito - la Chiesa Cattolica è un esempio – gradualmente cambiarono atteggiamento nei confronti del popolo ebraico.
“ Rimanevano però dei cristiani che si rifiutavano di modificare le loro fedi per adattarsi alla nuova realtà del rinato Stato di Israele. Cercarono piuttosto di modificare i fatti per adattarli alla teologia classica con la condanna di Israele. Questa è la più probabile spiegazione del perché ci sono molti cristiani pro-palestinesi nel mondo occidentale.
“ Preferiscono trasformare Israele in uno Stato binazionale per due popoli, ebrei e arabi, e tre religioni: islam, ebraismo e cristianesimo. Questo spiega il perché dell’impegno cristiano nella propaganda DBS ( disinvestimento, boicottaggio, delegittimazione) contro Israele. Sebbene questo tipo di attivismo abbia un substrato teologico, fa anche parte della ‘guerra culturale’ più vasta fra sinistra e destra.
“La teologia della sostituzione è alla base dei cristiani nemici di Israele. Si fonda sull’idea che la sola relazione fra Dio con la chiesa sia la sostituzione o il completamento delle promesse fatte al popolo ebraico, visto che popolo eletto non lo è più. La teologia palestinese di liberazione usa Gesù come un modello storico, identificando in lui il ‘primo palestinese rivoluzionario’. Giustificando così la violenza contro gli israeliani, da accettarsi quale atto compiuto dagli oppressi contro gli oppressori.
“ All’interno del campo protestante pro-Israele, ci sono due scuole teologiche. La prima è la teologia dell’alleanza cristiana, che si basa sul fatto che Dio ha mantenuto per ‘eternità il patto con Abramo, Mosè, David e Gesù. Noi crediamo che i profeti ebrei erano figli del patto e che ci insegnano come Dio mantiene quelle promesse. Il fondamento della nostra scelta pro-Israele è perciò il patto con Abramo. Le persone che lavorano nella Ambasciata Internazionale Cristiana, appartengono a questa suola teologica. La seconda è l’esenzione temporanea, data a Israele, sostituita temporaneamente dalla Chiesa, ma che – alla fine del mondo – Israele tornerà di nuovo ad essere il popolo eletto da Dio.
“ Oggi il numero di cristiani sionisti è più alto che mai. I protestanti evangelici sono oggi più di 600 milioni, si proclamano ‘rinati’ e vedono nella Bibbia l’ispirazione diretta di Dio. La correte evangelica è il movimento religioso dalla crescita più alta nel mondo. Il governo cinese ha ammesso recentemente che nel paese vi sono più di 120 milioni di cristiani evangelici, più degli iscritti al Partito comunista. Molti milioni di cristiani evangelici hanno un profondo amore per Israele e il popolo ebraico. Ottomila cristiani sono arrivati a Gerusalemme da un centinaio di paesi per partecipare alla festa biblica dei Tabernacoli.
“ Gli ebrei possono sfidare gli avversari cristiani sulla base dei fatti, sulla storia e così via. Ma Israele e l’ebraismo mondiale farà bene a tenersi lontano dai dibattiti teologici fra cristiani, perché non verrebbero giudicati con serietà, visto che non accettano il Nuovo Testamento come sacra scrittura. Le battaglie teologiche riguardanti Israele devono essere combattute dentro al mondo cristiano, non altrove”.
Manfred Gerstenfeld è Presidente del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta.
Il suo libro “Behind the Humanitarian Mask: The Nordic Countries, Israel and the Jews,” può essere scaricato gratuitamente da: http://www.jcpa.org/JCPA/Templates/showpage.asp?DBID=1&LNGID=1&TMID=84&FID=726&PID=0