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Copia di e-mail inviata a Rai3: Lo scorso 21 dicembre avete rimandato in onda, su doc 3, una trasmissione introdotta da Alessandro Robecchi che avrebbe la pretesa di descrivere la vita dei soldati di Israele, già trasmessa nel mese di luglio (quindi siete recidivi). *********************** Il film documentario su Gerusalemme andato in onda la notte del 22/12 per l'esattezza il 23 ore 2,40 su Gerusalemme tra le perle: cordiali saluti, Daniel Isernia ************************** Leggo sempre con piacere le opinioni della vostra testata e quando ho concordato ho inviato, come da voi suggerito, mail di protesta alle testate giornalistiche indicate, ma sul servizio di rai 3 sull'esercito di difesa avevo alcune riflessioni che volevo condividere con voi se possibile. In primo luogo non sono sicuro che il documentario avesse un taglio a favore dei palestinesi. Sicuramente aveva un taglio polemico con le forze armate, teso a sottolineare come un servizio militare scarsamente motivato potesse non fare crescere i ragazzi. Invece ho trovato positivo far vedere i dubbi e le discussioni tipiche dell'età, segno che i ragazzi che stanno dietro la divisa non sono delle stupide marionette come una certa stampa a volte vorrebbe far credere. Certo non si tratta di una immagine confortante o propagandistica in favore dell'esercito, sicuramente tende a sottolineare più i problemi che i benefici ed è assolutamente decontestualizzata sia storicamente che politicamente. Però spero che concordiate con me che nessun servizio militare in qualsiasi paese sia interessante facile e divertente (si chiamerebbe campeggio altrimenti) ma invece sia necessario. La presentazione di rai3 in compenso è stata proprio brutta, concordo con voi. Nell'insieme un brutto servizio per un servizio pubblico. Continuate e buon lavoro. stdcalogiuri IC non ha mai scritto che per la gioventù di Israele servire la patria - minacciata di distruzione - sia una piacevole passeggiata. Sono tre anni della propria vita dedicati a imparare come si combatte il nemico difendendo il proprio paese, tre anni vissuti nella convinzione di svolgere una missione senza la quale Israele rischierebbe di scomparire. Come si può paragonarlo a un normale servizio di leva ? Anche in Israele ci sono quelli che mal sopportano quei tre duri anni, che vorrebbero viverli come tanti altri ragazzi che vivono in altri paesi, ma sono una infinitesima minoranza, statisticamente vicina allo zero. Impostare un servizio su di loro si chiama disinformazione, come peraltro anche lei sottolinea. **********************
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