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La Stampa Rassegna Stampa
22.12.2011 Legge sul genocidio degli armeni: nessun passo indietro
La Turchia si dichiari colpevole

Testata: La Stampa
Data: 22 dicembre 2011
Pagina: 19
Autore: Alberto Mattioli
Titolo: «Francia, Sarkò nella morsa degli armeni»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 22/12/2011, a pag. 19, l'articolo di Alberto Mattioli dal titolo "Francia, Sarkò nella morsa degli armeni ".


Axel Poniatowski, Alain Juppé, genocidio degli armeni

Sarkozy propone di punire per legge chiunque neghi genocidi storici, compreso quello degli armeni. La notizia non è piaciuta alla Turchia, ovviamente, e, come si legge nel pezzo di Mattioli : " Ora il presidente Ump della Commissione Esteri della Camera, Axel Poniatowski, fa sapere che si asterrà. Il ministro degli Esteri, Alain Juppé, è furioso.". Complimenti a Poniatowski e Juppé che preferiscono  blandire la Turchia come risarcimento per il 'no' francese al suo ingresso in Ue e pensano che il mancato riconoscimento di aver perpetrato il genocidio degli armeni possa passare in secondo piano.
Ecco il pezzo:

Il voto sul genocidio irrita Ankara. Perché l’Eliseo tira dritto? Su «Le Monde» in edicola ci sono ben tre spazi pubblicitari occupati da altrettante lettere aperte ai deputati all’Assemblée Nationale. Sono firmate dai direttori dei licei francesi di Istanbul, dal Coordinamento delle associazioni franco-turche e dai laureati in francese dell’Università Galatasaray. Chiedono ai parlamentari di non votare, oggi, la legge che commina un anno di galera e 45 mila euro di multa a chi nega o minimizza i genocidi storici «riconosciuti» dalla Francia. Fra i quali c’è, dal 2001, lo sterminio di un milione di armeni da parte dei turchi nel 1915. E i turchi, che negano la responsabilità, sono furiosi. Il ministro degli Esteri, Ahmet Davutoglu, parla di «attacco alla nostra dignità nazionale» e il premier, Recep Erdogan, minaccia «gravi conseguenze». L’opinione pubblica turca è esasperata anche perché, pare, martedì Sarkozy si è fatto negare al telefono al suo collega turco Gul. Alcuni giornali chiedono la rottura delle relazioni diplomatiche. Le due delegazioni turche arrivate a Parigi, una di deputati e l’altra di industriali, hanno fatto capire ai francesi che, se la legge sarà votata, l’ambasciatore sarà richiamato e ci saranno rappresaglie sulle imprese francesi. E qui si parla di tanti soldi, perché la Francia è il terzo investitore in Turchia e Ankara sta per lanciare un programma di privatizzazioni. I francesi negano, ma sono imbarazzati. L’iniziativa della legge è dell’Ump, il partito di Sarkò, che l’avrebbe promessa durante la sua recente e trionfale tournée a Erevan insieme al più popolare degli armeni di Francia, Charles Aznavour. Si tratta di corteggiare i molti elettori di origine armena e soprattutto di battere sul tempo i socialisti, che controllano il Senato e volevano votare lì una legge analoga. Ora il presidente Ump della Commissione Esteri della Camera, Axel Poniatowski, fa sapere che si asterrà. Il ministro degli Esteri, Alain Juppé, è furioso. Da tempo blandisce i turchi per far loro dimenticare il no francese all’ingresso nella Ue. Per il Quai d’Orsay, i buoni rapporti con Ankara erano importanti per l’Afghanistan. Ora sono indispensabili per gestire il dossier siriano, nel quale Parigi vuole avere un ruolo di primo piano. Una crisi con i turchi è un guaio serio. Un anonimo ministro citato dal Canard Enchainé dice che sull’argomento Sarkò ha fatto «une connerie», una str... E dà la colpa a Carlà: è stata lei a presentargli il «collega» Aznavour.

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