Elezioni americane 2012: ma chi è Newt Gingrich?
di Piera Prister
Piera Prister Newt Gingrich
”Palestinians are an invented people” e’ un’affermazione di Newt Gingrich che ha stupito tutti e ha avuto una larga risonanza nei media, e’ cosi’ diretta, cosi’ chiara e cosi’ vera che da piu’ di sessanta anni volevamo ascoltarla da qualche personaggio importante della politica. Ci voleva finalmente uno che smuovesse un po’ le acque ma tutti hanno taciuto. Anche i cosiddetti amici di Israele non l’hanno mai detta che invece, con le loro ambiguita’, hanno contribuito al concretizzarsi di quest’ invenzione macchinosa dei governi arabo-musulmani che sono i diretti eredi di Amin al-Husseini, alleato di Hitler, che vogliono portare a termine il lavoro di sterminio degli ebrei iniziato dai nazisti. E non solo degli ebrei. Questa dichiarazione sui palestinesi come popolo inventato, l’ha fatta Newt Gingrich il candidato repubblicano che e’ in testa ai sondaggi e conduce la corsa per la Casa Bianca.
Molti l’hanno accolta con plauso, altri con cautela, come una provocazione e si son detti “ma come, non sono un’invenzione, da sessant’anni non si fa che parlarne…! Meglio tardi che mai, ora e’ un’affermazione tardiva, ma sempre utile, come un suono di tromba che scuote le coscienze sugli errori commessi. I palestinesi -che in verita’ sono arabi che si sono appropriati di un antico nome- ora sono gia’ nati, esistono e sono vivi e vegeti, grazie ai consensi e alle ingenti somme di denaro dell’ordine di miliardi di dollari che l’inetto Occidente seguita a mandare loro. Hanno un presidente, un primo ministro, hanno una capitale provvisoria, Ramallah -perche’ vorrebbero Gerusalemme come loro capitale- hanno inoltre stampa, propaganda, universita’, moschee e scuole dove s’insegna ai bambini come diventare terroristi. Da inventati che erano, ora sono reali e dobbiamo sfortunatamente fare i conti con loro. Vogliono essere riconosciuti come stato ma essi stessi non riconoscono il diritto all’esistenza dello stato di Israele.
Ma Newt Gingrich chi e'? Su questo candidato abbiamo detto poi tutto? A ricordare bene, non ha tutte le carte in regola per vincere, non certo per la sua fedelta’ o infedelta’ coniugale di cui non ci interessa nulla, rispettosi come siamo del suo diritto alla privacy che non vogliamo violare, quanto per il suo comportamento impietoso, verso le sue due ex mogli malate di cancro, di cui a suo tempo se ne sono occupati tutti, anche giornali e cronache. Ritornato alla ribalta politica dopo 15 anni di assenza, si presenta dopo un processo di catarsi con una faccia nuova ed ora e’ in testa ai sondaggi, e si sta preparando ad affrontare la prossima prova molto importante del 3 gennaio 2012 in Iowa, perche’ ci dara’ delle indicazioni su chi sara’ il candidato che potrebbe vincere la nomina del Partito Repubblicano. In Iowa c’e’ un elettorato molto attento ai valori umani e cristiani ma Gingrich ha gia’ chiesto scusa per il suo passato, riconosce d’aver fatto errori, lo perdoneranno o gli preferiranno Mitt Romney? Ora in verita’ lo criticano causticamente in casa repubblicana i suoi stessi compagni di partito, perche’ Gingrich e’ un candidato solo apparentemente forte, e’ invece facilmente attaccabile dai suoi avversari democratici per il suo passato e per le sue idee anguste; e illustri penne del W.S.J. come Peggy Noonan ex speech-writer di Reagan, che in un suo articolo del 10/12/2011 intitolato “Gingrich is Inspiring-and Disturbing”, fa notare che lo stesso e’ il primo potenziale presidente di cui gia’ si hanno tutte le informazioni possibili, anzi a proposito, a tante possibili domande di elettori ella stessa da’ una risposta sul candidato:
1) Ethically dubious? True. Eticamente controverso? Vero
2) Can he lead? Yes. E’ capace di governare? Si’
3) Is he erratic and unreliable as a leader? Yes. E’ mutevole ed inaffidabile come leader? Si’.
Anzi aggiunge che chi lo sostiene, non lo conosce bene; e chi lo conosce gia’, non lo sostiene. Ci sono delle ragioni per questi opposti schieramenti di pro e di contro. A proposito delle donne nel 1995 come Speaker of the House Gingrich disse che “Women shouldn’t serve in combat because they are prone to infections” (Le donne non dovrebbero andare sotto le armi perche’ contraggono infezioni). Il che suona molto strano, tanto che crediamo che Gingrich cosi’ si sia gia’ alienato ormai gran parte dell’elettorato femminile. Del matrimonio gay che e’ gia’ in vigore in alcuni stati americani, in un suo sogno di restaurazione ha detto che e’: “A temporary aberration”, a proposito del quale ha usato termini inappropriati e offensivi che non si tollerano in una societa’ moderna ed evoluta. Se non si e’ d’accordo si puo’ sempre dire, “no comment o sono contrario”.
Ma usare il termine “aberration” che il prof Lewis usa semmai per definire appropriatamente il comportamento aberrante degli ayatollah in un regime in cui si linciano i gay e si lapidano le donne. Gingrigh e’ un bigotto sputasentenze, che dovrebbe riflettere prima di parlare e dovrebbe immedesimarsi nei problemi e nelle sofferenze altrui. Di se stesso dice pomposamente d’essere “a definer of civilization”. A noi sembra che non sia nemmeno un riformista. Cosi’ molte donne che contano sono scese in campo contro di lui come Michele Bachmann, avvocato ed eletta in Congresso, l’unica donna a concorrere per la Casa Bianca che ha un largo seguito nelle Town Halls o Tea Parties e che nell’ultimo dibattico lo ha accusato e gli ha detto apertamente di preferire Mitt Romney; ed altre politologhe che lo conoscono bene. Anche Mark Rove, politologo ed ex braccio destro di George Bush gli e’ contro e anche altri. Ma Newt Gingrich e’ anche un candidato che sta riscuotendo un grande successo per il suo programma senz’altro condivisibile in politica estera contro l’Iran e la sua minaccia atomica, che sta divenendo il suo cavallo di battaglia, che gli attira tanti consensi ed elogi e lo pone al centro dell’attenzione nazionale ed internazionale.
Difende risolutamente Israele, tanto che Ed Koch, il democratico ex sindaco di N.Y. da sempre sostenitore di Obama ha dichiarato che voterebbe per lui e cosi’ molti altri dell’elettorato ebraico che qui negli Stati Uniti, costituisce il 2% della popolazione. Ma Israele fortunatamente ha anche altri risoluti difensori come Mitt Romney che potrebbe scegliere come suo vice o come segretario di stato Rudy Giuliani, l’eroe indiscusso di September 11, che purtroppo non era molto sostenuto dal partito repubblicano, forse per il suo laicismo. Risultato e’ che ora ci ritroviamo un presidente anti-israeliano alla Casa Bianca come Barack Obama che e’ stato votato dai giovani -che di solito disertano le urne- e dalle donne, e che ancora ha tra di loro una larga base di sostenitori proprio perche’ si presenta all’elettorato come garante dei diritti civili, e di cui non sappiamo quale carta si prepari a giocare per assicurarsi un secondo mandato. In ultima analisi Gingrich, malgrado la grinta, e’ un candidato vulnerabile, ed e’ sicuro che, se anche riuscira’ a conquistarsi la candidatura repubblicana, perdera’ la presidenza, perche’ il presidente in carica Obama, lo fara’ cadere nei dibattiti in TV faccia a faccia di fronte agli elettori, la maggior parte dei quali tuttora non sa chi egli effettivamente sia.
Piera Prister Bracaglia Morante