Corti islamiche in Europa. Eurabia avanza analisi di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 20 dicembre 2011 Pagina: 2 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Da Londra a Bruxelles, la civilissima Europa pullula di corti islamiche»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 20/12/2011, a pag. 2, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo "Da Londra a Bruxelles, la civilissima Europa pullula di corti islamiche".
Giulio Meotti Europa islamica nel 2015
Roma. In Gran Bretagna hanno superato quota cento i tribunali islamici organizzati in base alla sharia. Alla Camera dei Lord è stato appena introdotto un disegno di legge, fortemente promosso dall’ex arcivescovo anglicano Michael Nazir Ali, che cercherà di regolare l’anarchia delle corti musulmane. Ma il fenomeno si sta ormai allargando a macchia d’olio in tutta Europa. Due corti islamiche sono state appena inaugurate a Bruxelles e Anversa, il cuore dell’Unione europea. Potranno sanzionare la poligamia, il diritto di “redarguire” le mogli, il divorzio veloce e prevenire i matrimoni misti. Il sobborgo di Tingbjerg, a Copenaghen, è stato dichiarato dal gruppo Kaldet al Islam (“Chiamata dell’islam”) prima “zona sotto il controllo della sharia”. In Norvegia il presidente dei tribunali civili, Tor Langbach, ha appena detto che “il sistema beneficerà dall’introduzione della sharia”. Ad Amsterdam è attiva la corte della sharia al centro De Balie. In Francia non è stato ancora fatto un censimento. In Germania il settimanale Spiegel ha pubblicato un’inchiesta dal titolo: “Il ruolo della legge islamica nelle corti tedesche”. Elementi del diritto islamico prodotti in Arabia Saudita nel VII secolo sono ormai parte del rigido sistema tedesco. La Bild ha messo in copertina la statua della dea Iustitia con la testa coperta dal velo islamico e il Corano su uno dei due piatti della bilancia. Si tratta di un “lento processo di capitolazione di fronte all’inevitabile”, ha scritto il giornalista liberale Henryk Broder. Ovunque nel Vecchio continente sono in vigore sistemi di giustizia paralleli alla stato. In Inghilterra l’evoluzione di questo sistema giudiziario “alieno” è stata possibile grazie a un codicillo del British Arbitration Act. Così, nel glorioso sistema di Common Law britannico, nuovi tribunali emettono sentenze basate sul rifiuto del principio di inviolabilità dei diritti umani, dei valori di libertà e di uguaglianza che sono alla base delle democrazie europee. I principali tribunali islamici sorgono a Londra, Birmingham, Bradford, Manchester e Nuneaton. Altre importanti sedi verranno aperte a Leeds, Luton, Blackburn, Stoke e Glasgow. Il primo tribunale islamico venne istituito nel 1982 a Londra con il nome di “Consiglio della sharia islamica”. Il segretario generale è Suhaib Hasan, membro del Consiglio europeo per le ricerche e la fatwa, l’organismo presieduto da Youssef al Qaradawi, leader spirituale dei Fratelli musulmani. Queste corti formalizzano soprattutto il “talaq”, il ripudio della moglie da parte del marito. Anche i due principali esponenti dell’establishment religioso e legale britannico hanno “benedetto” le corti. Si tratta di Rowan Williams, arcivescovo di Canterbury e capo della chiesa anglicana, e il presidente della Corte suprema, Lord Phillips. La baronessa Sayeeda Warsi, esponente conservatrice di fede islamica, ha avvertito: sotto i nostri occhi è in corso un “apartheid legale”.
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