Perché loro no? E' il loro compleanno
Cari amici,
fra un po' è Natale, bisogna essere buoni, anche perché quel che si celebra è il compleanno del più celebre figlio del popolo palestinese, il signor Aisa, scritto ain, ya, sin, alif maqsura. Non lo conoscete? Male, dovete rimediare; sappiate che in Italia si chiama Gesù, che naturalmente è sbagliato: era certamente palestinese e dovete chiamarlo Aisa: il bambin Aisà, o Aisaà mammasantissima ecc.. Non ci credete? Dite che Gesù era discendente dal Re Davide, e prima di lui da Jehudà, figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, quindi ebreo ebreissimo? Dite che lo dicono proprio i Vangeli e non ci si può sbagliare? Ma che importa, era palestinese lo stesso! Veniva dalla Palestina, no? Ma ai suopi tempi non si chiamava Palestina, dite voi, bensì Terra di Israele o al massimo Giudea... Non formalizzatevi sui nomi, per favore, sono cavilli tipicamente sionisti: insomma, non crederete mica alle menzogne delle scritture ebraiche, sono state corrotte da quegli infedeli, le ha corrette il Santo Corano, che ha chiarito che anche Abramo e Mosè erano buoni musulmani, il sacrificio l'ha subito Ismaele e non Isacco – cose così. Ma allora non c'erano i palestinesi allora, insistete voi...
Ma certo che c'erano, anche prima, da sempre, solo che erano una tribù cananea, si chiamavano Gebusei. Ma, continuate voi, testardi, a parte che non ci sono assolutamente prove di questa pretesa filiazione, cioè è una pura trovata propagandistica (http://en.wikipedia.org/wiki/Jebusite), ci sono due piccoli problemi: il primo è che l'unica testimonianza che abbiamo dei Gebusei viene dalla Bibbia ebraica (il Corano non ne parla, disgraziatamente e non ci sono altre fonti letterarie o archeologiche specifiche) e quindi per credere all'esistenza dei Gebusei dobbiamo fidarci di quel testo sacro dell'ebraismo che attesta il carattere ebraico della "Palestina", e che quindi i palestinesi negano. Insomma, o è vera la Bibbia e c'è stato il regno di Israele, o non è vera e allora non ci sono stati neanche i Gebusei. Il secondo è che i Gebusei non erano affatto arabi, ma appartenevano alle tribù indoeuropee immigrate in medio oriente dal mare (http://elderofziyon.blogspot.com/2011/12/palestinian-arabs-are-jebusites-rofl.html) . Vabbè, mi assegno l'ultima parola, sono io che scrivo e non vi faccio più parlare: basta storie, che Gesù fosse palestinese lo dice il primo ministro palestinese, quello colto, educato in America, Salam Fayyad (http://www.cbsnews.com/8301-501713_162-57343726/palestinians-light-christmas-tree-in-bethlehem/57343726/palestinians-light-christmas-tree-in-bethlehem/); L'aveva detto anche prima santo Arafat martire e tanto vi deve bastare. E se qualcuno critica quest'idea, come un articolo di Informazione Corretta di ieri (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=42667), be', a me non importa niente. So ben io a chi devo credere.
Comunque tutta questa era una divagazione. Riprendiamo. Dato che è Natale e siamo tutti buoni, dobbiamo fare festa per i compleanni, che in fondo sono natali anche loro. Anzi, per dire la verità, è Natale che è un compleanno. Facciamo festa oggi in particolare per il compleanno di Hamas, che in verità è passato da qualche giorno, il 13 dicembre; ma meglio tardi che mai: il baldo movimento islamico ha compiuto 24 anni, a quell'età si è giovani ma già adulti, fa un sacco di danni così, figuratevi se fosse affetto da demenza senile o incontinenza adolescenziale. Hamas ha celebrato il suo compeanni/natale con un raduno di massa a Gaza e per l'occasione ha fatto un piccolo bilancio della sua esistenza operosa, apprezzabilmente sintetizzato in numeri, come si conviene alle persone pragmatiche e "moderate" (http://elderofziyon.blogspot.com/2011/12/hamas-celebrates-24th-anniversary-brags.html). Ecco le cifre:
1848 "martiri"
1365 israeliani uccisi
6411 israeliani feriti
1117 attacchi terroristici
87 missioni suicide
11.093 razzi e colpi di mortaio sparati su Israele
Un bel record, cosa dite? Fanno bene a diffondere loro stessi questi dati e a vantarsene. Proprio quel che ci vuole perché un'organizzazione sia un buon partner per la pace. Basta quel po' di ottimismo e soprattutto la straordinaria onestà intellettuale di Muhammad Abbas, il presidente dell'autorità palestinese, per garantire che un gruppo con questi precedenti, vantati fino all'altro giorno, possa volgersi da domani alla "resistenza pacifica" (http://elderofziyon.blogspot.com/2011/12/abbas-lie-3871-hamas-gives-up-violence.html) e dunque entrare in un governo accettabile alla comunità internazionale. Del resto, se quelli del suo gruppo, Al Fatah, impegnati in un percorso di pace da una ventina d'anni, continuano a fare attentati da allora, perché Hamas non potrebbe diventare anch'essa pacifica e continuare a sparare razzi e a rapire soldati? L'ha detto anche Abbas che il rapimento di Shalit è stata "una cosa buona" (http://www.memritv.org/clip/en/0/0/0/0/0/0/3163.htm)... l'hanno fatto loro. E non sono quelli di Fatah in questo momento a "dichiarar guerra" alla "normalizzazione" con Israele (http://www.jpost.com/DiplomacyAndPolitics/Article.aspx?id=249842) ?
Perché Hamas no, dunque? Buon Natale, dunque, "pacifica" Hamas, anche da buoni è facile profetizzare che fino a quando qualcuno non riuscirà a fermarti con le cattive maniere (io che sono cattivo me lo auguro ogni giorno), continuerai a combinare danni come prima, pace o non pace, governo o non governo. Ma ascolta me, verrà anche il tuo giorno di pagare i conti.
Ugo Volli
Post scriptum: Ho appena ricevuto da un'amica in Israele il testo del discorso del parroco di Ramallah (il cappellano di Al Fatah?) per Natale (http://www.al-ayyam.com/article.aspx?did=181325&date). Ve lo giro, perché come dicono i ragazzi, è troppo divertente:
"In questi giorni il mondo intero si prepara a celebrare la Natività di Cristo che deve essere un messaggio al mondo intero della necessità di applicare i principi e gli insegnamenti spirituali di giustizia, di pace, di libertà e di dignità umana".
"In questa terra, terra araba dove Gesù è nato palestinese e ha vissuto migliaia di anni prima dell'avvento della occupazione israeliana ... non avrà pace senza tornare ai suoi proprietari; e il muro e l'assedio e l'isolamento non potranno cambiare la sua storia e la sua santità."
Troppo bello, no comment.