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Come Sergio Romano falsifica la storia di Israele 17/12/2011

Copia di e-mail inviata al Corriere della Sera:

Signor Romano, nella risposta da lei data al Sig. Della Pergola, lei scrive:
"Lo «Stato ebraico» è quello in cui soltanto un ebreo può essere compiutamente cittadino...rimango convinto che uno Stato etnico-religioso sia in stridente controtendenza rispetto a quello Stato costituzionale dei cittadini che è il traguardo ideale delle maggiori democrazie occidentali".
Signor Romano, se lei va a rileggersi il discorso pronunciato da Ben Gurion il giorno della nascita dello Stato di Israele, troverà le seguenti parole:
"Il 29 novembre 1947, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione che esigeva la fondazione di uno Stato ebraico in Eretz Israel...Questo diritto riafferma il diritto naturale del popolo ebraico a essere, come tutti gli altri popoli, indipendente nel proprio Stato sovrano...Quindi noi, membri del Consiglio del Popolo, rappresentanti della Comunità Ebraica in Eretz Israel e del Movimento Sionista, siamo qui riuniti nel giorno della fine del Mandato Britannico su Eretz Israel e, in virtù del nostro diritto naturale e storico e della risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dichiariamo la fondazione di uno Stato ebraico in Eretz Israel, che avrà il nome di Stato d'Israele."
Lei si preoccupa "che l'instaurazione d'uno Stato ebraico, di cui oggi il governo Netanyahu chiede il riconoscimento ai suoi vicini arabi, avrà l'effetto di aumentare il potere dei gruppi ortodossi nella società israeliana".
Signor Romano, la invito a documentarsi meglio; non è Netanyahu a chiedere il riconoscimento d'uno stato ebraico, ma è stato 63 anni orsono Ben Gurion, il quale aggiungeva quella che è sempre stata la caratteristica di Israele, unica in Medio Oriente:
"Lo Stato d’Israele sarà aperto per l'immigrazione ebraica e per la riunione degli esuli, incrementerà lo sviluppo del paese per il bene di tutti i suoi abitanti, sarà fondato sulla libertà, sulla giustizia e sulla pace, come predetto dai profeti d'Israele, assicurerà completa uguaglianza di diritti sociali e politici a tutti i suoi abitanti senza distinzione di religione, razza o sesso, garantirà libertà di religione, di coscienza, di lingua, di istruzione e di cultura, preserverà i luoghi santi di tutte le religioni e sarà fedele ai principi della Carta delle Nazioni Unite". Pertanto i timori da lei paventati quando si chiede come sia possibile “che un tale Stato possa isolarsi e riservare alcuni diritti fondamentali soltanto a coloro che possono dimostrare di appartenere a una stessa stirpe, che cosa accadrà degli arabi musulmani e cristiani che sono già suoi cittadini” ricevono la miglior risposta proprio da David Ben Gurion. Ne consegue che la conclusione della risposta da lei data al Signor Della Pergola:
"So che esiste un forte ebraismo liberale deciso a difendere la laicità dello Stato. Ma se Israele fosse «Stato ebraico», la loro battaglia sarebbe più difficile",
si dimostra, come succede regolarmente quando lei parla dello Stato di Israele, clamorosamente falsa.
 Emanuel Segre Amar

P.S. Le frasi da me citate del discorso di Ben Gurion sono disponibili in rete


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